“Innanzi tutto – ha detto Fabbio – dobbiamo fare una premessa: secondo la norma riformulata del testo unico degli Enti Locali, il Comune di Alessandria che ha deliberato il dissesto nel secondo semestre dell’anno 2012, anziché presentare un bilancio di previsione stabilmente equilibrato entro l’esercizio di adozione del dissesto, può avvalersi della facoltà di presentare un’ipotesi di bilancio stabilmente equilibrato nell’esercizio successivo, cioè il 2013. La Commissione Ministeriale ha fissato una prima data limite al 17 agosto 2013, poi, dietro richiesta del Comune di Alessandria, al 15 ottobre. L’obiettivo è stato raggiunto? No. Vediamo alcune cause.”
Fabbio si addentra in una serie di dati che riportiamo integralmente: “ il bilancio 2013, che dovrebbe essere in equilibrio – aggiunge – non lo è: perde 12 milioni di euro. Andrà sottoposto ora alla Commissione del Ministero dell’Interno, che, a legislazione vigente, non potrà che orientare la procedura alla nomina di un commissario, pur nel rispetto dei tempi che sono nell’ordine di almeno un semestre, salvo che questa maggioranza non ritenga di lasciare prima il governo della città o che intervengano nuove norme a favore del Comune di Alessandria.”
Secondo l’ex sindaco il bilancio 2013 è ottenuto inserendo in modo artificioso (pur senza raggiungere l’obiettivo come abbiamo spiegato sopra) 32 milioni e 11 milioni del fondo di rotazione per i Comuni in predissesto.
“Facoltà questa – aggiunge – allargata in un secondo tempo anche ai Comuni in dissesto. 32 milioni costituiscono il credito vantato dal Comune sul 2011, ma anche un uguale debito, che però non viene iscritto a bilancio. Questa è un’irregolarità inspiegabile e grave. Il bilancio 2013 chiude con un disavanzo di 12 milioni nonostante entrate straordinarie per 43 milioni. La spesa, quindi, anziché calare sale: nel 2011 era 105 milioni, nel 2012 è stata di 106, nel 2013 di 109 (si può considerare abbastanza consolidata una previsione fatta in ottobre), ma rilevando la non iscrizione nelle uscite dei 32 milioni, il disavanzo sarebbe di 44 milioni! Dove andrebbero cercati i 32 milioni? In un fondo di svalutazione – un conto di transito – essendo noi certi di dovervi provvedere, vista la delibera 167 del luglio 2013 dell’Organo di Liquidazione. Ci interessa però moltissimo anche il 2014, un vero bilancio di previsione. I suoi dati sono già contenuti nel pluriennale 2012-2014 e in quello 2013-2015. Troviamo i 32 milioni? No. Troviamo la ripartizione triennale del debito di 44 milioni? No.”
Così Fabbio annuncia: “Perché mai dovremmo poter votare un bilancio falso? – aggiunge il leader del Pdl – troviamo invece, nelle spese, un terzo del disavanzo 2013, quindi una riduzione “impossibile” di spese pari a 28 milioni di euro. Chiudere il 2014 pensando di poter spendere solo 85 milioni non è un atto di realismo, ma solo un sogno o una mistificazione comunicativa per far credere ancora qualcuno nelle capacità di questa Amministrazione. È il 22% in meno di una spesa rigida, ove ridurre significa, ad esempio tagliare 17 milioni di spesa per beni e servizi. Anche volendo non ci sarebbe il tempo e la città rischia di andare a rotoli, dovendo già scontare gli effetti di una drammatica crisi economica. Facciamo solo un esempio: il personale del Comune perde, tra il 2013 e il 2014 circa 1,5 milioni di spesa sulle previsioni. Sarebbe un sacrificio raggiungibile pensando al non rientro dal turn-over pensionistico e ad eventuali processi di prepensionamento (per i quali già scontiamo ritardi, comunque). Peccato che nelle previsioni definitive dell’esercizio in corso (2013), la spesa già superi i 30 milioni di euro. Come fare a credere dunque al dato dell’ipotesi di bilancio stabilmente equilibrato 2013? Basta guardare il pluriennale per scoprire la verità, che in conclusione significa 6 milioni in meno. A rischio a questo punto sono 100 lavoratori comunali”
Spulciano tra le pieghe del Bilancio Fabbio nota che gli Investimenti sono irrisori: “Nel quadriennio 2008-2011 – conclude Piercarlo Fabbio – la nostra amministrazione che credeva veramente nello sviluppo toccò i 165 milioni di investimenti. Ora si raggiungeranno i 2,5 nel triennio: irrisorio! Le alienazioni per ora sono sulla carta. Non sono iscritte a bilancio. Un’altra dimostrazione che gli attuali amministratori non credono fino in fondo a questa opportunità, che però noi cogliamo come unico atto di possibile realismo.”
15 ottobre 2013