Giovedì 3 ottobre, presso l’aula magna del Complesso Universitario “Perrone” a Novara, si è svolta la nona edizione del concorso per idee innovative d’impresa Start Cup Piemonte Valle d’Aosta, competizione promossa dagli incubatori universitari piemontesi Enne 3 (Università del Piemonte Orientale), I3P (Politecnico di Torino) e 2i3T (Università di Torino), che ogni anno mette in gara centinaia di idee d’impresa con un montepremi complessivo prossimo a 100 mila euro.
Al terzo posto si è classificata Isalit, una start up nata presso enne3, che ha sviluppato una tecnologia rivoluzionaria applicata al monitoraggio, alla conservazione e alla salvaguardia dei beni culturali e degli oggetti d’arte.
Della squadra fanno parte Marcello Manfredi, studente del corso di dottorato in Scienze chimiche presso il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica di Alessandria; Marco Bobba, assegnista di ricerca; Elisa Robotti, ricercatrice universitaria; Emilio Marengo, ordinario Chimica analitica; Greg Bearman, in passato principal scientist e manager presso la NASA e consulente del NASBO (l’incubatore di imprese della NASA), esperto di soluzioni in ambito di imaging biomedico per la diagnostica e presidente e co-fondatore dell’azienda partner Snapshot Spectra, Inc., attiva nel campo dell’hardware ottico, spettroscopico e fotografico di precisione.
Isalit – Innovative Solutions and Advanced Led Imaging Techniques – utilizza due specifiche tecnologie: un’Imaging multispettrale a LED per rilevare la degradazione delle superfici degli oggetti e un’Imaging in 3D per rilevare i cambiamenti di forma, crepe e altri tipi di danni agli oggetti.
Come ha spiegato lo stesso professor Marengo: «Attraverso l’utilizzo dell’Imaging Multispettrale a LED e della Reflectance Transformation Imaging, entrambi accoppiati a protocolli proprietari avanzati di calcolo statistico, è possibile monitorare qualsiasi superficie in modo semplice, economico, automatico, veloce e del tutto non invasivo e allo stesso tempo affidabile, accurato e con prestazioni indubbiamente superiori alle tecniche attualmente disponibili. In questo modo è possibile avvisare il conservatore/restauratore della presenza di situazioni degradative pericolose per il bene, prima che queste siano visibili e prima che avvenga un danno importante».
Attualmente il gruppo di ricerca sta applicando queste tecniche su una serie di opere, dai materiali più vari e di diverse datazioni: i Rotoli del Mar Morto; manoscritti antichi della Library of Congress di Washington DC; gli affreschi del XV secolo nella ex-chiesa di Santa Maria di Castello a Valle Lomellina (PV); l’opera “Presagi di Birnam” del 1970 di Carol Rama, di proprietà del Museo del Novecento di Milano; dipinti su tela dell’artista modernista americana Giorgia O’Keeffe, situati a Santa Fe, New Mexico.
Il premio ottenuto, che ammonta a 10.000 Euro, permetterà ora a Isalit S.r.l. di trasformarsi in vera e propria realtà imprenditoriale, commercializzando un prodotto che, non solo risponde alle esigenze di musei, collezionisti, conservatori, gestori di opere, ma che si è dimostrato unico al mondo nell’utilizzo di una tecnica, la cui validità è già stata provata sul campo.
3 ottobre 2013