Arnaldo Morano nel suo laboratorio

Arnaldo Morano nel suo laboratorio

Lassù in Rosignano, a due passi dal campanile, c’era un laboratorio, in un luogo assolato, con un’immagine, da rimanere incantati ad osservare, su una fetta di Monferrato. Proprio qui sono nati degli strumenti capaci di interpretare le migliori partiture dei più esigenti musicisti di tutti i tempi, dalle mani sapienti di Arnaldo Morano.

Il suo aspetto, i modi affabili, quella mani callose dovute al costante modellare il legno, quel sorriso disponibile, tante, tante altre particolarità ancora, ricordano molto da vicino, un altro grande liutaio alessandrino: Pietro Gallinotti.

Arnaldo Morano ha lasciato questo mondo or è qualche tempo all’età di 96 anni con la sua presenza forte ha saputo consegnare al mondo della musica stupendi violini, richiesti dai migliori esecutori.

Nato a Torino l’ 8 gennaio 1911, lascia la città dopo pochi mesi, per trascorrere parte della sua infanzia in territorio francese.

Rosignano lo accoglie durante tutto il periodo della prima guerra, per trasferirsi a Montiglio, non lontano da quell’aria monferrina tanto amata.

Lavora, con il compimento del tredicesimo anno d’età, nella bottega di falegname del papà, a Rosignano; gli capita, non si sa se per caso o per interesse, fra le mani un violino, forse di un parente, per cui pensa di costruirne uno per se: del resto la manualità, la conoscenza dell’essenze, le nozioni sulle colle, sulle vernici non gli mancano, per cui l’impresa riesce con buon successo.

Dunque, quello strumento ha qualcosa in più! Si dedica, con passione allo studio della musica, da solo, nonostante i suoi 18 anni appena compiuti, poiché di insegnanti, di maestri a quell’epoca ne esistono pochissimi, soprattutto in zone così lontano dai poli musicali di Torino, Milano o Genova.

La passione per la liuteria lo conduce, nel 1938 a Torino, con la moglie Rita Imarisio. Qui crea buoni strumenti, ne restaura dei preziosi di tutte le epoche, senza mai abbandonare la forte applicazione per lo studio, con l’aiuto di una sensibilità non comune, accompagnato da uno spirito creatività singolare, divenendo fra i liutai più apprezzati dalla sfera degli artisti più esigenti, per ritornare a continuare il suo lavoro, accanto al suono delle campane di Rosignano.

Gli ultimi anni li ha trascorsi quassù, sempre costruendo, migliorando, rinvigorendo, viole, violini, violoncelli.

Franco Montaldo



21 luglio 2013