La temperatura più alta in assoluto nel 2012 è stata registrata nella città di Alessandria 21 e il 22 agosto,
con 38,8 gradi centigradi. E’ uno dei dati del corposo rapporto sullo stato di salute dell’Ambiente nella Regione Piemonte che è stato presentato venerdì a Torino dall’Arpa regionale.
Per quanto riguarda la provincia di Alessandria, oltre a d essere la più calda dell’intera regione preoccupano i livelli di inquinamento atmosferico soprattutto per le polvere sospese, le famigerate PM10 con valori sempre molto alti anche se inferiori al 2011.
Di seguito pubblichiamo il Comunicato ufficiale diffuso dall’Arpa e poi una sintesi del rapporto che è di 500 pagine in formato pdf e si può trovare completo sul sito dell’Arpa Piemonte al sito http://rsaonline.arpa.piemonte.it/rsa2013/
IL COMUNICATO STAMPA
Nel 2012 si conferma il permanere di una situazione generalmente critica del particolato PM10 (il limite dei 35 superamenti/anno è stato superato in tutte le province, tranne Verbania), dell’ozono (in tutte le province numero elevato di superamento del valore obiettivo di 120 µg/m³) e del biossido di azoto (il valore limite di 40 µg/m3 su base annua è stato superato in almeno una stazione in cinque province, tranne Biella, Cuneo e Verbania) pur registrando negli ultimi anni un quadro di sostanziale stabilità o leggero miglioramento frutto, oltre alle condizioni metereologiche più favorevoli, delle misure di risanamento adottate con il Piano Stralcio per la Mobilità sostenute con l’erogazione di contributi in conto interessi per l’incentivazione degli interventi in materia di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni in atmosfera.
Degno di nota è lo scenario 2015 (delineato da Arpa Piemonte sulla base dei modelli previsionali) che in relazione al trasporto su strada, considerato una delle principali sorgenti emissive regionali per quanto riguarda gli inquinanti a maggiore criticità, quali gli ossidi di azoto (incidenza del 56%) e le polveri sottili (incidenza del 39%), prevede una riduzione del 27% rispetto all’anno 2008, come conseguenza dell’evoluzione tecnologica del parco legata all’introduzione delle nuove eurocategorie e degli effetti derivanti dall’applicazione delle misure dello Stralcio di Piano Regionale per la Mobilità.
Buone notizie per le Acque del Piemonte: dall’analisi dei dati complessivi emerge come 104 Corpi Idrici fluviali (sui 193 monitorati, circa il 54%) si trovino in stato Buono o Elevato e quindi risultino conformi all’obiettivo di Qualità previsto dalla Direttiva quadro europea (2000/60). Per quanto riguarda i Laghi invece l’analisi rivela che 5 Corpi Idrici si trovino in stato Buono, e quindi risultano conformi all’obiettivo di Qualità; i restanti 7 Corpi Idrici monitorati presentano invece uno Stato inferiore al Buono (di questi 5 Corpi Idrici presentano uno Stato Sufficiente). Delle 86 zone monitorate per la balneazione, nel 2012, 70 sono risultate di qualità Eccellente (81,4%), 14 di qualità Buona e 2 Sufficiente. Nessuna zona è stata giudicata di qualità Scarsa.
Il Piemonte, secondo elaborazioni Ires, si piazza al 6° posto tra le regioni italiane per le politiche di Green economy messe in atto e al 4° nell’ambito del green business (analisi di cosa viene prodotto, dello scopo e del risultato del processo produttivo). Sono circa 1. 300 le eco-imprese diffuse su tutto il territorio, con un fatturato di 2,6 miliardi di Euro e un totale di 33.000 addetti impiegati nel settore.
Altrettanto buoni sono i dati relativi ai Rifiuti prodotti: il report parla di una raccolta differenziata giunta ormai al 51,4%, equivalente a circa 1 milione 100 mila tonnellate di rifiuti raccolte in modo differenziato e avviate a operazioni di recupero. In valori assoluti, rispetto all’anno precedente, i dati evidenziano una significativa diminuzione nella produzione complessiva di rifiuti (-4,7%) e una quantità di produzione pro capite pari a 478,3 chilogrammi di rifiuti, di cui 245,8 raccolti in modo differenziato e avviati a recupero. Ciò significa che l’obiettivo che la Regione si era posta di ridurre la produzione di rifiuti urbani a 500 chilogrammi pro capite entro il 2015 è stato raggiunto con largo anticipo. Positivi per il Piemonte anche i risultati nell’ambito delle bonifiche: Il Piemonte, prima tra le Regioni italiane, ha completato la mappatura della presenza naturale di amianto che ha permesso di definire il quadro relativo alla presenza e distribuzione, sul tutto il territorio regionale, delle aree con potenziale ed accertata presenza naturale di amianto. È degli scorsi mesi il bando regionale rivolto a Province e Comuni per la bonifica e lo smaltimento dell’amianto dagli edifici scolastici, un impegno dell’amministrazione che si è tradotto in un investimento pari a 2.260.000 euro.
LA SINTESI DEL RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE
Lo Stato dell’Ambiente in Piemonte 2013
Sintesi tecnica sulle principali componenti e pressioni ambientali
ARIA
Il 2013 è l’Anno europeo dell’aria. Migliorare la sua qualità è l’obiettivo delle politiche ambientali della Commissione europea.
In Piemonte i dati del 1012 confermano il permanere di una situazione generalmente critica del particolato PM10, dell’ozono e del biossido di azoto pur registrando negli ultimi anni un quadro stabile o di leggero miglioramento verosimilmente ascrivibile alle misure di risanamento adottate.
Biossido di Azoto (NO2)
Il valore limite di protezione della salute umana di 40 μg/m3 su base annuale è stato superato in almeno una stazione in cinque province con le esclusioni di Biella, Cuneo e Verbania. I superamenti si sono verificati presso le stazioni di traffico con eccezione della città di Torino, dove i superamenti si sono riscontrati anche per le due stazioni di fondo.
Polveri inalabili (PM10)
In Piemonte nel 2012 il limite è stato superato con valori generalmente inferiori a quelli riscontrati dell’anno precedente pur mantenendo una situazione di criticità marcata. Il limite dei 35 superamenti/anno è stato superato in tutte le province ad eccezione di Verbania.
ACQUA
Idoneità delle Zone di Balneazione – anno 2012
Nel triennio 2009-2011 è stato attuato il primo ciclo di monitoraggio – secondo quanto previsto dalla Direttiva europea 2000/60/CE (WFD), formalmente recepita dal DLgs 152/06 e dai successivi decreti nazionali emanati – di tutte le componenti monitorate (chimico fisiche, biologiche, idromorfologiche).
Dall’analisi dei dati complessivi emerge come 104 Corpi Idrici fluviali (sui 193 monitorati, circa il 54%) si trovino in stato Buono o Elevato e quindi risultino conformi all’obiettivo di Qualità previsto dalla WFD.
Sono presentate le prime elaborazioni riguardanti i principali contaminanti (pesticidi, metalli, composti organici volatili, nutrienti e carico organico) per il 2012. Da queste prime elaborazione emerge una situazione di stabilità rispetto agli anni precedenti. Particolarmente significativo è il fenomeno di contaminazione da pesticidi: nel 2012 nei corpi idrici superficiali sono stati riscontrati 38 pesticidi diversi, principalmente nelle aree della pianura nord orientale del Piemonte.
Per quanto riguarda i laghi invece 5 in stato Buono, e quindi risultano conformi all’obiettivo di Qualità previsto dalla WFD; i restanti 7 presentano invece uno stato inferiore al Buono (di questi 5 presentano uno Stato Sufficiente).
Nel triennio 2009-2011, per quanto riguarda le acque sotterranee (falda superficiale e falde profonde), hanno raggiunto lo stato Buono 5 Corpi idrici della falda superficiale (su 17 Corpi Idrici totali) e 3 Corpi idrici delle falde profonde (su 6 totali). I settori maggiormente vulnerati, per la falda superficiale, sono l’area est dell’alessandrino, l’area cuneese sinistra Stura e il settore nord est dell’altopiano di Poirino; in tutte queste zone sono prevalenti le pressioni di tipo agricolo e
zootecnico.
Delle 86 zone monitorate per la balneazione, 70 sono risultate di qualità Eccellente (81,4%), 14 di qualità Buona e 2 Sufficiente. Nessuna zona è stata giudicata di qualità Scarsa
SITI CONTAMINATI
I siti inseriti nell’Anagrafe regionale dei siti contaminati sono 1.397 (1° marzo 2013) e 159 quelli con intervento concluso. Le Regioni che negli ultimi decenni hanno potuto intervenire in via sostitutiva sulle aree inquinate, negli ultimi anni hanno visto assottigliarsi sempre più i fondi destinati a tali fini, con la conseguente necessità di optare per soluzioni diverse, intervenendo sui casi più gravi e privilegiando gli interventi di messa in sicurezza.
RISCHIO INDUSTRIALE
Il Piemonte è la terza regione italiana per presenza di aziende soggette agli adempimenti del DLgs 334/99 e s.m.i. Nel Registro regionale al 6 marzo 2013 risultano presenti 104 stabilimenti “Seveso” (circa il 10% del totale nazionale), di cui 52 soggetti alla presentazione della sola Notifica e altrettanti soggetti alla redazione del Rapporto di Sicurezza.
Rispetto al 2012, si riscontra un leggero aumento sul numero totale, dovuto alla notifica di alcuni nuovi stabilimenti, e un incremento più sensibile sul numero di stabilimenti soggetti all’art. 8, imputabile principalmente al cambio di adempimento di alcuni siti che, dalla sola assoggettabilità alla redazione della Notifica, sono passati all’obbligo di predisposizione anche del Rapporto di Sicurezza.
Novara e Torino si confermano le province con il maggior numero di stabilimenti a rischio di incidente rilevante.
CLIMA
L’anno 2012 è stato in Piemonte il terzo più caldo degli ultimi 55 anni, con un’anomalia positiva media di 1.2°C. Il contributo principale è stato determinato dalle temperature del mese di marzo, con uno scarto positivo medio di quasi 4°C. Rilevante anche l’anomalia di +1.9°C dei tre mesi estivi, che sono stati i più caldi dopo il 2003.
Anomalie di Temperatura media annua (°C) per il 2012 rispetto al periodo di riferimento 1971-2000 Le precipitazioni osservate sono state leggermente inferiori alla norma, con un deficit medio dell’8% parzialmente colmato solo nel mese di novembre, in particolare per le precipitazioni intense che hanno interessato l’intera regione tra il 27 e il 28.
Il 2012 verrà ricordato per il freddo intenso della prima metà di febbraio e per le nevicate in pianura di fine gennaio e inizio febbraio. Nell’ultima decade del mese, però, è stato registrato un notevole aumento delle temperature, fino a raggiungere valori di temperatura massima record per febbraio.
I due terzi delle stazioni termometriche hanno stabilito in questo mese sia il record di temperatura minima che quello di temperatura massima, con escursioni termiche dell’ordine di 35-40°C per diverse località, più tipiche di un anno intero che non di un singolo mese. La più ampia escursione termica mensile e stata raggiunta a Castell’Alfero (AT) con 46,7°C: valore minimo di -23,2°C il 7 febbraio e massimo di 23,5°C il 29 febbraio.
RADIAZIONI IONIZZANTI
La rete di allerta gestita da Arpa Piemonte consiste in 29 sensori Geiger-Mueller distribuiti lungo tutto l’arco alpino della regione (zone di confine), nei capoluoghi di provincia e in alcuni altri punti del territorio piemontese. I sensori forniscono la misura di rateo di dose gamma in aria in continuo e in tempo reale.
Tramite un sistema di comunicazione radio i dati giungono alla sala operativa di Arpa Piemonte e possono essere visualizzati via internet da qualsiasi computer.
Nel caso di gravi incidenti, nazionali o esteri, con elevata dispersione di radionuclidi in aria, l’aumento del rateo di dose gamma in aria identificherebbe prontamente l’incidente e sarebbe cosi possibile stabilire le azioni del caso.
Per tutto il 2012 il rateo di dose gamma in aria misurato in tutto il Piemonte non si e mai discostato in maniera significativa dal fondo medio.
Cesio 137
Tra gli effetti dell’incidente di Chernobyl è attualmente ancora possibile riscontrare al suolo Cs-137, a causa del tempo di dimezzamento di circa 30 anni che non ha permesso ancora il completo decadimento. In alcune zone del Piemonte è quindi possibile misurare concentrazioni medio-alte di Cs-137 nel suolo o in matrici specifiche. Tra le matrici animali c’e in particolare la selvaggina e tra quelle vegetali ci sono i funghi, i mirtilli, le bacche e i frutti di bosco. Poiché nelle zone montane il terreno non viene arato per la coltivazione, il Cs-137, già depositatosi maggiormente rispetto alle zone di pianura, si trova ancora soprattutto nei primi 10 cm di suolo. Per questo motivo le piccole radici degli arbusti o i miceli dei funghi hanno maggiore probabilità di assorbire il Cs-137 e trasferirlo ai frutti. Di conseguenza anche gli animali selvatici, che si nutrono di queste piante, accumulano più Cs-137 degli animali che vivono in zone meno contaminate.
Arpa Piemonte studia da anni questo fenomeno, effettuando misure di Cs-137 su funghi, frutti di bosco, castagne, selvaggina, ecc.
I siti nucleari
Il Piemonte ospita tre importanti siti nucleari nei quali sono ubicati quattro impianti del ciclo del combustibile nucleare e un insediamento industriale che attualmente gestisce un deposito di rifiuti radioattivi.
I dati relativi alle misure effettuate nel tempo nell’ambito delle reti locali di monitoraggio della radioattività ambientale continuano a non evidenziare criticità o fenomeni di accumulo nell’ambiente circostante i siti nucleari di Bosco Marengo e di Trino.
Presso il sito di Saluggia permane una lieve contaminazione di alcune matrici ambientali, imputabile alle attività svolte dagli impianti del Comprensorio nucleare e particolare attenzione va rivolta alla falda acquifera superficiale.
Radon
La media radon attualmente stimata nelle abitazioni in Piemonte e di 71 Bq/m3 mentre in diversi Comuni sono in corso nuove misure di approfondimento (979 edifici monitorati a partire dal 2010). Tra gli indicatori possibili per il radon si è scelto di fornire la media aritmetica comunale al piano terra e la probabilità di ottenere valori di concentrazione superiori ad una soglia di 400 Bq/m3.
La media aritmetica comunale fornisce un’utile e immediata indicazione di dettaglio sulla distribuzione territoriale del radon, mentre la probabilità di ottenere in una data area valori di concentrazioni in abitazioni superiori a 400 Bq/m3 e un indicatore rappresentativo dell’esposizione della popolazione.
Probabilità in percentuale di superare il valore di 400 Bq/m3 in abitazioni
RIFIUTI
Il numero complessivo di attività di prevenzione correlate ai rifiuti ha portato nel quadriennio 2009- 2012 alla formulazione di oltre 2.800 pareri. Le attività di controllo sono portate a termine, oltre che su iniziativa diretta, sia su specifiche richieste delle Province sia su deleghe specifiche dell’Autorità Giudiziaria, e sono indirizzate ai produttori di rifiuti speciali, di rifiuti speciali pericolosi, e a tutte le tipologie di impianti di trattamento e smaltimento finale, tanto di rifiuti urbani quanto di rifiuti speciali.
Un tema particolare collegato alla gestione dei rifiuti, ma anche alla tutela della salute, riguarda le attività condotte da Arpa sui rifiuti contenenti amianto. Attività di controllo specifiche sono previste sul tema dell’amianto di origine antropica, con particolare riferimento alle coperture in cementoamianto, e per i soggetti autorizzati allo spandimento agricolo di fanghi di depurazione e di effluenti zootecnici (principalmente per la provincia di Cuneo). Il numero di controlli eseguiti sulla gestione dei rifiuti è decisamente rilevante e ha una ripartizione territoriale correlata sia alla
produzione di rifiuti sia al territorio provinciale. Nonostante questo numero elevato di controlli, la percentuale di produttori controllata rimane comunque piuttosto modesta, in quanto i produttori di rifiuti speciali a livello regionale sono oltre 40.000 e, di questi, almeno 30.000 producono anche rifiuti pericolosi, anche se spesso si tratta di quantitativi molto esigui. In effetti, il numero di soggetti che produce almeno una tonnellata/anno di rifiuti è di circa 7.000, per cui la percentuale di soggetti controllati, se riferita a questo sottoinsieme, diventa abbastanza significativa (tra l’8% e il 9% ogni anno).
Per questo motivo risulta molto importante indirizzare le attività di controllo secondo priorità ben definite, al fine di ottimizzare i risultati rispetto alle risorse disponibili.
Oltre un quinto dei controlli effettuati da Arpa evidenzia delle irregolarità rispetto alla normativa di settore e produce una qualche azione sanzionatoria, a volte di carattere amministrativo, a volte di carattere penale. Questo valore sale a quasi un terzo nel caso dei controlli sui produttori di rifiuti speciali. Risulta inoltre rilevante il numero di atti delegati ad Arpa dall’Autorità Giudiziaria, pari nel 2012 a ben 216 atti, di cui 107 riferiti ad impianti di gestione dei rifiuti.
SUOLO
Attualmente il monitoraggio dei suoli è stato effettuato in corrispondenza di 303 stazioni su maglia sistematica (figura 5.1): – 9×9 km – realizzata su tutto il territorio piemontese (ad eccezione della provincia del VCO nella quale sono in corso i campionamenti);
– 3×3 km – realizzata in aree rappresentative, caratterizzate da problemi rilevanti di contaminazione diffusa del suolo.
In corrispondenza di ogni stazione di monitoraggio sono prelevati campioni di suolo a profondità fisse in cui sono analizzati più di 70 contaminanti per i quali sono fissati valori limite dal DLgs 152/06 per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale.
L’elaborazione dei dati raccolti ha permesso di individuare in Piemonte la presenza di superfici critiche, caratterizzate da una elevata probabilità di superamento dei limiti di legge, fornendo uno strumento conoscitivo e di orientamento basilare per tutte le attività correlate alla valutazione della qualità del suolo e dell’ambiente, alla pianificazione territoriale su ampia scala e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo.
RISCHI NATURALI
Nel 2012 in Piemonte si sono verificati quattro eventi meteo-pluviometrici che hanno generato significativi effetti al suolo: gli eventi temporaleschi del 4-6 agosto e del 25 agosto e le intense precipitazioni del 25-27 settembre e del 27-29 novembre.
Il 2 maggio nel comune di Quincinetto si è innescato un crollo dalle pareti a monte della frazione Balmalengo, a seguito del quale diversi blocchi di grandi dimensioni hanno raggiunto il fondovalle danneggiando la viabilità secondaria e provocando la temporanea chiusura di una corsia dell’autostrada A5 Torino-Aosta.
Per quanto riguarda i sismi, nel corso del 2012 la rete sismica regionale ha rilevato e localizzato 1.801 terremoti a distanza locale o regionale, di cui 795 con magnitudo superiore o uguale a 1.
Per gli aspetti relativi alla conoscenza del territorio, nel 2012 è stata completata, in collaborazione con l’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR, la prima versione della Carta geologica del Piemonte alla scala 1:250.000.
Nel giugno 2012 si è concluso il progetto strategico Interreg IVa Alcotra RiskNat, che ha condotto
alla creazione di una piattaforma interregionale transfrontaliera per lo scambio di esperienze e la valorizzazione delle informazioni nell’ambito della protezione contro i rischi naturali.
RUMORE
I dati disponibili evidenziano un’elevata percentuale di popolazione esposta a livelli sonori superiori alle soglie di potenziale rischio, definite a livello internazionale, fissate in un valore di 65 dB(A) di Lden e 55 dB(A) di Lnight dove 65 dBA Lden è il valore medio di esposizione delle 24h e 55 dBA Lnight è il valore medio di esposizione nel periodo notturno.
La maggior criticità si rileva nei centri urbani più importanti e nel periodo notturno, allorquando la percentuale di persone con valori di Lnight > 55 dB(A), rispetto al totale della popolazione esposta al rumore, è generalmente superiore al 50%.
In termini assoluti, la sorgente predominante è rappresentata dal traffico stradale. Limitando l’attenzione all’agglomerato di Torino, costituito dal capoluogo e da una parte dei 23 comuni dell’area metropolitana (1.300.000 abitanti circa), il rumore prodotto dagli autoveicoli è responsabile di oltre il 90% dell’esposizione della popolazione, mentre il traffico ferroviario contribuisce per il 7% circa e i siti di attività industriale per meno dell’ 1%.
Nel 2012 sono pervenute un totale di 353 segnalazioni. Le problematiche riscontrate sono per la maggior parte dovute al rumore prodotto da attività produttive e da attività commerciali/pubblici esercizi.
Arpa Piemonte, su richiesta dei diversi soggetti interessati (Regione Piemonte, Province, Comuni, Magistratura, Corpi di Polizia), effettua il monitoraggio e il controllo dell’inquinamento acustico. Il monitoraggio viene realizzato in ambiente esterno ed è riferito generalmente alla valutazione del rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto.
Nell’ultimo anno si è cominciato a porre un’attenzione maggiore allo studio e all’individuazione
delle cosiddette “aree quiete”, ossia le aree urbane ed extraurbane che non sono interessate da
rumore elevato e quindi normalmente trascurate.
L’attività di controllo e vigilanza viene invece solitamente effettuata per verificare il rumore indotto da sorgenti sonore puntuali (attività produttive, professionali e commerciali) all’interno degli ambienti abitativi.
In alcuni casi le richieste provengono direttamente da privati cittadini e vengono inoltrate da Arpa Piemonte all’Ente competente per l’attività di vigilanza e controllo (Comune o Provincia), così come stabilito dalla LR 52/00, senza un accertamento tecnico; in altri casi, la problematica segnalata viene risolta semplicemente a seguito di un sopralluogo, senza necessità di un controllo strumentale.
Nel caso delle infrastrutture stradali i rilievi superano in numero le segnalazioni, ad evidenza di una serie di attività di monitoraggio effettuate nell’ambito di specifiche convenzioni o su iniziativa di Arpa Piemonte.
VALUTAZIONI AMBIENTALI
Le valutazioni ambientali costituiscono un valido strumento di integrazione di obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita e di protezione della salute umana, a garanzia della sostenibilità ambientale e complessiva delle scelte, sia strategiche che puntuali, della pubblica amministrazione Considerando il numero sempre più elevato di procedimenti di valutazione ambientale strategica (VAS) conclusi, si è iniziato a focalizzare l’attenzione sulle modalità di accompagnamento e di controllo dell’efficacia delle indicazioni fornite nel corso delle procedure di valutazione nella successiva fase di attuazione dei piani e dei programmi.
Analogamente, per quanto riguarda la VIA si è intensificata l’attività mirata all’accompagnamento ambientale delle grandi opere e alla verifica di ottemperanza delle prescrizioni formulate a seguito dell’esito favorevole dei progetti sottoposti a valutazione dalle Autorità Competenti, anche per il controllo dell’efficace attuazione delle prescrizioni relative a progetti sottoposti a VIA di competenza statale per le quali il Ministero dell’Ambiente ha delegato la verifica di ottemperanza alla Regione.
Di grande importanza sia per l’oggetto che per lo sforzo di innovazione nella semplificazione amministrativa delle procedure è stata la procedura di VIA relativa al Progetto operativo di Bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Pieve Vergonte. Tale procedimento, delegato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha riportato in un unico canale la gestione di una ventina di procedimenti di valutazione e di autorizzazioni ambientali, paesaggistiche e urbanistico edilizie di competenza di plurimi soggetti, al fine di arrivare all’autorizzazione degli
impianti necessari alla realizzazione del Progetto Operativo di Bonifica, già approvato in linea tecnica dal Ministero e la cui esecuzione verrà successivamente autorizzata dallo stesso.
26 luglio 2013