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LETTERE IN REDAZIONE: La doverosa tutela dei dipendenti del Tra di Alessandria e la cronistoria

Il teatro Comunale di Alessandria

Il teatro Comunale di Alessandria

L’ultimo Consiglio Comunale alessandrino dell’anno, venerdì scorso, ha approvato, in un clima di forte contrapposizione con il centro destra, la mozione del Sindaco la quale, nel prendere atto: “Che la cassa integrazione in deroga per i 15 dipendenti dell’ex Fondazione T.R.A. scade inderogabilmente il 31.12. 2013”, impegna: “Il legale rappresentante della società Alegas a verificare tutte le possibilità atte a procedere all’assunzione dei dipendenti dell’ex Fondazione T.R.A.”.

Per comprendere il senso e il significato di un atto politico così forte e inusuale occorre ricordare gli aspetti essenziali di una vicenda, quella della Fondazione del Teatro Alessandrino, che – costituita il 17 luglio del 2008 tra i Comuni di Alessandria e Valenza, la Fondazione Cassa di Risparmio, la Società Amag e la Regione Piemonte – deve aver incontrato, nell’occasione, la netta contrarietà degli astri.

Infatti solo due anni dopo, nel 2010, il teatro è costretto a chiudere tutte le sale e a sospendere ogni attività per un increscioso incidente che ha causato l’inquinamento della struttura da polveri di amianto. Da allora inizia anche il difficile percorso dei dipendenti della Fondazione che, con in più la personale preoccupazione per aver respirato per giorni un’aria pericolosamente inquinata, hanno dovuto interrompere il lavoro e seguire l’incerto iter della cassa integrazione in deroga.

Dipendenti i quali, va rimarcato, sono stati in origine assunti attraverso regolari concorsi pubblici e che, per anni con riconosciuta professionalità, hanno prestato la loro opera presso il Teatro municipale di Alessandria essendo, a tutti gli effetti, dipendenti comunali. Condizione che con il passaggio alla Fondazione hanno perso non essendo stata prevista, come avrebbe dovuto, la possibilità del loro reintegro. Elemento, quest’ultimo, che dovrebbe caricare di responsabilità nei loro confronti e sul loro destino lavorativo tutto il Consiglio Comunale e non la sola Giunta, o la sola maggioranza.

Per quanto riguarda poi l’atteso e dovuto impegno della Regione Piemonte, l’Assessore alla cultura Coppola, dopo aver sollecitato, nel febbraio di quest’anno e in sede di Prefettura, la messa in liquidazione del TRA come: “Condicio sine qua non” per intervenire, non si è più fatto vivo, disertando anche la convocazione prefettizia di giovedì 19 dicembre sollecitata dai sindacati. E, in tutto questo periodo, non facendo nulla per utilizzare le professionalità dei dipendenti nella realizzazione delle diverse stagioni teatrali allestite a Torino, o altrove, con il concorso economico della Regione. Analogo, va riconosciuto, è stato il disimpegno del Comune di Valenza.

Con la liquidazione della Fondazione, avvenuta nel mese di giugno, e la conseguente nomina da parte del Tribunale del Commissario liquidatore, la sorte dei dipendenti è diventata, se possibile, ancora più precaria con il concreto rischio di essere licenziati a fine anno insieme allo scadere della cassa integrazione.

Da questa preoccupazione ha origine la decisione del Sindaco di intervenire con una mozione rivolta al Consiglio Comunale, mentre l’individuazione della Società Amag-Alegas come la possibile destinataria dell’assunzione dei dipendenti TRA, nelle forme e nei modi da definire, è l’unica oggettivamente realistica e possibile, anche in base alle nuove disposizioni della legge di stabilità. E vista l’impossibilità del Comune, perché in dissesto, ad assumere e lo stato di difficoltà che attraversano le altre società partecipate dell’Ente.

Ma le ragioni per garantire una continuità lavorativa ai dipendenti del TRA sono anche connesse alla stessa possibilità di operare per il ripristino e la riapertura del Teatro. Va infatti ricordato che se, a luglio di quest’anno, è ripresa la bonifica della struttura molto è dovuto, insieme all’aiuto economico della Fondazione CRAL, alla disponibilità e collaborazione fornita dai lavoratori. Tre dei quali, acquisite le conoscenze indispensabili per operare alla bonifica dell’amianto, si sono direttamente impegnati, affiancando il direttore dei lavori e i dipendenti della ditta incaricata, in questa complessa e delicata impresa. E per questa loro attività, che rivela un attaccamento e un’affezione non usuale al proprio mestiere, riterrei doveroso che l’intero Consiglio li ringraziasse. Oggi, dopo la presentazione dello specifico decreto in Regione, se sembra esserci per i lavoratori del TRA la possibilità di contare ancora su un trimestre di cassa integrazione, ciò non deve attenuare l’urgenza nel trovare per loro una soluzione occupazionale “ponte”. In grado di mantenerli collegati alla riconsegna del Teatro bonificato alla città e alla sua rinascita e scongiurando, nel contempo, i licenziamenti.

I rappresentanti del centro destra, che non hanno partecipato al voto e portano intera la responsabilità politica del disastro ambientale che ha causato la chiusura del teatro, dovrebbero, almeno, richiamare alle sue responsabilità la giunta della Regione, della quale condividono lo stesso orientamento politico. Chiedendo all’assessore competente, o a chi per esso, di venire ad Alessandria impegnandosi, come deve, a ricercare una soluzione per la continuità lavorativa dei dipendenti e mettendo anche a disposizione della città delle risorse economiche per curare le ferite che in maniera improvvida sono state inferte al Teatro e alla sua lunga e riconosciuta tradizione culturale.

 Renzo Penna


24 dicembre 2013 

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