Questa la conclusione della riunione consigliare della Commissione viabilità che si è svolta lunedì mattina a palazzo Ghilini, presso la sala del consiglio provinciale.
Una riunione sollecitata dalla minoranza dopo le polemiche che hanno coinvolto l’assessore nelle trasmissioni televisive di Canale cinque e della Rai sull’utilizzo dei 35 Velo ok, apparecchiature non omologate dal Ministero dei trasporti e collocate a Rivalta Scrivia, Ozzano Monferrato, Ovada, Casalcermelli e Montemarzino, che la Globoconsumatori ha smascherato grazie ad un quesito rivolto direttamente al Ministero.
La maggiorparte dei consiglieri provinciali presenti alla riunione hanno dimostrato di aver capito poco o nulla sul motivo per cui la Globoconsumatori ha sollevato il problema. Hanno continuato ripetere che l’istallazioni di questi oggetti di plastica arancione che sono vuoti e spesso costituiscono un intralcio alla circolazioni di pedoni, carrozzine, biciclette e moto, hanno ridotto la velocità dei mezzi nei centri abitati in cui sono stati collocati, dimenticandosi o ignorando che nessuno ha messo in dubbio l’efficacia di questi oggetti che inducono gli automobilisti a rallentare (efficacia provvisoria per altro perché quando la notizia che saranno vuoti diventerà di dominio pubblico verranno ignorati e saremmo daccapo) ma che il nocciolo della questione verteva sul fatto che si tratta di strumenti non omologati dal ministero dei Trasporti e come dice la lettera che lo stesso Ministero ha inviato alla Globoconsumatori “possono costituire intralcio alla circolazione stradale”.
Nella riunione della commissione Comaschi ha più volte ribadito che sono stati collocati in 400 Comuni in tutta Italia e che la scelta è caduta su questi strumenti per dare una risposta alla richiesta dei cittadini e che nessuno prima d’ora aveva sollevato il problema.
Purtroppo nessuna di quelle città aveva in loco la sede nazionale della Globoconsumatori ed una persona come Mario Gatto che si è preso la briga di inoltrare un quesito al Ministero dei trasporti per sapere se effettivamente questi “così” siano a norma e rispettino il Codice della Strada.
“Non è una questione di costi – dice Mario Gatto della Globoconsumatori – ma una questione di trasparenza. Perché un’amministrazione provinciale deve utilizzare dei soldi pubblici per acquistare degli strumenti non riconosciuti dal Ministero? Noi non chiediamo di rimuoverli – dice Gatto – ma solo di utilizzare degli strumenti omologati e a norma , nel rispetto delle leggi.”
E’ quello che alla fine della riunione Comaschi ha detto a noi: “vogliamo operare nella legalità”.
Bene: se è così facciano presto a contattare il Ministero e se questi “cosi” sono illegali smettano di utilizzarli, così come devono smettere di farlo i 400 comuni in cui sono stati istallati perché è impensabile che chi è chiamato a far rispettare la legge lo faccia utilizzando procedure illegali e vessando i cittadini con multe che non possono essere elevate se la strumentazione non riconosciuta a norma dallo Stato.
11 novembre 2013