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TORTONA: L’ospedale cittadino primo in Piemonte per la cura dell’Ictus con un tasso di mortalità inferiore a tutti


In tutta la Regione Piemonte le più alte probabilità di salvarsi per una persona colta da ictus è quella di farsi ricoverare a Tortona. L’ospedale “Santi Antonio e Margherita” infatti, ha il più basso tasso di mortalità per un ictus entro i 30 giorni dal ricovero: 4,3% contro una media italiana del 9,94%. Risulta da un’indagine effettuata in quasi tutti gli ospedali italiani dall’Agenzia per i servizi sanitari (Agenas) e sancita dal Ministero della Salute che prende in esame oltre 1.400 tra nosocomi e cliniche private.

“In Piemonte i tassi di mortalità aggiustati – si legge nel dossier – incoronano come struttura con gli esiti più favorevoli per quanto riguarda la mortalità a 30 giorni dal ricovero per ictus, l’Ospedale S. Antonio e Margherita a Tortona con un valore pari a 4,3%. In seconda posizione, ma con un rischio relativo di errore per il numero troppo basso di casi, c’è l’Istituto SS Trinità di Arona (6,5%), segue l’Ospedale S. Giovanni Battista di Torino con un tasso di mortalità pari a 6,9%. Nella rosa dei cinque ospedali con le performance più favorevoli, ci sono infine il Presidio S. Gradenico a Torino (7%) e l’Ao Universitaria S. Luigi di Orbassano (7,3%).”

Per capire l’importanza di questo dato, anche a livello nazionale, forse basta scorrere la classifica al contrario: maglia nera in Italia è l’ospedale Venere di Bari con il 37,4% dei decessi, seguito dall’’ospedale Maresca di Torre del Greco con il 34,2%, poi gli ospedali Pineta di Castelvolturno (33%), Cardarelli di Campobasso (31,9%) e Genzano di Roma (31,4%).

L’analisi, che è del 2011, ha incrociato i dati del Sistema informativo ospedaliero, in cui confluiscono le informazioni su tutti i ricoveri registrati in Italia, e quelli dell’Anagrafe tributaria.

L’analisi è stata condotta da Luciano Fassari ed Ester Maragò, regione per regione e prende in esame gli ospedali migliori e peggiori in base a precise statistiche.

Per quanto riguarda i dati sulla mortalità dell’Ictus sono stati presi in esame tutti gli ospedali con almeno 50 casi all’anno, eccezion fatta per l’ospedale di Arona secondo in classifica dietro quello di Tortona, ma con un numero di casi inferiore a 50.

 

I COMMENTI DEI MEDICI


Il primario della neurologia Paolo Provera

Il dato ha suscitato sorpresa nel direttore sanitario dell’ospedale tortonese, Pamela Morelli: “Devo riconoscere che è una grande soddisfazione – dice – peraltro inattesa. Sappiamo di essere abbastanza bravi in neurologia, abbiamo medici capaci diretti dal primario Paolo Provera, un ottimo staff di sicuro, ma sinceramente mai più pensavamo di essere a certi livelli e questo è sicuramente un valido riconoscimento che ci sprona a continuare su questa strada.”

“E’ sicuramente una bella soddisfazione per noi – dice il Direttore del Distretto Sanitario di Tortona, Claudio Sasso – che testimonia una delle eccellenze del nostro ospedale.”

Un ospedale, quello di Tortona, spesso poco considerato o Comunque molto meno rispetto ad altri nosocomi che non possono vantare eccellenze come quelle tortonesi che si riflettono in molti altri settori, come ad esempio la Senologia.

 

 Ictus: mortalità a 30 giorni dal ricovero (media esiti Italia 9,94%)

Ictus o Stroke è comunemente definito come una sindrome clinica caratterizzata dal rapido sviluppo di segni focali o generali di disturbo delle funzioni cerebrali che durano più di 24 ore e possono condurre a morte, con apparente origine vascolare. Esistono diversi tipi di ictus cerebrale con diversa patogenesi. Circa l’80-85% è di natura ischemica, circa il 15-20% è di origine emorragica (emorragia cerebrale nella maggior parte, meno frequentemente emorragia subaracnoidea).

Le forme ischemiche sono in genere a prognosi migliore rispetto alle forme emorragiche ed hanno una letalità a 30 giorni oscillante nei vari studi tra il 10% e il 15%. La mortalità a 30 giorni dopo ricovero per ictus è considerata un indicatore valido e riproducibile dell’appropriatezza ed efficacia del processo diagnostico-terapeutico che inizia con il ricovero ospedaliero.

L’attribuzione dell’esito alla struttura di primo accesso (struttura di ricovero o dalla struttura sede del Pronto Soccorso) non implica la valutazione della qualità dell’assistenza fornita da quella struttura ma dell’appropriatezza ed efficacia del processo assistenziale che inizia con l’arrivo del paziente a quella struttura.

 18 agosto 2013

 

 

 

 

 

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