Non ci sarà dunque alcun referendum che avrebbe potuto rimettere in funzione i tribunali di Torotna Casale Monferrato ed Acqui Terme.
La pronuncia della Corte Costituzionale è arrivata dopo che, in mattinata, si era tenuta l’udienza a porte chiuse, durata poco più di un’ora.
Da un lato, i nove Consigli regionali (Puglia, Calabria, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Abruzzo, Liguria, Campania e Marche) che ritengono necessaria la consultazione popolare per l’abrogazione della riforma che, entrata in vigore il 13 settembre scorso, ha portato alla chiusura di circa mille uffici giudiziari minori.
Dall’altro, l’Avvocatura dello Stato che, in rappresentanza del governo, ha sostenuto l’inammissibilità del quesito referendario e il rischio che con un’abrogazione della riforma si vada incontro ad un vuoto normativo. Il referendum aveva già avuto il via libera della Cassazione, mentre ai giudici delle leggi spettava il vaglio costituzionale.
Le nove regioni, tuttavia sembrano decise ad effettuare un ricorso alla Corte di giustizia europea. perché la riforma metterebbe in discussione il diritto del cittadino all’accesso alla giustizia.