Due mesi dialogando con i cittadini, nei circoli e nelle feste democratiche; per sentire da vicino la voce delle persone e i segnali che hanno inviato a febbraio con il voto e ancora oggi con la sfiducia verso istituzioni e politica.
C’è da recuperare terreno e il PD ha davanti a sé molte importanti occasioni, dai congressi territoriali al congresso nazionale, fino alle elezioni nei grandi centri della Provincia, la prossima primavera.
I segnali li avevamo avvertiti da tempo, ma con il voto recente o con l’astensione i cittadini hanno definito con chiarezza l’esigenza di avere un sistema Politico italiano differente. Il tema del cambiamento è stato posto al centro del dibattito con la forza dell’esasperazione causata da una crisi infinita e con l’indignazione nei confronti dei Governi che hanno offerto risposte inadeguate a legittime esigenze. Nonostante le difficoltà, il futuro offre una serie di sfide importanti che con coraggio vanno affrontate per rendere i Partiti e la Politica nuovamente utili, credibili, fondamentali per l’Italia che deve assumere un ruolo diverso in un’Europa diversa.
LA CRISI E IL TERRITORIO DI ALESSANDRIA
La crisi non ha di certo risparmiato la nostra zona, anzi; alcune emergenze nazionali, prima fra tutte la mancanza di lavoro, qui hanno espresso le percentuali peggiori. L’incerto futuro per le nuove generazioni, le nuove povertà e il declino di quasi tutti i settori produttivi, ci obbligano non solo ad immaginare un futuro diverso. Nei fatti siamo costretti a realizzarlo. Ma non da sola e non perché non è all’altezza della sfida, la politica ha bisogno delle forze sociali, imprenditoriali e sindacali. E pure delle Fondazioni bancarie. E’ necessario condividere un nuovo progetto per i prossimi 20 anni con una visione di ampio respiro, un progetto che sappia coinvolgere pragmaticamente gli interessi pubblici e quelli privati. Serve omogeneizzare in un progetto complessivo le vocazioni territoriali mettendo a sistema tutte le opportunità di cui potremmo disporre. Tocca a noi creare collaborazione fra i sette distretti provinciali perché la concorrenza è fra aree vaste e non fra campanili.
Iniziando ad affrontare diversamente la crisi contabile e sociale della città di Alessandria che necessita di un quadro normativo nazionale nuovo, ma anche di molta più sostanza e verità e molta meno propaganda da parte di alcune sterili opposizioni. Non c’è futuro per nessuno in Provincia con un capoluogo in ginocchio. E la parola – futuro – va scritta nel frontespizio dell’agenda del sindaco e della maggioranza alessandrina al posto della parola – dissesto -.
LA PROVINCIA E LE SFIDE DEL PD
Dobbiamo realizzare un nuovo progetto capace di farsi carico delle ragioni dei luoghi periferici della Provincia dove non può venir meno il trasporto pubblico locale quando, nello stesso momento, si smantellano i presidi ospedalieri e non si investe sulla integrazione socio sanitaria territoriale. Nulla potrà essere come l’abbiamo vissuto fino ad ora, lo sosteniamo noi con spirito riformista, ma la logica attuale dei tagli genera solo disservizi, diseguaglianze e, quindi, meno diritti.
E ovunque siamo andati abbiamo ragionato di prospettive. Dalle problematiche dell’industria del “freddo” casalese, alla solitudine del comparto orafo valenzano, alla chimica, al manifatturiero, alle pericolose traiettorie del commercio.
Abbiamo definito e condiviso indirizzi per valorizzare le eccellenze paesaggistiche, enogastronomiche, la valorizzazione del turismo religioso, nuovi modelli di sviluppo dell’agricoltura locale, il brand “Monferrato” nel mondo, abbiamo idee e proposte sul termalismo acquese e abbiamo reso pubbliche le nostre posizioni sulla ipotesi di discarica a Sezzadio.
Abbiamo maturato la convinzione che le antiche posizioni, a volte di rendita, vanno superate.
Il segretario provincia e la segreteria del Pd
11 agosto 2013