Venerdì 18 novembre 2013, alle 21.00, riprenderanno, presso la Biblioteca Comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia, le serate dedicate alla lettura della Divina Commedia. Il ciclo “e, se volete, parliamo di Dante”, curato da Benito Ciarlo, ricomincia con la lettura e il commento del Canto Settimo dell’Inferno.

Il ciclo proseguirà nei prossimi mesi con il seguente programma:

Venerdì 15 novembre ORE 21 INFERNO CANTO VIII

Venerdì 13 dicembre ORE 21 INFERNO CANTO IX

Il settimo canto dell’Inferno è particolarmente noto per l’incontro di Dante con Pluto, e per l’invocazione di quest’ultimo a Satana (Papè Satan Papè Satan Aleppe) sul cui significato si sono scervellate generazioni di esegeti e di studenti. L’azione si svolge nel IV e nel V cerchio dove sono puniti gli avari, i prodighi, gli iracondi e gli accidiosi. Gli avari e i prodighi sono rappresentati abbruttiti e irriconoscibili mentre girano in cerchio facendo rotolare col petto enormi macigni e, nell’incontrarsi, si insultano; gli iracondi e gli accidiosi sono immersi nello Stige e si percuotono a vicenda.

Al centro del canto è posta la digressione sulla Fortuna: tema per altro collegato alla questione della distribuzione dei beni terreni e pertanto strettamente connesso ai peccati puniti in questo cerchio. Il mondo antico la rappresentava come una dea bendata o cieca, che distribuisce i suoi beni senza fare distinzione di merito tra i mortali; proprio per questo essa era reputata instabile e capricciosa, amica degli immeritevoli.

Questa idea non poteva essere accolta dal Cristianesimo, che considerò invece la Fortuna uno strumento della Provvidenza, delegata a distribuire tra gli uomini e le nazioni i beni terreni e di trasferirli periodicamente in base agli imperscrutabili decreti divini. Dante, in maniera originale, fa della Fortuna una intelligenza celeste, ministra del volere divino al pari degli angeli, le cui azioni, anche se incomprensibili per l’uomo, sono comunque rivolte a suo vantaggio, dal momento che molto spesso è proprio la mancanza di beni materiali a rivelarsi per l’uomo il vero bene.

 17 ottobre 2013