Bar baletaGino Gemme quel mattino del primo giorno dell’ottavo mese del 1991 decise di restare a casa, non s’è reso conto, forse, di aver lasciato un enorme vuoto nella città.

Certo, quel giorno stesso, fra le pratiche, la burocrazia, una cosa, quell’altra, neppure gli sarà passato per la mente: “E, poi?”

Alessandria, invece, s’è accorta. Eccome! E, da subito. È scomparso un punto di riferimento. Oggi, a distanza di oltre un ventennio mancano, nello stesso tempo tornano alla mente tanti personaggi tipici di quell’atipico locale, creato su misura per una città come la nostra, per la sua gente, unica in tutta l’estensione dell’Universo.

Quante cose sono accadute fra via Alessandro III e vicolo dell’Erba da quel 10 aprile 1929, quando Carlo Gemme inaugura il Bar Baleta acquistato da un certo Gaggino, un paio di mesi avanti.

Chi non ricorda Alfredo, il fratello del titolare, chiamato dalla spassosa clientela l’Avvocato Crick, un avventore un po’ più speciale degli altri?

Con lui si rammentano gli affezionati aiutanti Silvio Schiffo, conosciuto come Slim, il suo papà Angelo, chiamato Slim Gros per distinguerlo dal figlio, sempre disposto a dare una mano fra il banco, i servizi, la cantina, ecc..

E, pare proprio ieri quel lontano ottobre del 1945 quando in mezzo al banco è arrivato Gino, il figlio di Carlo, reduce dal fronte, ben accolto dall’affezionata clientela, fin d’allora, eccentrica.

Egli ha colto un’ottima opportunità, ha saputo migliorare il locale, con le sue personalissime stravaganze, ha difeso tutti gli avventori, siano studenti, insegnanti, occasionali frequentatori, ha allontanato, a suo modo, gli intrusi.

Il Baleta ha assistito al battesimo, da parte degl’instancabili frequentatori per via di un riuscito disegno pubblicitario, del Rural Day, così chiamato il lunedì, a partire dal febbraio 1965, giorno in cui si radunano i commercianti di granaglie, dalle 8.30 alle 11.30, per individuare il giorno delle contrttazioni.

I momenti spiacevoli hanno varcato le porte anche in questo luogo di bontemponi, quando si è verificato il furto del Registratore di Cassa National, nel 1988, a cui Gino era molto affezionato. La memoria si sofferma su un occasionale cliente il quale aveva espresso il desiderio d’acquisto, chiedendo pure il prezzo. poi scomparso!?!?

Tutto ciò è solo un breve passaggio di un ricordo. Eppure da qual lontano aprile 1929, infinite vicende, tutte da raccontare, hanno lasciato un segnale indelebile nella nostra storia, per sempre fermata il 31 luglio 1991.

Franco Montaldo