Può essere colpito non solo chi è stato esposto per motivi di lavoro, ma anche in via secondaria ad esempio i membri della famiglia che, senza saperlo, hanno respirato le fibre di amianto depositato sugli abiti da lavoro o sui capelli o sulla cute, o chi semplicemente le respira trasportate dal vento.
Questo può succedere in quanto le coperture in Eternit, un impasto composto da cemento e amianto, con il passare del tempo si sgretolano e consentono alle micidiali fibre di amianto di liberarsi nell’aria e diventare un pericolo per la salute dei cittadini, Alessandria fortunatamente non è certamente nelle stesse condizioni di Casale Monferrato, tuttavia anche da noi esistono ancora diverse situazioni a rischio.
Negli anni scorsi (la prima segnalazione risale al 7 novembre 2010) avevo sollecitato un intervento di rimozione delle coperture in amianto, alcune in pessimo stato, in diverse zone della città: via Pochettini ang. via Don Stornini, Corso Acqui 221, piazza Bellotti, via Maggioli ang. viale Tivoli, Spalto Borgoglio 31, via Galimberti e via Parini.
Il primo intervento di rimozione fu effettuato successivamente in Spalto Borgoglio, ma nei mesi successivi null’altro era stato fatto.
Non ero più ripassato nelle zone in questione, ma l’altro giorno ho effettuato una verifica e con mia piacevole sorpresa ho constatato che in piazza Bellotti e in via Don Stornini, le coperture di eternit non ci sono più, finalmente sono state rimosse (non saprei dire da quanto tempo) ma quello che conta è che ora i residenti delle zone limitrofe possono stare tranquilli, dato che la situazione di pericolo per la loro salute non sussiste più.
Occorre però evidenziare che per alcuni problemi risolti, purtroppo ne rimangono diversi altri, alcuni dei quali segnalati all’incirca nello stesso periodo (in Corso Acqui 221, via Maggioli, via Galimberti un capannone industriale, oltre ad alcuni immobili pubblici, tra i quali via Parini 21 il Punto D, ecc.) che sono tuttora irrisolti e quindi continuano a costituire un potenziale rischio.
In tal senso sarebbe opportuno aggiornare il censimento amianto e nello specifico, l’ufficio ambiente (così come aveva fatto per i casi già risolti) dovrebbe sollecitare i proprietari degli immobili privati ancora interessati dal problema, affinchè provvedano a loro volta a sgomberare l’eternit, eliminando le situazioni di pericolo nelle zone in questione.
A questo proposito va ricordato che c’è ancora la possibilità di detrarre fiscalmente parte dei costi sostenuti per la bonifica, inoltre si potrebbe prendere in considerazione come investimento sulla salute della comunità, di concedere agli stessi delle agevolazioni sulle imposte locali. La tutela della salute dei cittadini è una priorità, perciò l’Amministrazione Comunale deve impegnarsi con ogni mezzo utile, per far si che Alessandria diventi una città libera dall’amianto, non è un obiettivo impossibile, basta volerlo.
Pier Carlo Lava
15 gennaio 2014