Llesha ElderinLleshaj  ErnestLleshaj  GertjonDue fratelli e un cugino sono stati gli autori di un’efferata rapina che, secondo la Questura di Alessandria, potrebbe non essere l’unica messa a segno dalla banda che potrebbe aver agito anche in altre occasioni vista la dimestichezza con cui è stata messa a segno.

La vicenda è stata illustrata poco dopo mezzogiorno di lunedì durante un conferenza stampa che si è svolta presso la Questura alla presenza del vice Questore Alessandria faranda, del capo della Squadra Mobile Domenico Lopane e del capo di Gabinetto Stefano Damonte.

A finire in manette con l’accusa di rapina aggravata e sequestro di persona sono stati tre giovani albanesi: Elderin Lleshaj, di 23 anni, il fratello Ernest Lleshaj di 19 e il cugino Gentjon Lleshaj di 24, tutti clandestini sul territorio nazionale ma domiciliati in Alessandria in un alloggio nel quartiere Cristo.

I tre sono stati arrestati dopo oltre un mese di controlli e pedinamenti da quando hanno commesso la rapina ai danni due giovani prostitute rumene che abitavano in un appartamento del centro cittadino all’interno del quel i rumeni, secondo l’accusa, hanno effettuato una vera e propria irruzione.

 

I FATTI


Un momento della conferenza stampa

Un momento della conferenza stampa

Risalgono a sabato 4 maggio quando Elderin Lleshaj con la scusa di consumare un rapporto sessuale a pagamento, riusciva ad accedere nell’alloggio dove abitano le due giovani rumeni di 20 e 22 anni avendo cura, tuttavia, di lasciare la porta di ingresso socchiusa.

Tale circostanza consentiva al fratello e al cugino di entrare, poco dopo, nell’appartamento. Ernest, fratello di Elderin, armato di pistola e Gentjon, 24 anni di due coltelli di grosse dimensioni con lama di circa 30 cm. Entrambi avevano il viso nascosto con calze a rete in nylon.

I tre, insieme, dopo avere immobilizzato le due ragazze, legandole e imbavagliandole con delle lenzuola, sottraevano loro la somma 3 mila euro, 5 telefoni cellulari, un orologio con cinturino in pelle bianca e diamanti incassati, vari oggetti di gioielleria.

I tre albanesi dopo aver depredato l’appartamento sono scappati.

 

INDIVIDUATI GRAZIE AL CANCELLO CHIUSO

Dato l’allarme, i poliziotti sono giunti nell’alloggio delle due rumene ed hanno iniziato minuziosamente a ricostruire i fatti grazie alle telefonate ricevute sul cellulare della ragazza con la quale Elderin doveva consumare un rapporto sessuale: le prime due da una cabina ma la terza da un telefono cellulare grazie al quale è stato rintracciato il proprietario e cioè lo stesso Elderin.

Tutto si deve al fatto che per farsi aprire il cancello che era chiuso l’albanese ha dovuto chiamare la ragazza e dirle che era sotto e doveva salire.

Rintracciato il giovane, i poliziotti della Squadra Mobile hanno iniziato a anche attraverso l’ausilio di mezzi tecnici, fino a quando non sono risaliti alla sua abitazione.

Nella giornata di giovedì lo hanno fermato e trovato in possesso di 2 telefoni cellulari, uno dei quali provento della rapina in casa delle rumene.

A casa di Elderin, al quartiere Cristo, i poliziotti hanno trovato anche Ernest e Gentjon, i quali anch’essi detenevano con sé alcuni cellulari rapinati alle due ragazze, nonché altro materiale che faceva emergere gravi indizi di colpevolezza a loro carico.

I tre quindi sono stati portati in caserma ed arrestati.

8 luglio 2013