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TORTONA: E’ morto Massimiliano Ferrauto, il tortonese in coma dal 1992 per un incidente stradale

Massimiliano Ferrauto 2- I

Massimiliano nella sua stanza insieme alle foto di quando era bambino

Massimiliano Ferrauto aveva 40 anni ed era conosciuto in tutta Italia perché la sua storia approdò diverse volte in TV. Lui però non lo sapeva perché era in stato vegetativo da 21 anni a causa di un incidente stradale. Una vicenda salita gli onori della cronaca nazionale per le continue ed amorose cure prestate dalla mamma Francesca che lo accudiva 24 ore su 24 e per le continue gare di solidarietà dapprima avviate dal compianto Franco Mutti e poi da molteplici associazioni.

Massimiliano è deceduto alle 7 di giovedì mattina mentre si trovava ricoverato presso il reparto di rianimazione dell’ospedale “ Santi Antonio e Margherita” di Tortona. Era stato trasportato al nosocomio il giorno precedente, mercoledì in seguito a complicazioni, dovute, a quanto pare, alle vie respiratorie. Il suo quadro clinico è peggiorato durante la notte e alla mattina il suo cuore ha cessato di battere. Inutili tutti i tentativi messi in atto dai medici tortonesi per salvarlo.

Oltre alla mamma lascia anche un fratello, Fabio, con la sua famiglia. Il rosario si terrà venerdì 26 luglio alle 19 in Duomo; il funerale, invece, sabato 27 luglio alle 10,30 sempre in cattedrale.

Massimiliano si trovava in stato vegetativo dal 20 marzo 1992 quando si verificò l’incidente stradale lungo la strada statale tra Rivalta Scrivia e Novi Ligure che cambiò la sua vita e quella dei suoi famigliari. L’auto sulla quale viaggiava si è schiantata e per lui non c’è stato più niente da fare.

Da quel momento Massimiliano non è più stato autosufficiente, aveva una coscienza molto ristretta e non era in grado di comunicare con l’ambiente. Il tutto era dovuto al violento trauma cranico subito nello schianto.

La mamma Francesca, da quel momento, ha deciso di dedicare tutta la sua vita al figlio: per accudirlo ha abbandonato il lavoro ed è sempre stata vicino a lui, giorno e notte.

“Mi accorgo che manifesta il suo dolore dal battito del cuore e dal suo respiro – aveva detto qualche tempo fa – per questo non lo abbiamo mai lasciato, nemmeno per brevi periodi per ricovero di sollievo”.

Una storia commovente quella di “Massi” che era stata presa a cuore da Franco Mutti (morto a maggio 2012 dopo una vita in difesa degli ultimi e dei diversi)  che aveva fatto di tutto per cercare di aiutare psicologicamente ma anche economicamente la famiglia con tante iniziative: prima fra tutte le “cartoline della solidarietà” coinvolgendo Rai 3 con «Alle Falde del Kilimangiaro» che tramite il suo pubblico sposò con grande affetto la causa inviando 225.000 cartoline da tutto il mondo al tortonese in coma. Chi andava in vacanza poteva mandare una cartolina alla mamma di Massimiliano che leggeva al figlio tutte le parole che queste contenevano.

La sua storia di Massimiliano è su internet al sito www.massimilianovive.splinder.com e ancora oggi continuano ad arrivare cartoline per lui da tutta Italia.

Ora è tutto finito e con la morte di Massimiliano, per la mamma è iniziato un altro dramma perché  con lui è morta anche quella tenue speranza che mamma Francesca coltivava nel profondo del cuore: quella che un giorno il figlio si risvegliasse dal coma e tornasse finalmente a vivere quella vita  che non ha neppure avuto modo di assaporare e che il destino gli ha spezzato quando era ancora troppo giovane.

25 luglio 2013

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