“Abbiamo preso atto – dice Fabio Morreale – dell’odierna sentenza di non ammissibilità del ricorso contro la vendita delle reti del gas da parte di ATM presentato in qualità di Cittadini Tortonesi, rimaniamo fermi nella nostra convinzione che ciò che deve prevalere in tutta la vicenda è l’interesse della Città di Tortona e di ogni singolo Cittadino.
Siamo tutt’oggi convinti che, nel nome della trasparenza e della legalità, le reti del gas devono rimanere di proprietà pubblica. La sorprendente decisione dei giudici di rigettare il ricorso non entra nel merito della vicenda ma si basa esclusivamente su aspetti formali e cavilli legislativi, sentenziando quindi che i Cittadini non sarebbero un soggetto legittimato a ricorrere contro la vendita di un bene pubblico di tale importanza.
Crediamo che questa sentenza sia lesiva dei diritti dei Tortonesi che, a quanto pare, non avrebbero il minimo diritto di “intromettersi” se le proprietà pubbliche vengono svendute in modo opaco e discutibile. Il principio per cui la Cittadinanza non sarebbe legittimata creerebbe di fatto una situazione pericolosa in cui ogni Amministrazione sarebbe libera di disporre in ogni modo dei beni della collettività senza rendere conto ai Cittadini e senza che questi ultimi abbiano il benchè minimo potere di intervenire per via giudiziaria a tutela dei propri diritti.”
Per questo motivo, insieme ai legali, i tre vaglieranno con attenzione la possibilità di ricorrere in Appello, sempre convinti di voler mettere in gioco in prima persona per tutelare gli interessi di Tortona e dei Tortonesi.
“Alla luce dell’odierna sentenza di “non ammissibilità” del nostro ricorso riguardante la vendita Pubblica delle RETI DEL GAS da parte di ATM, – aggiunge Morreale – come Cittadini Tortonesi teniamo a sottolineare che, nel presentare il ricorso, abbiamo voluto chiedere – con spirito democratico e nell’interesse di tutti i Tortonesi – la verifica della regolarità di questa vendita, in quanto trattasi di beni patrimoniali pubblici e non privati.
Infatti, a nostro avviso, la vendita è avvenuta in modo insolito e discutibile e, sopratutto, ad un valore notevolmente ribassato rispetto a quello reale.
Peraltro, l’odierna sentenza di “non ammissibilità” non è legata ad un fatto sostanziale che riguarda il contenuto del ricorso, ma piuttosto ad un cavillo legislativo che non riconosce la qualità effettiva dell’essere ricorrenti.
Nei prossimi giorni vaglieremo attentamente la possibilità di ricorrere in Appello, convinti della regolarità del nostro ricorso.”