Nell’intricata vicenda scoperta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Alessandria al comando del capitano Pietro Iero, c’era anche il Comune di Ovada che si era affidato alla Società genovese che si è intascata i soldi invece di versarli ai Comuni, ma Ovada è riuscita ad uscirne avviando un’azione in proprio, cosa che invece non hanno fatto tre Comuni dell’ovadese, i cui rispettivi sindaci sono finiti nei guai.
I nomi dei Comuni non sono stati divulgati, ma potrebbero essere facilmente individuabili perché sono davvero pochi i Comuni alessandrini che hanno affidato la riscossione dei loro tributi ad una Società genovese, sulla quale si sono concentrate le attenzioni dei militari della Guardia di Finanza di Alessandria che al termine di un’impegnativa e lunga indagine hanno accertato un danno erariale di 1 milione 140 mila euro.
Sono soldi pubblici che avrebbero dovuto finire nelle casse dei tre comuni dell’ovadese e che rischiano di essere irrimediabilmente persi.
La società genovese, infatti, riscuoteva le tasse per conto dei tre Comuni, ma ometteva di versare i soldi a questi ultimi, trattenendoli.
Le indagini, coordinate dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Torino, hanno appurato che la società già coinvolta in analoghe situazioni ha trattenuto integralmente, per diversi anni, le somme corrisposte dai residenti, non versando quanto dovuto ai tre Comuni e successivamente ha cercato di far perdere le tracce del denaro con un articolato sistema di fiduciarie gestite da soggetti nullatenenti.
Nel complesso e ben articolato sistema di frode, anche le numerose fideiussioni, presentate in garanzia ai tre comuni, sono risultate contraffatte o riconducibili ad aziende insolvibili o in via di fallimento e quindi anche quelle che sembravano garanzie di recupero dei soldi, per i tre Comuni, alla fine sono diventate carta straccia.
Su tutta la vicenda, però hanno grosse responsabilità anche i sindaci dei tre Comuni (o chi per essi) perché a quanto pare, hanno sottoscritto con la Società incaricata della riscossione, clausole che impedivano ai Comuni stessi di rivalersi sulla società in caso di inadempienze della stessa, dovute sia dal ritardo o dall’omissione nell’avvio delle doverose azioni per il recupero del credito, che alla fine è caduto in prescrizione e diventato inesigibile.
Secondo e fiamme gialle gli amministratori comunali che hanno sottoscritto il contratto con la società genovese hanno agito molto incautamente: non ci sarebbero stati interessi personali ma grande negligenza nello stipulare il contratto ed è per questo motivo che tre amministratori dei rispettivi comuni insieme a sei ex responsabili della Società di riscossione, sono stati denunciati e saranno chiamati a rispondere degli ingenti danni provocati.
12 settembre 2013