L’input ci è stato dato dall’assemblea pubblica tenutasi 15 giorni prima presso l’Hotel Oasi, nella quale si è voluto informare i cittadini circa la quasi certezza che nei terreni adiacenti la Cascina Montemerla (tra la Statale 10 per Voghera e la Provinciale per Viguzzolo) vengano depositati materiali contenenti amianto, provenienti dagli scavi per la galleria finalizzata all’apertura del Terzo Valico, nei pressi di Voltaggio.
Nel nostro piccolo ci siamo domandati quanto, o meglio quanto non, sappiamo riguardo l’enorme progetto della TAV e Terzo Valico: circa le conseguenze economiche, sanitarie ed ambientali di questa infrastruttura, circa le evidenti proteste che da troppi mesi occupano i notiziari televisivi. Circa quanto il nostro domani potrà rimanerne influenzato.
Lo scopo proposto era quello di condividere e dibattere usufruendo delle sole nostre informazioni senza chiedere l’intervento dei numerosi “esperti in materia”. Ed ecco il primo ostacolo: reperimento di informazioni ufficiali su internet (mezzo più utilizzato dagli utenti della nostra età). I siti istituzionali non dedicano spazio, o molto poco, a questo argomento; le uniche fonti utili risultano essere i molteplici siti delle organizzazioni No Tav che scrivono notizie (assolutamente vere e comprovate) sottolineando solo risvolti negativi.
E da qui, il secondo scoglio: capire quali risvolti positivi possa portare tal progetto. Perché tanta foga di terminarlo (nonostante l’opinione pubblica si sia più volte opposta), senza spiegarci quali saranno i frutti che potremo raccogliere? Perché lo Stato, o chi per esso, non riesce a dimostrarci ed avvalorare le sue ragioni in maniera ufficiale ed accessibile, se così male non dovrebbe fare? Accendiamo i riflettori sulla nostra città. Parliamone in un’assemblea pubblica di questo “rischio amianto”, non solo dal punto di vista “No Tav” , il quale già espressosi ha riportato dati terrificanti e spaventosi spiegando che la cava Montemerla, distante qualche centinaio di metri dall’Iper di Tortona in direzione Pontecurone, è stata scelta come possibile sito in cui smaltire le centinaia di migliaia di metri cubi di materiale proveniente dagli scavi del Terzo valico, contenente per conformazione naturale, amianto: sostanza altamente tossica, cancerogena, la cui inalazione provoca conseguenze mortali.
“Per non creare nessun tipo di problema”, ci hanno detto, “occorrerebbe che il processo di trasporto e sotterramento venga eseguito a regola d’arte rispettando ogni accorgimento del caso”; ma se è vero che “l’occasione fa l’uomo ladro”, non vi risulta difficile credere ciò? Credere che ogni precauzione verrà attuata duranti i lavori? Per noi lo è. Perché la nostra amministrazione, di fronte ad una potenziale “emergenza amianto”, non si sente di tranquillizzare i propri cittadini con un’assemblea altrettanto pubblica, esponendo ogni ragione del caso? Durante il nostro pomeriggio insieme abbiamo concluso che vorremmo al più presto sapere qualcosa: per tutti, per il nostro futuro, per la nostra informazione.
E non ci accontenteremo di un “se le cose andranno fatte come andrebbero fatte, non ci sarà nessuna ripercussione” in quanto pretendiamo di poter avere la possibilità e gli strumenti al fine di poter accertare che tutto questo non pregiudichi la salute e vita di una cittadina. L’idea che centinaia di camion, carichi di Amianto, transitino nelle nostre strade quotidianamente ci mette solo ansia e tanta preoccupazione per il nostro futuro (come se non ne avessimo abbastanza). E allora ecco il punto, ecco quello che vorremo: chiarezza, sincerità, un futuro senza mascherina.
Andrea Chiandotto
29 novembre 2013