Site icon Oggi Cronaca

TORTONA: Solo un donna tortonese su cinque va a partorire a Novi, ma il Punto nascite non si può riaprire

I dati sono stati esposti all’Assessore Regionale alla Sanità da Antonello Santoro, medico dell’Asl, durante un incontro pubblico che si è svolto venerdì sera allo Chalet Castello nell’ambito della Festa Democratica organizzata dal PD di Tortona: dal primo maggio ad oggi, cioè da quando è stato chiuso il Punto nascite all’ospedale accorpandolo a Novi Ligure, soltanto il 20% delle donne tortonesi ha scelto di partorire in quella città.

Il tavolo dei relatori

“I dati parlano chiaro – ha detto Santoro – su una media di 35-36 parti al mese che si verificavano presso l’ospedale di Tortona soltanto 6 di questi sono transitati nella struttura di Novi Ligure. La maggiorparte delle altre donne tortonesi ha scelto di partorire a Voghera.”

Una situazione che era stata in parte prevista dall’Asl, ma non certamente con questi numeri, perché secondo le previsioni originarie almeno il 40% delle donne in gravidanza avrebbe dovuto scegliere l’ospedale “San Giacomo” di Novi Ligure.

Purtroppo non sarà così e gli auspicati mille parti all’anno che avrebbe dovuto avere il reparto di ostetricia e ginecologia di Novi Ligure, sono bel lungi dall’essere raggiunti.

Nella migliore delle ipotesi il reparto di Ostetricia raggiungerà solo750 parti rispetto ai mille previsti, ma tra questi 145 sono quelli effettuati a Tortona dal 1° gennaio al 30 aprile.

Dati devastanti per l’ospedale Tortona-Novi, ma ormai la situazione è questa e non si può tornare indietro.

Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità Ugo Cavallera,: “Mi auguro – ha replicato Cavallera – che il discorso sul Punto Nascite di Tortona sia chiuso e non vada avanti negli anni. Una volta fatte le scelte la politica non deve più interferire.”

Il dibattito alla Festa del Pd è stato ampio ed ha toccato diversi temi, fra cui il blocco del tourn over per quanto riguarda sia medici che infermieri che rischia di creare grosse difficoltà in tutto il settore sanitario locale.

Cavallera ha spiegato che il blocco delle assunzioni è stato disposto per impedire di sforare il limite perché a maggio le Asl avevano già assunto il 50% del personale in pensione. “Dal primo gennaio – ha detto l’assessore regionale alla Sanità – ritornerà in auge la normativa che prevede che possano essere assunti solo la metà delle persone che vengono collocate in pensione.

Cavallera ha difeso le scelte del Piano sanitario ed ha posto l’accento sulla carenza nel settore informativo all’interno delle strutture sanitarie auspicando che l’Agenda Digitale varata dal Governo possa risolvere questo gap.

Il consigliere regionale Rocchino Muliere ha voluto sottolineare che se da una parte può essere anche giusto che un ospedale come il Tortona-Novi sia suddiviso in due strutture, non è pensabile che una persona operata in una città debba poi recarsi nell’altra per effettuare la terapia, per cui bisogna pensare a soluzioni diverse. Va bene operarsi in uno dei due ospedali ma la cura deve essere fatta in loco cioè nella zona in cui uno è residente.

Muliere ha poi lanciato un appello a lavorare insieme per migliorare i due ospedali che sulla carta, in pratica, sono soltanto uno.

 21 settembre 2013

Parte del pubblico presente

Exit mobile version