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CINEMA: “Wolverine l’immortale” al Megaplex Stardust, azione e spettacolarità allo stato puro


Cosa ci aspettiamo da un film tratto da un fumetto di un supereroe che sugli schermi è già apparso molteplici volte e di cui conosciamo praticamente tutto? Azione e spettacolarità, e queste sicuramente nel film ci sono tutte, ma poi? Quale trama “inventarsi” per non essere ripetitivi?

La risposta non è facile, così i produttori hanno provato a calare Wolverine in un Giappone moderno ma con guerrieri che combattono come Ninja, tutti vestiti di nero con la katana in mano e le freccie. .

Il contrasto è forte e a mio avviso è perfettamente riuscito. La trama poi abbozza molti temi, ma pochi vengono approfonditi in maniera adeguata, Questo perché i temi trattati sono così numerosi che è praticamente impossibile sviluppare adeguatamente oltre un paio.

Alcuni esempi: Wilverine che si indebolisce, Logan assalito in continuazione dagli incubi, la presenza di un altro mutante, la vita sentimentale di Logan, le biotecnologie genetiche, fisiche ed umane, l’amore, la riconoscenza, il legame che unisce le due sorelle,la mafia Giapponese, lo sviluppo della moderna tecnologia e come sempre l’attrazione fisica e l’amore.

Tanti temi, forse troppi, che alla fine finiscono per essere affrontati in maniera molto superficiale e riescono ad avere un senso solo grazie alla bravura dell’attore di Hugh Jackman che riesce a dare il meglio di sé proprio quando interpreta questo personaggio che qui apprezziamo anche nella versione riflessiva.

Il film è quasi interamente girato in Giappone, con tanti attorni giapponesi. Quello di scegliere un attore famoso americano e contornarlo di attori meno conosciuti di altri stati sta diventando un consuetudine ma qui il progetto riesce alla perfezione.

Il film non eccelle in nulla, però è piacevole: il tempo scorre veloce e soprattutto soddisfa le necessità che un film del genere chiede e cioè azione e spettacolarità: quelle ci sono tutte.

 27 luglio 2013

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