Cosa pensare di un film che dura quasi due ore e mezzo e quando finisce sembrano passati pochi minuti? Che sicuramente è un bel film, anzi un ottimo film, se quando ci alziamo vorremmo che non finisse e che continuasse ancora.
Certo continuerà perché la terza parte di questo “Hunger Games” si preannuncia sicuramente ricca e spumeggiante, ma per ora dobbiamo accontentarci di questa seconda parte dell’ennesima trilogia di film che sta diventando una costante di Hollywood.
E un’altra costante è quella di vedere secondi film di trilogie che mantengono intatto tutto il fascino del primo film.
Accade anche in “Hunger Games – la ragazza di fuoco” dove forse, il lato sentimentale prende più spazio che nel primo film, ma la trama, le scene, i combattimenti e soprattutto la suspence rimangono inalterati, anzi forse addirittura superiori perché le scene nella foresta non sono statiche come nel primo film ma possiedono più azione.
Soltanto alla fine del film questo segreto viene svelato in parte.
Poi entra in campo anche la voglia di ribellione, di libertà che nel primo episodio era solo accennato mentre invece qui esplode in tutta la sua drammatica
Ciò che colpisce in questo secondo capitolo è la bravura degli attori: la capacità che hanno di trasmettere al pubblico le emozioni del personaggio che interpretano: la giovane attrice Jennifer Lawrence, già premio oscar per “Il lato positivo” dimostra grande capacità espressiva e il regista Francis Lawrence (i due non sono parenti) indugia molte volte primi piani, sugli sguardi della giovane guerriera, sulle lacrime che scendono dal volto, sulla rabbia che traspare dalle sue parole dai suoi gesti, ma soprattutto sugli occhi della giovane attrice.
La differenza tra il primo e il secondo film che è sicuramente superiore, sotto certi aspetti, riguarda i personaggi: se il primo si basa quasi esclusivamente si Katniss e Peeta, in questo secondo episodio prendono più spessore i personaggi di contorno che bene o male, in qualche modo, diventano protagonisti nei singoli ruoli.
La storia, insomma si amplia, le vicende si intrecciano e questo non può che fare bene al film che scivola velocemente verso alla fine, tanto che alzarsi quando arrivano i titoli di coda, è davvero un dispiacere. Siamo di fronte ad un bel film, sicuramente da vedere.
30 novembre 2013