Sul quotidiano genovese il Secolo xix è comparso il 17 agosto 2013 un articolo dal titolo”MEGLIO SALVARE UNA VITA CHE UN PICCOLO OSPEDALE”. In sintesi lo scritto affermava che non è più tempo di avere una medicina” tuttologica “sotto casa ma di essere assistiti, per patologie importanti, in centri specialistici dove curano moltissimi casi identici

Questo modello organizzativo è già attivo nella maggior parte dei paesi Europei e nell’America settentrionale.

Nei piccoli centri sarebbe comunque garantita un’assistenza qualificata e costante per tutte le patologie meno complicate che però rappresentano circa l’ottanta per cento delle malattie presenti nel nostro territorio.

 

Quali sarebbero i vantaggi? Intanto, brutto da dire ma vero, si avrebbe un risparmio notevolissimo eliminando doppioni di prestazioni inutili e a inadeguate, di contro però si avrebbe la garanzia di essere assistiti per patologie impegnative da personale con notevolissima esperienza e mezzi adatti.

Sì è ormai appurato che esiste un numero d’oro di prestazioni oltre alle quali calano drasticamente gli errori. Sappiamo tutti che in qualsiasi attività più si fa la stessa cosa e più si raggiunge la perfezione; un esempio prosaico ma aderente è che il grande cuoco, se non la ha mai fatta’ non riuscirà ad eguagliare la bontà della bagna cauda della vecchia mamma.

 

Con ciò, a parte gli esempi, è giustissimo fare le diagnosi nei piccoli ospedali, magari ambulatorialmente ,ma lasciare la terapia, se complicata, a personale che ha visto e curato tante volte quel caso.

 

Oltre al numero d’oro esiste anche l’ora d’oro che significa avere le prestazioni più adeguate nel tempo più breve. E qui entra in campo il 118 che ha personale esperto adeguato e mezzi per “mantenere in vita ” se è possibile il paziente fino a quando non si raggiunge il presidio più idoneo dove immediatamente verrà eseguita la prestazione specialistica più opportuna. Esistono, infatti, i cosiddetti trauma center dove il paziente viene all’arrivo immediatamente trattato, senza perdere tempo, per le lesioni che presenta, siano esse al cervello al torace all’addome ecc. Sembra che ciò comporti un tasso di sopravvivenza maggiore che non transitare da un piccolo presidio che riesce magari a fare la diagnosi ma deve poi inviare il malato in altra sede con dilatazione abnorme dei tempi. Noi siamo particolarmente fortunati perché a 30 km abbiamo un ospedale eccellente e di eccellenza, che in questi giorni è stato riconosciuto come il terzo migliore ospedale d’italia, che ci garantisce tutto ciò. Probabilmente in altre aree periferiche europee e nord americane né devono fare 300 di km.

Sembrano quindi giusti i presupposti su cui si basa la frase meglio salvare una vita che un piccolo ospedale e con questo modello si è visto che di vite se ne salvano più di una. La politica, per ragioni elettorali, sceglie il più delle volte il piccolo ospedale Invece in Liguria nonostante una giunta PD questo modello si applica e se ne scrive qualcosa anche.

La cosa che è incredibile e come certa sinistra locale, con alcuni politicanti, ogni tanto esca con trafiletti in pseudo difesa di realtà sanitarie dannose e poco sostenibili. Evidentemente è l’unico sistema per darsi un minimo di visibilità ma a spese del buon senso e della gente che a volte crede a slogan catastrofici.

Come al solito citiamo Guccini grande cantautore peraltro di sinistra “intanto ci sarà sempre lo sapete un pio un Teorete un Bertoncelli o un prete a sparare ca..te”

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13 ottobre 2013