Le stupende colline del Monferrato, con i loro colori, non fermano la passione di Attilio Coppo per gli orologi, quelle minuscole rotelle, quegli ingranaggi hanno più fascino delle stupende tinte dipinte dalla natura. Il nostro giovane lascia il paese natio di Lu per avventurarsi in un’attività di cui ha, da sempre, assaporato un certo fascino

Francesco Cattaneo ha avviato l’attività di orologiaio in Alessandria, precisamente in via Dante nel 1920; proprio qui, dopo una decina d’anni, arriva Attilio Coppo, un giovane intenzionato davvero a metter mano a quelle sofisticate macchine utili a marcare il tempo. Dunque, dopo la convenevole presentazione, una stretta di mano, come s’usava a quei tempi, l’avvenire per il nostro giovane è assicurato.

Lavora con buona lena al banco, impara: ecco la tremenda guerra per cui è costretto a lasciare l’appassionante lavoro per correre in zona di operazione.

Terminato il conflitto, nel 1945, ritorna finalmente in mezzo ai tanto sognati quadranti, rimaneggia lenti, cacciaviti nel periodo in cui le aziende riprendono, seppure lentamente, ogni attività; intanto riesce a rilavare l’azienda, coadiuvato da Maria Teresa Dotto, detta Mariuccia, la sua sposa.

Attilio è abile nel suo mestiere, è ricercato per riparare le cosiddette bolle, ossia quei meccanismi installati negli ingressi delle aziende dove ogni dipendete ha intestato un cartoncino, per così dire la cartolina, da timbrare ad ogni ingresso, nonché al termine dell’orario di lavoro. La Borsalino lo chiama, così la Mino, la Montedison, la Cavis, la Montecatini, l’Ospedale SS, Antonio e Biagio, tante, tante altre aziende sono interessate alla sua specializzazione, sempre pronto a riparare quei segnatempo. La sua perizia è accompagnata dai ferri del mestiere; entrambe le cose rimettono in ordine quei congegni momentaneamente inattivi.

Il nostro orologiaio non ha dimenticato il paese di Lu, dov’è nato, anzi è molto unito a quella collina dov’è cresciuto: proprio lì corre ogni dì di festa, sempre atteso dai vecchi amici, per aggiustare i misuratori del tempo di ogni specie: dai cronometri, alle sveglie, passando per le pendole. L’attività è di prestigio, così negli anni sessanta ottiene la concessione dei marchi Omega, Revue, con la clientela sempre più estesa.

I raffinati gioielli colpiscono i nostri emigranti italiani, quando nell’estate del 1969 una famiglia di origine piemontese, in arrivo dal Canada, giunge in Alessandria per acquistare qualcosa di carino da portate oltre oceano. E, qui lo trova!

Un altro passo notevole avviene nel 1970, quando l’Azienda Patek Philippe sceglie Attilio Coppo, quale uno dei 29 gioiellieri in tutta la Penisola a cui affidare gli indiscussi orologi. È questo l’anno in cui l’attività è affiancata dal figlio Gian Piero, con la sua sposa Anna Morandi.

L’accortezza è sempre stata al servizio del cliente, con continue innovazioni, migliorie; oggi in quello scrigno foderato in legno di pero, collabora con le figlie Pieranna ed Ilaria, le quali hanno rinunciato alla carriera forense per vivere fra le lancette. Sono loro, oggi, a seguire corsi d’aggiornamento, a scegliere gli oggetti sempre più prestigiosi da proporre all’affezionata clientela.

Franco Montaldo



 8 settembre 2013