soldato - ITra le tante, troppe, pulizie etniche messe in atto durante il secolo breve, delle tante orrende stragi di massa che nel mondo hanno ucciso decine di milioni di persone, l’italico stivale è stato vittima e protagonista di quelle due di cui in questo periodo dell’anno, dopo le abbuffate natalizie e prima di quel carnevale che rumorosamente quanto diabeticamente, distrarra’ almeno i piu’ giovani da una crisi che nemmeno i politicanti dei governi di coalizione trovano modo di onorare mettendosi le mani nelle proprie tasche, siamo presi, volenti o nolenti, tra le cerimonie e la vergogna per quella Memoria che ci porta ai campi di sterminio piu’ che altro nazi, ma un poco anche fascisti, e quel Ricordo che gia’ in passato, su alcuni giornali locali, alcune menti deboli ebbero la miopia di commentare esternando un negazionismo a dir poco oltraggioso.

Tra le tante vittime di cui giustamente ed alla pari, vogliamo e dobbiamo onorare la memoria, vi sono due ragazze simbolo involontario di quei regimi i cui effetti collaterali sono stati nel mondo, i piu’ sanguinari; il comunismo ed il nazifascismo.

Quell’Annelies Marie Frank, nata nel 1929, che dopo aver passato 25 mesi della sua adolescenza nascosta in una soffitta olandese, mori’ di tifo nel campo di sterminio di Aushwitz Birkenau non prima di aver partorito un diario che tutti dovremmo conoscere e da cui traspare l‘orrendo vivere di una giovane nascosta nel tentativo di evitare la barbarie; di lei, oltre al nome, oltre alla tragedia di una vita non vissuta totalmente, oltre ai libri di successo che sicuramente avrebbe scritto, possiamo dire che è diventata inconsapevolmente un’icona, un tassello della Shoah, una parte della storia di tutti noi italiani, ed europei.

E siccome, dopo la Memoria viene il Ricordo, dobbiamo e vogliamo ricordare un altro nome, sempre di una ragazza, di poco meno giovane, e di molto meno conosciuta, nata nel 1920, essa non riusci’ a vedere quel 4 Agosto 1944 , data in cui la Frank venne “arrestata” dalla Gestapo, non le fu’ concesso nemmeno di vedere il 1944.

I partigiani la uccisero ad inizio ottobre dell’anno prima, 1943, il 4 od il 5 (i “compagni” non si presero nemmeno la briga di registrarne la data esatta del decesso..) .

Se vi prendete il tempo di farlo, potete verificare che su Wikipedia od altrove, è chiaramente scritto che furono partigiani jugoslavi ed italiani, a minacciare, dopo l’8 settembre, la famiglia Cossetto (in precedenza, il padre era stato piuttosto attivo nel partito fascista ma pare che prima del voltafaccia gli eroici combattenti schierati sotto la bandiera rossa, non si osarono disturbarlo) .

A questa ragazza fu’ riservata tanto una morte piu’ quanto una sorte piu’ atroce; dopo averla “convocata” al loro “comando” partigiani titini ed italiani in numero imprecisato ..ne abusarono sessualmente, riducendola in fin di vita, non sprecarono poi nemmeno una pallottola , le legarono mani e piedi col fil di ferro e la gettarono, insieme a tanti altri, ancora viva in una Foiba, ovvero in un “foro” nel terreno , un baratro di decine di metri di roccia.. dove, si spera, mori’ nella caduta forse attutita dalle decine di altri corpi gettati in precedenza, e non di fame e sete.

Non ci lascio’ un diario ne’ una storia, spari’ semplicemente, insieme ad altre migliaia, nell’inferno della pulizia etnica messa in atto dagli jugoslavi contro gli italiani residenti in Istria, a Fiume, ed in Dalmazia; il suo nome giungera’ nuovo a troppi, a tutti quelli che hanno studiato solo sui libri di storia che tutti conosciamo e che fino a pochissimi lustri fa‘, descrivevano sommariamente i fatti d‘Istria; il suo nome darà forse fastidio a quei finti storici che non sopportano di parlare di Istria Foibe ed Esodo, considerando i 350.000 profughi ed i non meno 15.000 morti civili per mano titina, una parte della storia che non deve essere condivisa perché scoperchierebbe la pentola in cui temono di veder finire tanti altri partigiani non meno rossi ma decisamente meno slavi.

Se esiste una vita dopo la morte, se esiste un’aldilà, se esiste una pace dopo questa vita di fatica patimenti e soprusi, esse oggi sono insieme, in un posto dove nessuno potra’ imprigionarle o violentarle, e dove altre anime ne vegliano la sorte senza distinguere o discriminare sulla loro religione, sulla loro nazionalità, o sul colore politico dei loro assassini.

E se esistesse una giustizia divina, gli autori di entrambi i crimini dovrebbero, per come ci racconta Dante, stare al caldo ancora per molto tempo.

Nel lento scorrere delle stagioni e delle ricorrenze, sarebbe bello sapere che gli italiani e le italiane, ricordano queste due ragazze vittime di ideologie politiche opposte ma ugualmente mortali, con uguale commozione e con pari empatia.

Nel casuale passare di anni e vicende, è singolare constatare che a fronte dell’istituzione del Giorno della Memoria nel giorno del 27 Gennaio, nella stessa data, ben prima di leggi razziali e campi di sterminio, nel 1924, proprio il 27 Gennaio, Fiume veniva annessa all’Italia.

Ricordiamo che per informazioni e adesioni al circolo “Arturo Martini” di Fratelli d’Italia – Centrodestra Nazionale è possibile scrivere alla mail fratelliditalia.acqui@gmail.com, contattare il numero 3387349537 o iscriversi al Gruppo “Fratelli d’Italia Acqui Terme” presente su Facebook. E’ inoltre possibile seguire l’attività del circolo consultando la bacheca posta all’incrocio tra Corso Bagni e Via Alfieri. La sede del circolo è situata in via Biorci 3 ad Acqui Terme.

 Ruggero Bradicich


30 gennaio 2014