Tutto ha origine lunedì sera quando un’infermiera che abita in città rientrando a casa trova nella casetta della posta una busta con all’interno un proiettile calibro 7×62 utilizzato per la caccia selettiva e una lettera anonima con inequivocabili di minacce di morte.
La donna, visibilmente scossa, si reca immediatamente presso la caserma dei carabinieri ai quali racconta di riconoscere la calligrafia che sarebbe quella di Stefano Bazzan con la quale la donna aveva avuto in passato una relazione amorosa.
I carabinieri avviano subito le indagini e nella giornata di martedì, con un mandato di perquisizione, si recano presso l’abitazione del medico.
All’interno i militari trovano un vero e proprio arsenale 330 grammi di esplosivo in granuli del tipo “mina potassa”, 12 metri circa di miccia a lenta combustione, 1,30 metri di miccia a rapida combustione, 2 kg. di zolfo e potassio nitrato (utilizzato per la fabbricazione della polvere da sparo) ed 11 proiettili in calibro 22LR detenuti illegalmente.
La situazione è talmente pericolosa che i carabinieri decidono di far intervenire gli Artificieri del Comando Provinciale di Torino che provvedono a repertare e mettere in sicurezza il materiale, che viene successivamente sequestrato.
Nell’abitazione i militari trovano anche delle buste uguali a quelle utilizzate per l’invio della lettera contenente le minacce di morte dirette alla donna.
Stefano Bazzan, quindi, viene arrestato e rinchiuso nel carcere di Alessandria, mentre prendono il via ulteriori indagini dei carabinieri volte a verificare se effettivamente sia stato il medico ad inviare la missiva alla donna.
E’ probabile che l’uomo venga sottoposto alla perizia calligrafica e venga minuziosamente verificata l’eventuale presenza di impronte digitali sulla lettera e sul proiettile ricevuti dalla donna. Non sono esclusi anche eventuali analisi del DNA nel caso in cui vengano trovati residui organici all’interno della busta.
Di certo si tratta di un episodio inquietante che ha visibilmente scosso l’infermiera che teme per la sua incolumità e per quella dei suoi familiari.
29 gennaio 2014