I seguaci tortonesi di Matteo Renzi spaccano il Partito Democratico cittadino e mettono a rischio le elezioni Primarie rimettendo in discussione tutto il lavoro fin qui svolto dalla segretaria locale in vista delle prossime elezioni in programma a primavera.

Un vero e proprio terremoto politico quello che è accaduto lunedì sera in via Zenone, ceh sta sollevando polemiche a non finire.

Presso la sede del Pd era stata convocata una riunione quasi di routine per approvare il regolamento e la data delle elezioni primarie che avrebbero dovuto svolgersi il 26 e 27 ottobre. Data e norme erano già state decise e si trattava solo di approvarle, ma prima della votazione Guido Ghisolfi rimette in discussione il lavoro svolto dai tre saggi che guidano provvisoriamente il partito e fa presente che forse, prima di decidere queste cose, bisognerebbe attendere l’esito del congresso e soltanto dopo procedere con le elezioni primarie.

La dichiarazione dell’industriale tortonese è appoggiata da atri renziani che sembrano decisi a dare battaglia e quella che doveva essere una semplice e pacifica riunione diventa ben presto una furibonda bolgia: il congresso del partito, infatti, è previsto a fine anno, per cui le elezioni Primarie tortonesi, se mai dovessero svolgersi non potrebbero essere indette prima di febbraio, cioè eccessivamente a ridosso di quelle comunali.

Questo impedirebbe di preparare un’adeguata campagna elettorale, anche perché l’avversario, cioè il Pdl, con ogni probabilità presenterà il suo candidato sindaco già in autunno.

Il timore di molti è che se passasse la linea dei renziani, le elezioni primarie rischierebbero di “saltare” e a questo punto il candidato sindaco, anziché scelto dai tortonesi potrebbe essere nominato direttamente dalla segretaria del partito, cioè calato dall’alto. Alcuni dei presenti hanno riportato alla ribalta il nome del vogherese Fabrizio Longa, presidente del Parco Scientifico Tecnologico.

Bocche cucite tra i vari membri del partito che preferiscono non commentare una situazione che a molti sembra assurda.

 

LA RENZIANA MARCELLA GRAZIANO SPIEGA LE RAGIONI

Marcella Graziano

Marcella Graziano

L’unica a voler parlare e non tirarsi indietro è Marcella Graziano, figlia del noto industriale tortonese, anche lei renziana, sicura candidata alle stesse Primarie, che spiega esattamente la posizione di questa forte componente del partito.

“Le Primarie – dice Marcella Graziano – si faranno, questo è certo e imprescindibile. E mi auguro che si facciano in tempo utile e cioè diversi mesi prima delle elezioni amministrative in modo che il candidato che uscirà vincente possa coagulare tutte le forze del Partito. Per quanto riguarda la riunione di lunedì credo che sia perfettamente normale che all’interno di un partito possa esserci una discussione sui tempi e sui modi di decidere. Una componente del partito voleva decidere lunedì la data delle elezioni primarie, noi vorremmo aspettare l’esito della riunione provinciale del 26 luglio e poi valutare. Ricordo che Tortona non è l’unico Comune in cui si vota, per cui le Primarie si terranno anche in altri centri e magari potrebbero svolgersi tutte lo stesso giorno. Sarebbe bello che la presentazione dei candidati e la data delle primarie venisse pubblicamente comunicate a settembre durante la festa del partito, ma se la maggioranza della segretaria sceglie diversamente saremmo pronti ad accettare ogni decisione.”

UNA SETTIMANA PER DECIDERE

Con ogni probabilità il nodo verrà sciolto lunedì prossimo (o martedì al massimo) quando la segreteria del partito (30 membri) dovrebbe riunirsi e votare tra le due mozioni: quella portata avanti finora cioè scelta di un candidato sindaco tortonese con elezioni primarie il 26 o 27 ottobre oppure la linea dei renziani, cioè attendere gli sviluppi a livello superiore per poi vedere il da farsi.

Una linea, quest’ultima, però, che a quanto pare trova molti oppositori che hanno già minacciato di abbandonare gli incarichi, se non addirittura il partito nel caso in cui prevalesse questa scelta o giungessero imposizioni sui candidati.

Queste almeno le reazioni che ci hanno confidato parecchi esponenti del Pd che preferiscono, per ora, non fare dichiarazioni riservandosi però fuoco e fiamme in caso di necessità.

 16 luglio 2013