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TORTONA: Il futuro della città è nel settore dello spettacolo, del turismo e dell’arte


Gli ultimi avvenimenti hanno delineato chiaramente cosa deve fare Tortona e quale strada deve seguire se vuole avere un futuro di alto livello e non appiattirsi a semplice città dormitorio.

Il successo ottenuto dalla presenza della troupe cinematografica del film “Incompresa” ha ribadito che Tortona ha tutti i numeri per essere apprezzata anche a livello cinematografico e porsi come set naturale.

Si può disporre di tutte le conoscenze possibili come può avere Charly Bergaglio nel settore del cinema e dello spettacolo ma se non c’è la materia prima, infatti, anche le conoscenze non servono a nulla.

E per materia prima ci riferiamo alla struttura di fondo della città di Tortona e delle zone limitrofe, cioè la presenza di scorci caratteristici e di strutture in grado di attirare le compagnie cinematografiche, i cantanti, gli attori e personaggi legati al mondo dello spettacolo.

E se a questi scorci già esistenti ci aggiungiamo le potenzialità legate alla storia e ai personaggi della zona come Fausto Coppi, Don Orione, Lorenzo Perosi, Pellizza da Volpedo, il paesaggio naturale formato da invidiabili e ridenti colline e ai prodotti tipici come i tartufi, il vino Doc come ad esempio il Timorasso unico al mondo e prodotto solo da noi, il formaggio Montebore, i baci di dama, il salame, le pesche e tanto altro, ecco che dovrebbe apparire chiaro che il ruolo di Tortona nel futuro, dovrebbe essere indissolubilmente quello di attirare gente proveniente da fuori.

E per gente intendiamo persone di qualsiasi genere, perché la città e i dintorni hanno le caratteristiche per garantire un’offerta poliedrica a 360 gradi aperta a tutti: dai personaggi del jet set per registrare film, a turisti domenicali, esperti, personaggi di cultura fino ai semplici abitanti.

Non ci sono molte città delle dimensioni di Tortona, ad esempio, che possiedono una pinacoteca così ricca come quella della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e tutta una serie di micro e medie strutture destinate a valorizzare i personaggi del passtato.

Pensiamo al museo di Giuseppe Pellizza a Volpedo, al museo delle macchine agricole Orsi, al museo del mare, a quello di Don Orione, di Lorenzo Perosi e dei presepi, a quello costituendo della Diocesi in via Seminario, ai reperti storici disseminati in molte zone della città, e a molti altri.

Per non parlare poi della presenza di strutture di grandi dimensioni che potrebbero essere utilizzate per molteplici scopi.

Ci riferiamo al museo Orsi già esistente e funzionate che potrebbe diventare sede per fiere campionarie, alla possibilità di completare l’ex carcere o il teatro Dellepiane trasformandoli in strutture legate allo sviluppo del territorio: enoteca regionale o altro edificio legato alla valorizzazione dei prodotti locali il primo e magari facoltà universitaria dello spettacolo (Dams) il secondo.

Per non parlare dell’ulteriore possibilità di valorizzare personaggi locali quasi dimenticati come gli scrittori Luca Valenziano e Matteo Bandello, o i numerosi pittori come Barabino, Patri, Cuniolo e tanti altri.

In conclusione, le potenzialità di Tortona, sotto questi aspetti, sono molteplici, il problema di fondo è che manca un coordinatore, una regia da parte di qualcuno che prenda in mano la situazione che capisca le opportunità che possiede la città e le valorizzi, iniziando dalle conoscenze di Charly Bergaglio, per proseguire con un progetto globale di valorizzazione di tutto il territorio.

Questa cabina di regia ovviamente dovrebbe essere guidata dal Comune, ma purtroppo, tutti i sindaci che si sono susseguiti negli ultimi 30 anni, da Franco Prete a Massimo Berutti, a quanto pare, hanno dimostrato scarso interesse o scarse capacità nel dare vita ad un progetto di questo tipo che necessita un dispiego di energie notevole.

Gli amministratori che si sono susseguiti in Comune hanno giustificato la loro incapacità nella mancanza di denaro, ma in realtà più che di soldi, un progetto del genere necessita soprattutto di personale che potrebbe essere tranquillamente attinto da quello del Comune, visto che ad esempio, i lavori pubblici sono notevolmente diminuiti rispetto a qualche anno fa.

Sarebbe necessario istituire un assessorato che si occuperebbe solo di questo settore, e mettergli a disposizione un buon numero di dipendenti, dargli carta bianca e inizialmente un po’ di risorse. Non tante, o almeno non in maniera eccessiva perché i soldi, quelli potrebbero arrivare da mecenati, da imprenditori locali che potrebbero investire sul territorio: pensiamo a Gavio e Ghisolfi ad esempio, ma anche a tutti gli altri imprenditori locali che avrebbero solo di che guadagnarci se la città risorge.

Il problema di fondo però è uno solo: c’è da parte del futuro sindaco di Tortona questa volontà di rischiare? Oppure chi siederà a maggio in Comune si adeguerà a quello che hanno fatto i suoi predecessori?

3 novembre 2013

 

 

 

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