Alessandro Loiacono, l’operaio tortonese di 33 anni che secondo gli inquirenti ha ucciso l’imprenditore gaviese Franco Belsito di 52 anni e che si trova attualmente in carcere ad Alessandria, non ha agito da solo. Lo pensano i carabinieri del Comando provinciale di Alessandria, che stanno indagando sull’omicidio e sabato hanno arrestato il tortonese anche per occultamento di cadavere.
Vista la stazza della vittima, infatti, i militari ritengono che il tortonese non abbia potuto agire da solo, sollevando il cadavere di Belsito e metterlo nel bagagliaio della sua auto, ma abbia avuto almeno un complice.
Per questo motivo, le indagini si stanno allargando a macchia d’olio su tutte le persone e gli ambienti frequentati da Alessandro Loiacono, con indagini effettuati anche a Tortonese dove l’operaio lavorava ed abitava.
Indagini effettuate allo scopo di individuare chi ha aiutato l’operaio e per dissipare i numerosi dubbi che tutta la vicenda contiene.
Primo fra tutti il motivo per cui, la macchina con all’interno il cadavere di Belsito sia stata abbandona nella piazza principale di Lu Monferrato dove tutti potevano vederla e dove era posizionate delle telecamere e non ad esempio in aperta campagna dove sarebbe sicuramente più difficile risalire al Loiacono.
Si sta indagando anche sul movente dell’omicidio: malgrado alcuni giornali abbiano ipotizzato un coinvolgimento di aziende svizzere o dell’ex segretario della lega Nord Francesco Belsito, i carabinieri del Comando provinciale escludono che il delitto sia maturato nell’ambito della criminalità organizzata o che possano esserci collegamenti con la vicenda dell’ex tesoriere del Carroccio.
Per lunedì alle 14,30, intanto è prevista l’udienza di convalida del fermo dell’operaio tortonese.
1° dicembre 2013