Le indagini di natura tributaria, esperite anche con l’ausilio delle Banche dati in uso al Corpo, hanno fatto emergere innumerevoli incongruenze circa il reale volume d’affari delle aziende, gestite da un cittadino italiano e da uno marocchino, consentendo così l’avvio delle successive operazioni di verifica fiscale che hanno permesso di riscontrare la presenza di ingenti importi percepiti ma non dichiarati.
In particolare, uno dei due soggetti, oltre ad aver omesso, per ben tre anni, di segnalare al fisco i propri introiti, non ha provveduto ad istituire alcuna scrittura contabile.
Il secondo, addirittura, dopo aver operato per solo 12 mesi ed incassato quasi 100.000 euro, ha cessato l’attività senza conservare scritture contabili e fatture, così ostacolando la ricostruzione del volume d’affari. Per tale ragione, è stato anche deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di distruzione ed occultamento di scritture contabili.
Complessivamente, i due controlli delle Fiamme Gialle hanno consentito di constatare ricavi non dichiarati per oltre 160.000 euro ed I.V.A. dovuta per 57.000 euro.
20 febbraio 2014