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Comuni preoccupati per l’amianto del Terzo Valico, Alessandria e Novi volano a Roma, Tortona in silenzio, perché?

Non ci sono più parole per definire l’atteggiamento del Comune di Tortona verso la città, i suoi abitanti e l’ambiente. Mentre si assiste ad una vera e propria mobilitazione da parte di tutti i Comuni limitrofi interessati al progetto del Terzo Valico e persino da Alessandria, preoccupata per l’amianto che potrebbe ricevere e il danno ambientale che ne deriverebbe; il Comune di Tortona si mette in luce per l’assordante silenzio di cui è protagonista e per la totale assenza di una presa di posizione contro i lavori che avrebbero dovuto iniziare martedì 12 settembre, ma che con ogni probabilità verranno rinviati.

Così, mentre un assessore del Comune di Alessandria (Claudio Lombardi) ed esponenti del Comune di Novi Ligure volano a Roma per incontrare il ministro per l’ambiente, Andrea Orlando, e mentre molti politici del territorio come Rocchino Muliere, si schierano contro l’avvio dei lavori del Terzo Valico, Tortona sta in silenzio.

E’ vero che alla riunione di Roma sono stati convocati solo i Comuni di Alessandria, Novi Ligure, Voltaggio, Serravalle Scrivia e che, inoltre, martedì 10 settembre  si terrà a Torino si terrà un incontro sulla localizzazione delle cave del terzo valico e sulla connessa viabilità, ma cos’ha fatto Tortona per “meritarsi” di essere convocata?

Ma soprattutto c’ha fatto Tortona in merito al Terzo Valico, a parte sottoscrivere la moratoria dei sindaci?

Così mentre molti Comuni dell’area novese hanno preso un posizione contraria al Terzo Valico e la popolazione insorge ingrossando sempre di più il numero delle persone che temono ripercussioni per l’ambiente e per la salute, ed hanno paura che la possibile presenza di amianto nello smarino possa ridurre la nostra zona come una seconda Casale Monferrato, Tortona non interviene e sta zitta.

Stanno in silenzio gli amministratori comunali di destra da sempre favorevoli alla costruzione di quest’opera e quelli di Centro Sinistra; stanno zitti i politici, gli ambientalisti (a proposito, dove sono finiti?), le associazioni e molti altri.

Tutti in silenzio ad accettare passivamente quest’opera, perché?

Forse perché la reputano un toccasana per l’economia locale? Un rilancio per il settore logistico?

E’ giusto che un Comune e un sindaco, primo responsabile della salute pubblica, non prendano nessuna posizione di fronte alla prospettiva di veder arrivare sul proprio territorio milioni di tonnellate di rifiuti di cui non si conosce ancora la composizione e che potrebbero contenere sostanze altamente pericolose per la salute e per l’ambiente?

 9 settembre 2013

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