La figura di Antonio Brioschi è conosciuta nel periodo compreso fra il 1725 ed il 1750quel quarto di secolo in cui è vissuto a Casale Monferrato

 

Il cognome Brioschi è tipico di Terra di Brianza, quella fascia Peninsulare compresa a sud del Lago di Como, tradizionalmente detto il Lario, probabilmente dove Antonio ha visto la luce.

Le conoscenze, nonostante le accurate ricerche, tacciono sul luogo, la data di nascita, anche quella del decesso.

La documentazione consultata si staglia nella sua figura di musicista, apprezzato compositore di partiture per strumenti, alcune delle quali sono conservate presso la Biblioteca Civica Giovanni Canna di Casale Monferrato.

I lavori usciti dal suo ingegno sono stati parecchi, trascurati per tutto il 1800, riscoperti finalmente verso la metà del 1900, molto apprezzati attorno agli anni 80, per merito di alcuni musicisti contemporanei.

La formazione musicale di Antonio ha l’impronta della Scuola Milanese, in quel tempo l’unica nell’intera Europa a formare esecutori di elevata professionalità, in particolare nel genere sinfonico, branca in cui Antonio ha saputo affermare il meglio dell’innato talento.

La sua fama, quasi ignorata in Italia, è diffusa nei Paesi Europei per le penetranti sinfonie, composte in terra di Monferrato eseguite a Londra, a Parigi, a Praga, a Stoccolma nonché nelle principali sale da concerto del vecchio continente dove i manoscritti, le edizioni musicali a stampa sono state ragguardevolmente conservate, tuttora reperibili per essere studiate.

L’impronta culturale delle sue opere è quella del barocco con richiami al nascente stile classico, ravvisati nella struttura delle alternanze veloce – lento – veloce, prediligendo le tonalità di modo maggiore.

È l’espressione della pagina di musica a sottolineare la perizia di Antonio; in essa traspare il suo carattere risolutamente lirico, appassionante, in una scala variegata di ordini musicali, proprio dove emerge il frutto d’una preparazione d’eccezione, individuata nel carattere dell’impronta tracciata sul pentagramma con segno sicuro, preciso, con inusuale passione senza indugio.

L’orchestrazione si staglia in diverse sfaccettature con passaggi impegnativi per l’intera orchestra, contrastata da momenti delicati riservati al solista, preferibilmente violinista, meglio ancora violista, strumenti meglio confacenti all’indole di compositore.

La Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria ha saputo valorizzare il nostro illustre conterraneo con concerti, iniziative culturali proposte ai giovani talenti della musica.

Franco Montaldo



 10 novembre 2013