Lo scorso anno le terme di Acqui, gestite dalla Regione Piemonte hanno registrato un passivo di un milione 200 mila euro; per questo motivo si cercherà di venderle al provato, ma i sindacati, pur essendo favorevoli alla vendita contestano la decisione presa da FinPiemonte e chiedono che nella riunione del Consiglio di Amministrazione dell’Ente Terme in programma sabato prossimo, non venga dato corso al bando per la vendita.
Lo hanno detto durante una conferenza stampa appositamente convocata che si è svolta presso la sede della Cgil, ad Alessandria, mercoledì mattina.
“Abbiamo voluto questa conferenza stampa qui, nel capoluogo provinciale e non ad Acqui – ha detto Silvana Tiberti, segretario provinciale della Cgil perché riteniamo che le terme acquesi non siano patrimonio solo della città ma di tutta al provincia di Alessandria. Noi siamo favorevoli alla vendita ad un privato ma che possa valorizzare le terme e tutto l’indotto. Del bando che sta per uscire non sappiamo assolutamente nulla perché non ci hanno interpellati. Non sappiamo se si tratti di una mera vendita immobiliare con conseguente disfacimento del sistema termale, né se esiste tutela per i lavoratori e neppure cosa si intende fare al riguardano.”
I sindacati ritengono che le terme di Acqui possano invece rappresentare una risorsa, ma sia necessario un intervento di valorizzazione. “Se guardiamo i flussi turistici della provincia di Alessandria dal 2008al 2012 – ha aggiunto Silvana Tiberti – notiamo che il flusso dei visitatori è passato da 594 mila 722 mila, a testimonianza che la nostra provincia è appetibile e malgrado la crisi la gente viaggia ancora, tuttavia se ci soffermiamo a valutare solo la città di Acqui terme assistiamo ad una diminuzione dei visitatori da 168 mila e 137 mila all’anno. Purtroppo i ricchi, cioè coloro che possono ancora permettersi di spendere nelle terme scelgono stabilimenti a 5 stelle. Ad Acqui le acque e le loro proprietà sono tra le migliori ma se non si fa qualcosa le terme rischiano di perdere anche la quarta stella ed essere declassate.”
Acqui terme è una città dai flussi turistici, una delle più prestigiose della provincia di Alessandria che vive sulle terme, per questo i sindacati chiedono di investire, sulle terme e di tornare valorizzarle nell’ambito di un progetto globale turistico a livello provinciale di cui trattiamo con articolo a parte, ma non solo.
“Alle terme – conclude Silvana Tiberti lavorano 40 addetti più altri 20 stagionali, ma quello che deve far riflettere è soprattutto l’indotto perché il sistema Terme comprende altri 400 lavoratori nell’indotto e senza le terme Acqui avrebbe grossi problemi. Noi chiediamo di aspettare a vendere perché vogliamo vederci e chiaro e capire, ma soprattutto perché se si vende adesso si rischia di perdere il treno di Expo 2015”
Silvana Tiberti ha illustrati i risultati di un sondaggio effettuato dalle Camere di commercio secondo cui ogni addetto in servizio alle terme a sua volta fornisce lavoro nell’indotto ad altre 10 persone.
Non solo, ma nell’indagine vengono riportate le motivazioni per cui si sceglie una località termale e sono: relax 49%, benessere 48%, esclusività della stazione termale 28%, shopping 27%, eventi sportivi 18% pratica degli sport 11%, e soltanto il 13% indica la vicinanza al luogo di residenza, mentre per un altro 11% ad influire sulla scelta sono le bellezze del paesaggio e la natura.
Il sondaggio indica anche le attività che vengono svolte dal turista come ragioni complementari che influenzano la scelta della località e sono: escursioni 5’0%, pratica attività sportive 40% shopping 27% cultura 19%.
16 gennaio 2014