Tre aziende Partecipate dal Comune di Tortona che vengono vendute al privato e tre diversi bandi di vendita con clausole differenti, perché? Ma soprattutto: perché il bando dell’azienda più prestigiosa e più appetibile, cioè quello dell’Asmt, è stato il peggiore dei tre, quello in cui sembra che Tortona abbia veramente calato le braghe?

La domanda potrebbe non interessare, ma quando si “perdono” 350 mila euro di utili che potevano entrare nelle casse comunali o quando ci si “dimentica” di tutelare i lavoratori, una profonda riflessione deve essere fatta, anche perché – è bene ricordarlo – chi governa la città di Tortona amministra soldi pubblici che sono di TUTTI i cittadini.

Ma andiamo con ordine, ricordando prima cos’è successo e poi perché Il Comune è riuscito a combinare un pasticcio così macroscopico con l’Asmt perdendo oltre che l’azienda, il potere di controllo, i soldi e pure la faccia visto la figura che sta facendo in questa vicenda.

E crediamo che il sindaco Massimo Berutti, martedì sera in consiglio comunale, se ne sia accorto viste le espressioni facciali di rammarico, costernazione e delusione che faceva quando Gianluca Bardone leggeva il comunicato trionfalistico del nuovo proprietario, l’Asm di Voghera e quello mesto del Comune di Tortona emessi pochi giorni dopo la vendita.

 

TRE PESI TRE MISURE

 

ATM: Azienda Tortonese Multiservizi: “un carrozzone” detto da più parti, piena di debiti con i fornitori, eppure il Comune ne esce fuori alla grande con un’operazione a di poco magistrale: appalta i vari servizi all’Adigest e all’Aipa, altri li svolge in economia, tutela tutti i lavoratori che transitano da ATM alle varie società che vincono l’appalto. Alla fine riesce anche a vendere le reti, incassare i soldi, pagare tutti i fornitori e forse anche ad avanzare qualche soldo (i conti li stanno facendo) che torneranno al Comune proprietario dell’azienda.

 

FARMACOM: la società che gestisce le farmacie è illegittima, e così dopo lunghe peripezie si decide di vendere tutto. Martedì sera in consiglio comunale sono state approvate le linee di indirizzo e adesso verrà predisposto il bando di gara, ma è già tutto chiaro e deciso: i dipendenti transiteranno e verrà garantito il posto di lavoro, il Comune dopo aver incassato 4 milioni dalla concessione cinquantennale della gestione delle farmacie ora incasserà anche qualche soldo dalla vendita della titolarità. Chi acquisterà tutto si pagherà il mutuo e tutte le spese del bando e pure quelle dell’Advisor chiamato ad effettuare la stima del valore.

 

ASMT: un disastro. L’azienda più prestigiosa e più appetibile con partecipazione in Chiaragas (utile 1 milione 200 mila euro) e che ha chiuso con un bilancio positivo di 700 mila euro è stata quella al quale è stato riservato il peggiore trattamento. Il bando era incompleto e non presentava alcuna tutela per i lavoratori; il valore iniziale di 10 milioni di euro è sceso sotto gli 8 milioni, il pagamento è arrivato con un mese di ritardo e per di più è arrivata la beffa: il bilancio consuntivo 2012 è stato approvato soltanto due settimane dopo la vendita e i nuovi proprietari si sono intascati 700 mila euro di utili.

Ma non si poteva mettere nel bando una clausola che prevedeva che gli utili del 2012 sarebbero andati ai vecchi proprietari visto che loro gestivano l’azienda e loro hanno prodotto questi utili?

Perché non è stato fatto? Così il Comune di Tortona proprietario al 53% dell’azienda ha perso 350 mila euro!

Altra questione perché con ATM e Farmacom nel bando è stata inserita la tutela dei lavoratori addirittura per 9 anni e qui invece neppure una clausola?

Perché in Farmacom si mettono a carico dell’acquirente le spese per l’Advisor e per Asmt non è stato fatto, quando si poteva benissimo?

Insomma una serie di incongruenze che aprono forti interrogativi, anche perché il soggetto chiamato a predisporre i bandi di vendita delle tre società è sempre lo stesso e cioè il Comune. E allora? Perché questa disparità di trattamento?

 1° agosto 2013