L’attuale Presidente di Amag Pietro Bianchi non può più essere Presidente.

Possibile che la legge non si possa applicare per come è? Una legge che è in vigore da maggio e avrebbe già dovuto provocare i suoi effetti su chi, amministratore in una Giunta, non ha fatto passare nemmeno un minuto, dalle dimissioni da assessore, alla nomina di Presidente del transatlantico AMAG, dove peraltro si è già distinto per disastri, guai ed inenarrabili persecuzioni verso gli amministratori precedenti.

Non servono, né amministrativamente, né politicamente figure del genere. Ora che la legge viene in aiuto alla politica, perché vivere nell’illegalità da maggio, con il rischio addirittura che gli atti fin qui compiuti da Bianchi e dal Consiglio di Amministrazione di Amag siano tutti illegittimi o possano essere impugnati da chi ne abbia interesse?

Del resto le tre delibere (46, 47 e 48) della Civit, la Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’integrità delle Amministrazioni Pubbliche dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, parlano fin troppo chiaro, ove qualcuno avesse voglia di fare il furbo, il riottoso e lo scontroso: devono passare due anni dal precedente incarico prima di essere nominati e poco c’entra se si è stati designati quando la legge de quo non c’era: la disciplina è di immediata applicazione. Civit aggiunge che il “protrarsi di situazioni di incompatibilità oggettivamente in contrasto con la nuova disciplina – la posizione di Bianchi Presidente – finirebbe col differire nel tempo la sua efficacia e quindi il perseguimento delle finalità di corruzione che il legislatore ha attribuito alla disciplina” medesima.

Quindi si rischierebbe anche di incorrere in un potenziale reato – in astratto – di corruzione.

Il PDL non può accettare oltre il protrarsi di una situazione di illegalità che si fa sberleffo di chi ogni giorno cerca faticosamente di condurre battaglie per migliorare i servizi della Pubblica Amministrazione e per costringerla in severi confini etici. Cosa che ora l’Amministrazione Comunale di sinistra non sta facendo.

Allora la Sindaca assuma l’iniziativa di chiedere a Bianchi di dimettersi, ove non l’avesse già fatto, piuttosto lo revochi, per tentare, almeno una volta, di essere coerente con le sue solenni e reboanti dichiarazioni. Attendiamo fiduciosi, ma in caso di inazione non staremo con le mani in mano.

Il Presidente del Gruppo PDL – Piercarlo Fabbio



 14 luglio 2013