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LETTERE IN REDAZIONE: Ben 200 persone alla cena per finanziare il ricorso al Tar contro il Terzo Valico

No Tav terzo Valico - ISi è svolta ieri, sabato 16 novembre, nel centro polifunzionale di Mornese, la Cena della tradizione, organizzata dall’Associazione Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente – Afa in collaborazione con il circolo Legambiente Vallemme. L’obiettivo era raccogliere i fondi per pagare il ricorso presentato Tar del Lazio da Pro Natura, Afa e undici cittadini contro la determina della Commissione V.i.a. del Ministero dell’ambiente. Il 2 agosto a Cociv è stato concesso di avviare in via anticipata l’allestimento dei cantieri del primo lotto del progetto esecutivo e l’attività di scavo a Voltaggio e Arquata Scrivia.

“La cena – dicono gli organizzatori – è stata un successo. Hanno infatti partecipato 200 persone, provenienti dalle più diverse località della provincia nonché dalla Liguria, appartenenti ai comitati no Terzo valico e semplici cittadini che in questa occasione conviviale hanno potuto conoscere la questione dell’alta velocità tra Liguria e Piemonte con tutte le sue conseguenze negative. Tante sono state inoltre le offerte di persone che non hanno potuto partecipare ma che hanno comunque voluto dare il loro contributo, che ci permette di coprire una buona parte delle spese”.

Afa e Legambiente Valelle sottolineano inoltre che numerose aziende vitiviniviole hanno donato i loro vini per la cena, “un gesto di grande attenzione per il nostro territorio, che rischia di essere stravolto per sempre da un’opera di cui nessuno ha mai spiegato l’utilità”. I nomi: Borgatta (Tagliolo Monferrato), Giordano Lombardo (Gavi), La Chiara (Gavi), Bergaglio Cinzia (Tassarolo), Rugrà (Tassarolo), Le Marne (Parodi Ligure), I tre quadri (Gavi).

Il ricorso impugna la determina del 2 agosto in quanto è stata approvata prima della conclusione dell’iter della verifica di ottemperanza del progetto esecutivo al definitivo del 2006, verifica ancora da concludere da parte dello stesso ministero. I legali dei ricorrenti, Mattia Crucioli e Emiliano Bottazzi ritengono inoltre sia stato violato il principio di precauzione in merito alla comprovata presenza di amianto nelle rocce dell’Appennino che dovrebbe essere scavate per la realizzazione del tunnel di valico, visto che ancora oggi non sono conclusi gli studi dei tavoli tecnici regionali (ma prima ancora del tavolo tecnico previsto dall’Osservatorio ambientale del Ministero dell’Ambiente, di cui nessuno conosce l’attività) sulla presenza di rocce amiantifere.

Il 5 dicembre al Tar del Lazio è in programma la camera di consiglio che dovrà valutare la richiesta di sospendere l’atto impugnato, in attesa del giudizio di merito.

Gianni Repetto –  Associazione Afa 



17 novembre 2013

 

 

 

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