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Secondo i dati della Cgil dal 2009 ad oggi gli abitanti della provincia hanno perso un milione di euro al giorno in salari


Il 2014 sarà l’anno boom della disoccupazione. Lo dicono i dati della Cgil che ha stimato in 1 miliardo e 850 milioni la ricchezza perduta, in termini di salari e conseguentemente anche di consumi o risparmi, che la provincia di Alessandria ha persone negli ultimi 4 anni e mezzo.

Dati impietosi ed allarmanti illustrati dal segretario della Cgil, che rendono l’idea di quanto profonda sia la crisi, ma soprattutto dello sconforto che regna attorno ad una gravissima situazione di cui nessuno conosce la ricetta per uscirne.

Silvana Tiberti, segretario provinciale Cgil

“Dal 2009 ad oggi – ha detto Silvana Tiberti – gli abitanti della provincia hanno perso in salari una ricchezza pari ad 1 miliardo 850 milioni con una perdita secca di 1 milione di euro al giorno. Stiamo parlando di una perdita salariale depurata però dai dati fisiologici cioè riduzioni preventivate e previste perché se aggiungiamo anche quelle la perdita si aggira intorno al milione 700 mila euro al giorno. Si tratta di soldi che non ci sono più e quindi non girano nell’economia provinciale. Questi soldi che sono venuti a mancare nelle tasche degli abitanti di Alessandria hanno provocato una caduta della domanda interna ed è per questo che l’economia non va bene.” Si capisce, a questo punto, perché siamo tutti più poveri.

Il segretario della Cgil ha illustrato i dati relativi al primo semestre del 2013 confrontandoli con quelli dell’anno precedente per quanto riguarda la cassa integrazione: in provincia le ore sono passate 6 milioni 834 mila a 6 milioni 919 mila, con un ‘impennata soprattutto per le ore in deroga.

“La crisi è strutturale – ha aggiunto Silvana Tiberti – e checché se ne dica non si prospettano elementi di ripresa e neppure di speranza.”

 

CI SONO 35 MILA DISOCCUPATI

“La disoccupazione cresce ancora – ha aggiunto il segretario della Cgil – in provincia ci sono ben 35 mila disoccupati e 4.150 lavoratori in mobilità, con un aumento nei primi sei mesi di ben 454 unità contro i 284 dell’anno precedente. Il tasso di occupazione nella nostra provincia è uno dei più bassi della Regione con il 40,7%. Non ci sono soldi: le aziende hanno ordini ma non riescono a produrre perché non hanno i soldi per comperare le materie prime, non possono produrre e quindi non possono incassare. E’ una spirale perversa.”

 

LA CRISI SETTORE PER SETTORE

Nel Commercio oltre alla debacle di negozi che chiudono più che i posti adesso si perdono le ore: si lavora sempre di meno e dilaga il part time.

Nel settore edile dal 2009 si sono persi quasi 3.000 posti di lavoro su 7 mila addetti con una percentuale del 45% ma di questi 550 solo nell’ultimo semestre. Il 30% delle nuove case resta invenduto perché nessuno compera più immobili.

Nel settore metalmeccanico mancano insediamenti “madre” e nel 2014 si prevedono licenziamenti di massa in provincia perché le grandi imprese finiscono tutti gli ammortizzatori.

Nella Pubblica amministrazione e pagano i precari, la sanità non dà più contributi e le conseguenze più pesanti sono sui fornitori che non vengono pagati.

 5 settembre 2013

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