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LETTERE IN REDAZIONE: Gli studenti scendono nuovamente in piazza venerdì mattina

Gli studenti in corteo lungo corso Roma

Gli studenti in corteo lungo corso Roma

Venerdì 4 ottobre tanti studenti sono scesi nelle piazze italiane con l’intento di rivendicare i propri diritti e di riprendersi ciò che, negli anni, ci hanno tolto e che continuano a toglierci. Faremo la stessa cosa venerdì 11 ottobre, nelle piazze e nelle strade di Alessandria, contemporaneamente a tanti altri studenti e studentesse in tutta Italia.

Ad oggi scendere in piazza è estremamente importante visti i diritti che continuamente ci vengono negati.

Scendiamo in piazza per dire che vogliamo una SCUOLA PUBBLICA, solidale e dalla parte di noi studenti che ogni giorno rendiamo vivi gli istituti scolastici ma, nonostante questo, mai veniamo interpellati per prendere decisioni che riguardano, appunto, le nostre scuole. Negli ultimi anni i ministri che si sono succeduti non hanno fatto altro che peggiorare le condizioni dell’istruzione pubblica, ormai ridotta ad un mucchio di macerie.

Alla faccia di noi studenti e studentesse costretti a convivere con una scuola pubblica senza fondi e con le strutture scolastiche che cadono a pezzi, vediamo fondi pubblici che continuamente vengono investiti per la costruzione di grandi opere inutili e dannose come i treni ad alta velocità(TAV) che, nonostante la militarizzazione delle aree interessate, non riescono a costruire grazie alla resistenza di decine di migliaia di persone a partire dalla Val Susa fino ad arrivare al basso Piemonte e alla Liguria dove migliaia di persone hanno deciso di opporsi al Terzo Valico (linea ferroviaria ad alta velocità che collegherebbe Genova a Tortona).

Scenderemo in piazza per dire, anche, che siamo antirazzisti e che di fronte alle oltre cento persone morte in mare nei pressi di Lampedusa pochi giorni fa non possiamo che essere indignati. È assurdo che nel 2013 sia possibile che qualcuno muoia perchè scappa dalla guerra, dalla povertà, dalla fame,… e di fronte a tutto ciò il Governo è in grado solamente di proclamare lutto nazionale facendo fare un minuto di silenzio a tutti gli studenti delle scuole italiane. Tutto ciò è l’ennesima presa in giro, i minuti di silenzio e i lutti nazionali non riportano in vita i migranti che hanno perso la vita in mare, bisognerebbe essere in grado di accogliere a braccia aperte chi fugge da situazioni invivibili e non permettere che delle persone muoiano vicino alle coste di Lampedusa.

Dire sì alla scuola pubblica significa anche dire no a grandi opere inutili e all’acquisto di aerei militari come gli f35

Dire sì ad una scuola antirazzista significa anche dire no alle morti nel mediterraneo oltre che dire basta alla legge Bossi-Fini.

Studenti InMovimento – Alessandria



 10 ottobre 2013

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