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TORTONA: Il museo del mare non chiude ma verrà trasferito a palazzo Guidobono sotto l’egida del Comune

Museo mare - ILa riunione tra il Comune e l’associazione Marinai d’Italia si è svolta nei giorni scorsi e riguardava proprio il “salvataggio” del museo del mare che e non verrà chiuso, ma collocato al primo piano di palazzo Guidobono, in piazza Arzano e gestito non più e non solo dall’Associazione Marinai ma sotto la tutela del Comune di Tortona, che vuole trasformare palazzo Guidobono in sede museale permanente, aggiungendovi, dopo il museo del mare, anche il museo civico.

Il museo del mare troverebbe spazio al primo piano di palazzo Guidobono, salendo le scale a sinistra, nell’ala interna, praticamente inutilizzata.

I visitatori che oggi raggiungono le sale espositive al primo piano sede di mostre e manifestazioni, avranno così l’opportunità di visitare anche il museo del mare che sarà indicato con appositi cartelloni ed appositi percorsi.

Alcuni ex marinai che curano il museo

Lo spazio, rispetto a quello che attualmente ospita i reperti del museo del mare, è leggermente più piccolo ma si parla di esporre i reperti di maggior pregio in maniera permanente e far ruotare gli altri attraverso esposizioni temporanee in modo che anche i visitatori siano incentivati ad entra più volte nel museo del mare.

La proposta, da parte della Giunta- Berutti è stata avanzata ai marinai in congedo che gestiscono la struttura e sono proprietari di numerosi reperti esposti, e giunge anche come soluzione al contenzioso nato tra l’Associazione marinai e il Comune stesso per una bolletta di 12 mila euro per spese di riscaldamento, che il Comune ha inviato ai marinai.

Una bolletta giunta inattesa perché è la prima volta, da quanto è stato aperto il museo, cioè diversi anni fa, che il Comune chiede le spese di riscaldamento. Una somma ingente per i marinai che si aggiunge alle spese delle bollette della luce, dell’acqua e dell’affitto che inon possono pagare, di qui l’ipotesi, circolata nei giorni scorsi di chiudere il museo.

Le ragioni di questa improvvisa decisione del Comune di chiedere all’Anmi le spese di riscaldamento del museo deriverebbero dalle precarie condizioni in cui si trovano le casse comunali, ma l’associazione si è opposta ed ha chiesto al Comune di conoscere con quale criterio ha suddiviso le spese di riscaldamento.

Il Comune allora ha convocato i marinari nei giorni scorsi, sottoponendo la sua proposta che è quella, appunto di trasferire tutto il museo a palazzo Guidobono e chiudere il contenzioso.

Il museo che adesso è privato, quindi diventerebbe in qualche modo anche comunale: continuerebbe ad essere gestito dai volontari che effettuano le visite guidate ma quando questo non sarà più possibile continuerà a funzionare ed essere visitato perché in un palazzo del Comune.

30 settembre 2013 

 

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