Non condividiamo, però, le impostazioni di alcuni organi di stampa e alcuni nostri colleghi che facendo il resoconto della serata, si sono profusi in notizie allarmistiche.
Chi scrive è giornalista da 38 anni ed già oltre vent’anni fa aveva realizzato articoli in cui si evidenziava, già da allora, un incremento di tumori nell’area tortonese, rispetto alla media regionale ma solo per alcune tipologie: tumori alla mammella e al colon, ad esempio, ed anche altri, ma in compenso c’erano già da allora, tipologie di tumori avevano un’incidenza molto inferiore rispetto alla media regionale.
Si trattava di dati ufficiali raccolti dai medici dell’allora Usl 72. In seguito ho realizzato altri articoli sui tumori, sempre su dati ufficiali dell’Asl, fino a quanto è stato possibile, perché da un certo momento in poi, la Sanità ha smesso di raccogliere dati ufficiali completi. Quindi i dati a mia disposizione sono diventati parziali.
Un’indagine sulla situazione tumorale per capire quanto incide il fattore ambientale non è facile ed è soprattutto costosa perché non è sufficiente prendere in esame i casi di tumore che si verificano in ospedale a Tortona ad esempio, in quanto molti tortonesi vanno altrove, e viceversa, a Tortona, arrivano persone provenienti da diverse località.
Così come non è facile calcolare i decessi dei residenti, anche perché la popolazione migra.
A suo tempo, ci era stato detto dagli stessi medici dell’Asl a cui ci eravamo rivolti per effettuare articoli sui tumori, che è difficile effettuare statistiche locali sull’incidenza dei tumori in una singola zona ed è per questo che le statistiche spesso sono effettuate solo su larga scala.
E’ innegabile che l’alta percentuale di inquinamento atmosferico, ad esempio, sia correlata ad un incremento di tumori perché è provato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso studi approfonditi, ma avere dei dati certi zona per zona non è facile anche perché entrano in ballo altri fattori, per cui non potremo mai sapere, con precisione quanti casi di tumore ai polmoni o malattie respiratorie che accusano i tortonesi sono dovuti allo smog, ma potremo essere certi, in compenso che se aumenta l’inquinamento l’incidenza di questa tipologia di tumori sarà in aumento.
E’ evidente che da questo discorso esulano casi come Casale Monferrato ed altre località in cui la presenza di amianto che ha provocato il mesotelioma.
Quindi sappiamo che se porteremo a Tortona smarino contenente amianto, è evidente che ci sarà un incremento dei tumori.
Per tutto il resto parlare di tumori, ma soprattutto di numeri ed incidenza non è facile; è un argomento troppo “delicato” e c’è il rischio di fare del terrorismo. E noi, nel limite del possibile cerchiamo sempre di essere obiettivi.
Antonello Brunetti nell’articolo che segue, racconta la cronaca di una serata: chi vuole può leggersi il lungo resoconto.
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Completamente piena la sala “Pessini” con anche parecchia gente in piedi. Decisamente una serata riuscita quella di venerdì, dedicata al rapporto Ambiente e salute nel nostro territorio.
Il sindaco di Castelnuovo, Pierangelo Luise
La locandina con tutti gli stemmi degli otto Comuni della Bassa Valle Scrivia (Alluvioni, Alzano, Castelnuovo, Guazzora, Isola, Molino, Pontecurone e Sale) vuole essere la testimonianza della preoccupazione delle nostre comunità caratterizzate geograficamente dai tratti finali del Tanaro, della Scrivia e del Curone.
Il coordinatore, Giuseppe Carbonato
Questa sera non parleremo di cose piacevoli e gradevoli, ciò nonostante la vostra folta presenza testimonia l’interesse e le preoccupazioni derivanti da una situazione sempre più difficile. L’iniziativa parte dai dati comunicatici dall’Arpa che ad ottobre collocò a Castelnuovo, in via Caduti, un punto neppure particolarmente trafficato, una centralina per 24 giorni. Per ben otto volte vennero superati i livelli massimi delle polveri sottili, con una terrificante percentuale di sforamenti superiore al 30%. Il tutto esemplificato dal filtro che veniva collocato al mattino, bianco come la neve, e ritirato dopo 24 ore nero come la pece. A me e a Girani è capitato di ascoltare un intervento del dottor Ciniglio all’Unitre di Tortona e ci è parso giusto far conoscere il più possibile i suoi dati e le sue proposte. Gli otto sindaci hanno aderito ed eccoci qui sera con il dottor Carmelo Ciniglio, con il dott. Foschi di Casei e con una eccellenza delle nostre strutture ospedaliere, la dott.ssa Maria Grazia Pacquola, alla quale lascio la parola.
Per molto tempo si è pensato che il tumore al seno dipendesse da una predisposizione genetica, ma ormai si tende ad escludere, alla luce di ricerche e convegni recenti, il fattore genetico ed emerge sempre più la causale degli aspetti ambientali.
Vi fornisco alcuni dati: Regione Piemonte ha 58,2 casi di tumori al seno ogni 100.000 persone, con mortalità al 12,4. La Provincia di Alessandria 74,7 con mortalità al 14,8.
Ultimamente abbiamo cercato di capire l’incidenza dei tumori e purtroppo non esistono dati completi, per cui abbiamo chiesto alle ASL quanti erano esentati, con codice 048, dal pagamento di cure antitumorali. Queste le percentuali emerse: Alzano 1,3%, Sale 1,6%, Castelnuovo 1,8%, Tortona 2%, Guazzora 2%, Isola 2%, Molino 2,7%, Pontecurone 2,7%, Alluvioni 2,8%.
Sappiamo con certezza che sono in forte aumento i tumori al colon retto, ai polmoni, i melanoma. Grazie alla prevenzione si riducono invece i casi mortali per i tumori al seno.
È chiaro il rapporto causa effetto, come attestano Taranto, Casale e Broni, la “terra dei fuochi”, Vigevano (lavorazione dell’anilina con aumento dei tumori alla vescica).
Purtroppo è estremamente difficile avere dati precisi poiché, lo potete intuire, vi sono molti interessi in campo che ci ostacolano. Vorrei fare una proposta a tutti voi sindaci che avete organizzato questa serata. Sarebbe utilissimo raccogliere informazioni precise sull’incidenza dei vari tipi di tumore nel nostro territorio e fare correlazioni fra questi dati e quelli a livello provinciale, regionale e italiano. A tutti noi che cerchiamo di preparare per i nostri figli una situazione ambientale-sanitaria migliore sarebbe un contributo eccezionalel’istituzione da parte dei sindaci di una borsa di studio da assegnare a un laureato affinché raccolga informazioni precise e utili per individuare meglio le emergenze e le strade da percorrere.
Il dottor Carmelo Ciniglio, di Tortona
Inizia citando alcuni dati comunicati a una conferenza del sindaci nel 2009. Nel Tortonese si supera la media nazionale delle malattie tumorali.
Ad esempio in questi quattro anni sono aumentati del 3% i tumori infantili e quelli che colpiscono giovani donne.
Le cause sono molte, ma quelle su cui si può incidere maggiormente sono quelle “modificabili”, ossia dovute alla qualità dell’aria, dell’acqua, ai pesticidi, all’ambiente di lavoro, ecc.
Nel nostro caso dobbiamo valutare la centralità del ruolo dei sindaci e delle istituzioni locali unitamente ai comportamenti individuali virtuosi. Basti ricordare che dopo una serie di misure per ridurre pesticidi in agricoltura si sono già notati miglioramenti.
La salute è assenza di malattia, ma anche benessere, tranquillità, vivibilità, socializzazione, buon rapporto con l’ambiente, condizioni psicologiche rilassate.
Esistono molteplici aspetti di alterazioni ambientali a forte rischio, basti pensare alle cave, alle discariche, alla gestione scorretta dei rifiuti, alla desertificazione e alla cementificazione; ma questa sera vorrei limitarmi a due aspetti: la qualità dell’aria e dell’acqua.
Dalle immagini che potete vedere, la Pianura padana e in particolare la nostra zona raggiungono i massimi livelli di inquinamento dell’aria. Ciò è determinato dai Pm10, dall’ozono (O3), dal biossido di zolfo (SO2), dagli ossidi di azoto (NO, NO2), dai composti organici volatili (VOC), tra i quali sono considerati come cancerogeni il benzene e l’ 1-3 butadiene, il particolato (PM), idrocarburi alifatici che sono spesso adesi al particolato e classificati come cancerogeni certi per l’uomo. I valori massimi, che prevedono 35 giorni all’anno con superamento dei 50 microgrammi per metro cubo, sono ampiamente superati sia nel numero di giornate sia nei valori, che ad esempio a ottobre hanno superato ripetutamente i 150 microgrammi.
Da un’analisi dei maggiori studi prospettici, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha stimato un aumento del rischio di tumori polmonari per ogni 10 microgrammi/m3.
Abbiamo i dati precisi di Milano da cui risulta che il particolato fine è da ritenersi “normalmente” attorno ai 50 mcg/m3 e che il livello indicato dalla Comunità Europea come obiettivo per il 2010 era di 20mcg/m3, si può stimare che il rischio relativo di contrarre il tumore del polmone della popolazione di Milano rispetto al livello obiettivo della CE sia di 1,24. I tumori ai polmoni sono in netto aumento e ciò è dovuto principalmente all’abuso di sigarette, ma è arrivata al 20% la casistica dei tumori polmonari attribuibili alla pessima qualità dell’aria.
Nonostante il rischio di tumore polmonare sia determinato in larga misura dalla dose cumulativa di cancerogeni, la riduzione dell’esposizione a particolato ha effetti importanti. Una recente analisi su 6 città americane eseguito da Abbey ha dimostrato che una diminuzione dell’inquinamento comporta, dopo solo tre anni, una diminuzione anche del rischio di carcinoma polmonare. Questo dato ha importanti implicazioni di carattere preventivo, in quanto qualsiasi riduzione dei livelli di inquinamento non comporta solo la riduzione immediata degli effetti a breve termine, ma anche, in un tempo estremamente ridotto degli effetti a lungo termine, molto più importanti come numero di soggetti affetti e come gravità.
L’ultima parte dell’intervento di Ciniglio è stata dedicata al problema acqua partendo dalla vicenda dei bidoni tossici sepolti lungo la Scrivia da Carbonara a Castelnuovo. Su questo aspetto abbiamo già scritto parecchio e perciò, per brevità, saltiamo questa parte… anche per punire coloro che non hanno partecipato alla serata.
Giancarlo Foschi, di Casei
Giudica negativamente l’eventuale installazione di una centrale ad incenerimento biomasse a Casei, che definisce una porcheria, sia perché viene camuffata come contributo all’occupazione (15 persone con una spesa di 76 milioni di euro?), perché andrà ad aggravare il problema qualità dell’aria non avendo alcun recupero del calore prodotto (l’80%); e infine perché la Coldiretti si è rifiutata di sacrificare terreni agricoli per una produzione non alimentare, non stabile e scarsamente redditizia, ma anche l’impegno delle altre associazioni si riduce a un breve periodo. Cosà avverrà dopo che avranno percepiti i contributi statali e verrà a mancare la materia prima? Questa struttura va fermata facendole mancare le autorizzazioni ancora in sospeso e sottoponendola a controlli continui.
Assemblee come questa sono importanti per noi sindaci perché possono essere ricche di stimoli e di critiche utili. Qui deve essere un problema anche politico e quindi basta essere individuati come ricettacolo di tante situazioni che si accumulano. Basta con le cartine che vedono il Basso tortonese colorato in nero. Basta con le cave del Terzo Valico, con le discariche di porcherie, con il proliferare di biodigestori inutili. Basta con gli abbruciamenti di biomasse, con gli scarichi abusivi ai margini del Curone. I Comuni devono mettere in piedi una politica comune poiché altrimenti veniamo bypassati con vari pretesti del tipo che si tratterebbe di opere di pubblica utilità (spesso totalmente inutili), che sono appena al di là del confine regionale, come se l’aria inquinata si bloccasse in vista del confine. Spesso noi Comuni siamo soli, basti pensare al ricorso al Tar contro la futura ciminiera al fumo di sorgo
Una centrale gigantesca, decine di migliaia di tonnellate di vegetali bruciati e relative ceneri da smaltire. E la Provincia di Alessandria? Prima c’è e poi sparisce e stipula un accordo sulla nostra pelle. La Regione Piemonte? Mai vista!
Basta con il considerare il nostro territorio come terra di nessuno. Questa parte di territorio è Piemonte o è un cuscinetto buono per portarvi ogni tipo di porcheria? Le avvisaglie sono esplosive; dobbiamo unirci, Comuni e cittadini. Se aspettiamo che qualcun altro ci pensi, poi sarà troppo tardi.
Danilo Bottiroli, ambientalista di Tortona
Ottima l’iniziativa di questa sera a Castelnuovo con persone indipendenti che si occupano scientificamente del rapporto Ambiente-salute. Le cose vanno dette con chiarezza e in pubblico e non mormorate nei bar. Occorrono denunce precise, ad esempio sul proliferare di problematiche tiroidee. Invece spesso è stato steso un velo di silenzio, si pensi alla bomba Ecolibarna, ai 40.000 bidoni sepolti lungo Scrivia prima del 1986, alle aree a margine del nostro torrente ove per decenni non è cresciuto più nulla, come sa bene qualcuno qui a Castelnuovo. Ben vengano persone preparate come i relatori di questa sera a studiare l’incidenza inquinamento sulla nostra salute e bravi questi otto Comuni che mi pare abbiano intenzione di far seguire i fatti a questa assemblea informativa.
Carbonato – Dopo l’intervento di una tortonese che chiede cosa possono fare i cittadini per aiutare i loro sindaci, Carbonato auspica che siano le Amministrazioni a farsi promotrici di proposte operative che coinvolgano l’intera comunità. Intanto è importante esserci, partecipare, far capire che c’è una forte adesione a quanto intendono fare i sindaci a tutela dell’ambiente. Ad esempio un anno fa era stato organizzato un incontro dal Gruppo ambiente per capire che cosa fosse la centrale di Casei e furono pochi i partecipanti. Di fronte a questi segnali di disinteresse o di rassegnazione ecco che i promotori di impianti a rischio si rafforzano.
Giuseppe Stella, agricoltore di Alzano
Sono d’accordo con Carbonato: quando si tace e nessuno riflette e protesta vincono loro. Se sanno che gli stiamo addosso se ne vanno. Basti ricordarsi della vicenda della Solchem, lo smaltitore di rifiuti liquidi pericolosi. Assemblee animate, marce, associazioni coinvolte e alla fine la Solchem se ne è andata pur avendo ottenuto dagli “Enti superiori” tutte le licenze statali, provinciali e regionali lombarde. Quattro di noi sono stati denunciati e hanno dovuto convivere con gli avvocati per tre anni, ma la battaglia è stata vinta.
Fondamentale è però il parere del Comune: se questo non approva, la ditta privata se ne va.
A quanto ha detto Foschi aggiungo che l’area dell’ex zuccherificio non potrà essere utilizzata perché la bonifica prevista non è stata fatta. I privati dovevano trasformarla in un’area verde, invece esistono ancora le fondamenta, le tratte fognarie, cisterne colme di non so cosa. Dopo aver inquinato sotto lo zuccherificio, ora con la centrale si sceglie un terreno vergine e si andrà a modificare il sopra. La battaglia non è ancora persa, forse avranno i soldi di noi tutti per iniziare le strutture, ma ho forti dubbi che riceveranno legname e sorgo da noi agricoltori.
Rino Feltri, di Pontecurone
Sono convinto che se i sindaci si uniscono le popolazioni li seguiranno. La situazione salute derivante da inquinamento è preoccupante, si pensi agli organi pancreas e vie biliari. I tumori ai polmoni in dieci anni pare siano aumentati del 60%. A un recente convegno organizzato dall’ALT, in cui la “T” sta per trombosi, è stato affermato che lo smog nel triangolo Torino-Milano-Genova determina alta incidenza di infarti e di ictus. Sembra quasi passato di moda valutare gli effetti delle onde radioelettriche con conseguenze sulle leucemie infantili. Eppure la TIM fa quello che vuole, ad esempio a Pontecurone un radiofaro sorgerà in paese per il controllo dei voli aerei verso Milano e Torino.
Per evitare le cose a cui ho fatto un rapidissimo cenno occorrerebbe una prevenzione primarie sulle cause modificabili e invece in questo settore non si è fatto nulla
Angelo Stella, chimico di Castelnuovo
Dalla sua esperienza lavorativa ha ricavato che politici e industriali hanno viaggiato all’unisono nel nascondere gli effetti di determinate lavorazioni. Moltissime sono le fabbriche di veleni e il nostro silenzio ha consentito inquinamenti elevati di atrazina, di nitrati, di cromati di piombo utilizzati per colorare la plastica.
Aggiunge particolari sulle fabbriche in cui ha lavorato a Spinetta e spiega perché ci siano forti quantitativi di cloroformio nei prelievi d’acqua fra Alzano e Molino. Ricorda anche le pressioni che venivano fatte sui tecnici per far risultare più bassi i livelli di cromo delle emissioni Montecatini.
CONCLUSIONI
Il sindaco di Castelnuovo comunica che dopo un brevissimo scambio di pareri i sindaci hanno deciso di stanziare la quota necessaria per lo studio proposto dalla dott.ssa Pacquola che provvederà ad avviare e seguire la ricerca sul rapporto Inquinamento-tumori per una conoscenza più profonda della situazione e per elaborare proposte di prevenzione primaria.
La dott.ssa Pacquola ringrazia per questo primo importante atto dei sindaci a tutela della salute dei loro amministrati e cita la frase che abbiamo riportata nel titolo.
Carbonato si augura che in tempi non troppo lunghi venga redatto un documento unitario sulle iniziative da intraprendere; su come affrontare,tutti insieme, ogni singola richiesta da parte di aziende che possano rappresentare un ulteriore appesantimento dei livelli di inquinamento; su quanto può addirittura contribuire a ritornare sotto la soglia di pericolo costante.
Occorre smetterla di andare avanti in ordine sparso, di aspettare che un problema vi aggredisca. Smetterla di ragionare sui temi della salute con l’incubo del Bilancio comunale o di farsi incantare da offerte pseudollaettanti. I nostri Comuni fanno parte della “Terra bruciata” come l’aveva definita con disprezzo un ingegnerone dell’Edison in una assemblea a Molino dodici anni fa (brown field – terra marrone). Siamo già circondati da impianti pericolosi appena al di là del Po, verso Alessandria, verso est e sud-est. È un susseguirsi di richieste di cave, di smaltitori, di discariche, di impianti sospetti. Smettiamola, ogni singolo comune, di affrontare per conto proprio questo incalzare di richieste.
Va fatta una delibera unitaria in cui si dichiari che la nostra è zona riservata a una agricoltura di pregio (una quarantina di anno fa fu definita una delle tre zone migliori d’Italia, insieme al Modenese e alla Campania), di artigianato e di piccola industria di qualità. Tale documento va ufficializzato e inviato in Provincia e in Regione costituendo così un disincentivo agli appetiti di eventuali speculatori incoraggiati dalla presenza di due autostrade, di contributi a fondo perduto e dalla fame di soldi che attanaglia i Comuni.
Antonello Brunetti
10 febbraio 2014