“Stimolato dalle chiamate dei genitori e da alcuni post in circolazione su Facebook – dice Locci – ho pensato fosse mio dovere andare a verificare personalmente un pranzo in una scuola d’infanzia comunale. Mi sono quindi presentato questa mattina, lunedì, alle 11,45 alla Scuola comunale d’infanzia Bovio in via Guasco chiedendo di poter presenziare al pranzo dei bambini. Sono stato accolto cordialmente dalle educatrici con cui mi sono immediatamente confrontato sul menù proposto ai bambini.”
Locci ha controllato il menu in uso per scuole materne, elementari e medie ed è giunto ad alcune conclusioni
“Il primo evidente problema – aggiunge – è rappresentato dall’introduzione del “piatto unico”, evidenziato in neretto, due giorni alla settimana. Piatti come pasta e fagioli, pasta e ceci e altri abbinati ad un unico contorno di verdure non trovano facilmente il favore dei bambini che, rifiutandosi di consumare il piatto unico, com’è già successo, rimangono a digiuno, perché non sono disponibili alternative. Oggi, sono stato fortunato, perché sono capitato in una giornata senza piatto unico! La prima portata erano crocchette con purè, nella foto di seguito potete vedere il piatto che ho mangiato in compagnia dei bambini. Mi è stato servito in un piatto di ceramica, gli operatori della cucina indossavano guanti in lattice, le posate sono quelle standard di metallo ed il bicchiere di plastica rigida. Diciamo tutto okay. Curiosa solo la scelta di servire prima il secondo del primo, la scelta è stata motivata perché ai bambini piace di più e lo mangiano più volentieri, ma forse questa giustificazione varrebbe al contrario”
I BAMBINI SPESSO GRADISCONO
“Comunque – aggiunge il consigliere di Fratelli d’Italia – devo dire che i bambini sembravano gradire e le mani alzate per richiesta di un bis non erano poche. Dopo il secondo di primo, il primo di secondo. Ci è stato servito un piatto di passato di verdure con il riso come da foto. L’entusiasmo tra i bambini è stato un po’ più basso, ma la bella Giulia seduta vicina a me l’ha divorato ed ha pure chiesto il bis. Parlando con i bambini mi hanno detto che la pappa che viene data loro gli piace ma altre volte no. Le verdure ad esempio fanno storcere il naso e quando sono mischiate in un unico piatto con la pasta il rischio è che non mangino niente. Anche il passato non lo adorano, ma io ho spiegato che sono diventato alto mangiando il passato e le verdure
IL PIATTO UNICO CATTIVA SCELTA NASCOSTA DAL SINDACO
“La novità del piatto unico – aggiunge Locci – è stata tenuta nascosta dalla trasparente amministrazione comunale guidata da Rita Rossa sia ai genitori che alle maestre, con cui è mancato ogni genere di confronto. Ora mi impegnerò presso la Sindaca e l’assessore Gotta affinché il menù possa nascere attraverso una concertazione che coinvolga i genitori e le educatrici affinché non capiti più che i bambini restino senza mangiare. Non è giusto imporre ai bambini un menù che vada incontro alle economia di scala aziendali di Aristor, se la direzione deve essere quella di un piatto unico va studiata in modo che ci siano alternative adeguate che possano soddisfare i gusti dei bambini. Esempi? Invece di pasta e fagioli con contorno di fagiolini non è meglio, ad esempio, carne con contorno di patate che incontrano più facilmente il favore dei bambini? Non costa molto poi prevedere un po’ di riso in bianco da abbinare ad un “secondo unico” da preparare all’occorrenza, magari con po’ di parmigiano. Insomma, qualsiasi siano le soluzioni, credo che non debbano essere imposte dall’amministrazione comunale ma concertate con chi i bambini li conosce bene: genitori ed educatori.”
Il problema di fondo però, secondo Locci, riguarda la scarsa considerazione che oggi si ha per i gusti dei bambini:
“Io non mi lasciavo convincere tanto facilmente – conclude – e piuttosto che mangiare sarei rimasto col pancino vuoto… Ma Rosa, la cuoca della mia materna, preparava primo e secondo (e qualche volta i dolci) direttamente nella cucina della mia scuola, ci conosceva bene e andava per quanto possibile incontro ai gusti dei bambini. Possibile che oggi i bambini non abbiano più diritto a questa attenzione?”
21 ottobre 2013