Qualche giorno fa mi sono recato a Roma per un incontro nazionale dll’UPI sul futuro (molto incerto….) delle Province.

Mi permetto di fare qualche riflessione.

 

Alla domanda se le Province vadano totalmente abolite o no, è mia intenzione fornire una articolata riflessione.

La Provincia è storicamente un ente intermedio portatore sano, consentitemi il termine, di una identità e di valori culturali propri di un territorio, con sfumature e consuetudini ben radicate nel corso di decenni.

 

Da qualche tempo, questa Istituzione, risulta l’imputato prescelto di un sentire politico che sembra voler andare a braccetto con un insano populismo che non vuol comprendere quelle funzioni che risultano fondamentali e non delegabili né alla Regione né ad altre istituzioni. Proporre con insistenza l’abolizione delle Province, rischierebbe di condurre ad una ulteriore disgregazione sociale (in fondo a cosa ha portato l’abbattimento delle ideologie??), ma soprattutto culturale, dalle proporzioni non prevedibili, significa ignorare l’importanza che questo Ente ha assunto nel corso degli anni, ponendosi come punto di riferimento per i Comuni, soprattutto per quelli più piccoli, come dimensione ovviamente.

Voglio ricordare che il sottoscritto sta per terminare il suo mandato (2014), ma ritengo quanto mai fondamentale adempiere ad un dovere morale, ineludibile per chi ha a coscienza le sorti di un intero e vasto territorio. Propinare una campagna denigratoria nei confronti di questo Ente significa volere ignorare deliberatamente, è solo un esempio, il necessario ruolo di raccordo tra i Comuni e la Regione che, specie negli ultimi anni, ha visto aumentare i settori di competenza, molti dei quali risultano essere strategici, della Provincia stessa.

 

Questa mia arringa difensiva però non vuole disconoscere affatto un problema sociale ed etico che oggi, nella nostra epoca, trasuda dalle esigenze prioritarie di un comune sentire, giustificabile se visto in un’ottica di evitare gli sprechi, perchè oggettivamente ce ne sono tanti, ma senza amputare i servizi!

 

Mi preme però precisare alcuni punti a sostegno di quanto anzidetto. La Provincia di Alessandria infatti è fra quelle, dieci in Italia, che, beneficiando delle ingenti somme di denaro sbloccate dal Governo in carica per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, ha completato, guadagnandosi il merito di essere fra le Province più virtuose, il totale dei pagamenti per la quota in conto capitale e cioè gli investimenti: viabilità e soprattutto l’edilizia scolastica.

190 sono i Comuni che compongono la nostra Provincia, che hanno in comune, perdonate il voluto bisticcio di parole, l’esigenza di difendere le proprie tradizioni, indissolubilmente legate ad un territorio che ha come riferimento il nostro Ente.

 

190 sono i Sindaci che lottano ogni giorno per dare dignità e sviluppo a ciò che rappresentano. Siamo di fronte allora ad un bivio o ad un vicolo cieco? La Corte Costituzionale emetterà una sentenza che inciderà sul futuro dell’ ente Provincia. Come Presidente del Consiglio mi auguro che al generale sentire si voglia anche tutelare interessi legittimi locali, senza cedere a tentazioni di sorta, solo per ricevere lo scroscio di un applauso da parte di una platea che sembra aver smarrito il senso comune del bene di un territorio pur sempre rappresentato da un ente, della cui storia e cultura, ne è lo specchio.

 

Infine, l’accorpamento con Asti: sarebbe stata una interessante opportunità per la nostra Comunità: sotto il profilo istituzionale, sociale, culturale ed anche e soprattutto imprenditoriale. Lavoriamo, uniti, tentiamo ancora senza arrenderci, ognuno col proprio ruolo, per riprendere quel progetto.

Era, ed è, un’ occasione da non sprecare….

 

Giovanni Barosini – Presidente del Consiglio provincale di Alessandria



 3 luglio 2013