Questa la grave situazione denunciata dai centinaia di genitori alessandrini che, stanchi di quello che sta accadendo nelle scuole della città e nei sobborghi e di una vicenda che ha raggiunto il limite, giovedì mattina, poco prima delle 10, sono scesi in piazza contro il Comune di Alessandria e contro l’Aristor, la società che prepara i piatti nelle mense scolastiche.
Sono contrari al piatto unico ma anche al menu che viene distribuito nelle mense scolastiche di Alessandria.
“Il Comitato mensa – dice Giuseppina Gioia della scuola Galileo Galilei – ci ha detto che il piatto unico verrà erogato tre volte alla settimana, ma il problema non è solo quello del piatto unico, ma di tutto il menu che viene preparato: non si può dare ai bambini un po’ di riso e della carne, oppure fagioli con un mapo, frutta quasi mezza marcia o contorni di verdure che non piacciono ai bambini.”
Secondo la rappresentante dei genitori la situazione ha raggiunto il limite: “Ci sono bambini che in mensa non mangiano nulla – aggiunge Giuseppina Gioia – poi escono da scuola e si recano subito in palestra ad effettuare attività sportiva con lo stomaco vuoto. Così non si può più andare avanti.”
Ed infatti i genitori, mamme soprattutto, hanno dato vita ad un presidio davanti al municipio di Alessandria: si sono date appuntamento grazie ad un tam tam su facebook dove per altro è stato proclamato “sciopero ad oltranza per il piatto unico Aristor” che ha superato le 500 adesioni.
UNA RACCOLTA FIRME IN TUTTE LE SCUOLE DELLA CITTA’
Emblematica la situazione di Cristina Tonato della scuola “De Amicis” che ha rassegnano le dimissioni irrevocabili da componente del Comitato Mensa cittadino, demoralizzata per essersi sentita l’unica voce fuori dal coro che ha perorato la richiesta dei genitori per l’abolizione del piatto unico.
“Siamo contro il piatto unico – dice Cristina Tonato – e stiamo raccogliendo le firme in tutte le scuole della città che poi invieremo al sindaco chiedendo di cambiare il menu nelle scuole perché così i nostri figli non mangiano nulla e fanno la fame.”
La contestazione contro le scelte del Comune e di Aristor che, a quanto pare anche condivise dalla maggiorparte dei componenti del Comitato mensa, sta “montando” sempre di più. Una protesta che si sta allargando a macchia d’olio perché i genitori si sentono vessati e presi in giro: pagano 4 euro per ogni pasto per vedere i loro bambini sbranare tutto ciò che capita sotto tiro una volta terminate le lezioni.
Il cibo che viene somministrato ai bimbi non piace: “Ci sono cose che non vanno – aggiunge Cristina Tonato – ci dicono che ci sono 60 grammi di carne nel ragù in ogni piatto, ma com’è possibile se si tratta di una piccola porzione? Vogliamo vederci chiaro e anche per questo raccogliamo firme in tutte le scuole.”
14 novembre 2013