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CINEMA: Gravity al Megaplex Stardust, ottime scenografie, 2 grandi attori, bel film

Sandra Bullock e George Clooney col regista Alfonso Cuaron che spiega come devono recitare

Sandra Bullock e George Clooney col regista Alfonso Cuaron che spiega come devono recitare

La trama è irrealistica, perché ciò che vediamo non potrà mai accadere nella realtà, ma siamo di fronte ad un film che per cui la fantasia è ammessa e l’irrealtà spesso sono componenti essenziali di ogni film per cui la recensione va fatta senza tenere conto di questo fattore che è forse l’unico punto debole di un film sicuramente molto originale, diverso da quelli che siamo abituati a vedere, dove la calma dello spazio ed i movimenti rallentati in assenza di gravità, fanno a pugni con la vita moderna e stressante a cui siamo abituati, con i film rumorosi, ricchi di esplosioni, spari, caos, rumore o musica spesso elevata.

Il film si apre con le riprese della Terra, il nostro pianeta vista dallo spazio ed è sicuramente questa una delle parti più belle film. Una scenografia che ci accompagna per oltre l’ 80% delle riprese che è da mozzafiato per la bellezza intrinseca di un pianeta stupendo.

Scene di grande intensità ribadite anche da alcuni apprezzamenti di Kowalsky –Clooney più volte durante il film.

Certe scene come il crepuscolo da sole valgono il prezzo del biglietto.

Il regista Alfonso Cuaron è bravo: autore di pochi film come uno dei più belli della saga di Harry Potter (il prigioniero di Hazkaban) ma sicuramente di livello, propone stavolta un film basato sullo spazio che in alcune scene può ricordare 2001 odissea nello spazio qui, grazie anche al 3D, con effetti sicuramente superiori e di una profondità che 40 anni fa era impossibile avere.

Anche se la scheda del film ne elenca cinque, gli attori sono praticamente soltanto due: George Clooney e Sandra Bullock, quest’ultima protagonista assoluta per due terzi di film eppure, malgrado tutto, il film non stanca e non è neppure ripetitivo

Insomma, non è facile realizzare un film solo due attori di cui una che occupare due terzi della scena, con pochi dialoghi e movimenti a rallentatore: c’è il rischio di addormentarsi, cosa che invece non succede.

Ecco perché “Gravity” è un bel film.

 5 ottobre 2013

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