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TORTONA: Molti cittadini chiedono al Comune di intervenire contro le Sale Gioco. Ecco cosa si può fare

sala gioco - IDa tempo se ne parla in città e recentemente sono giunte in redazione anche diverse proteste sull’eccessivo proliferare delle sale gioco in città.

Diversi lettori si chiedono perché il Comune di Tortona non stia facendo assolutamente nulla per mettere un freno all’eccessiva presenza di queste Sale Gioco e per contrastare il fenomeno della ludopatia che colpisce soprattutto gli individui più deboli e in condizioni di disagio sociale (disoccupati, pensionati, giovani , ecc.) aggravando la loro situazione e creando nuove problematiche per la società (usura, delinquenza, povertà, ecc.).

L’apertura di nuove sale gioco in corso Repubblica, corso Alessandria, una proprio di fronte ai carabinieri, un’altra in regione Villoria e la prossima di gradi dimensioni sulla statale per Alessandria, nei pressi del ponte sullo Scrivia ha messo in allarme molti tortonesi che si chiedono il motivo per cui il Comune di Tortona non stia facendo nulla per limitarne la proliferazione.

Le richieste dio un intervento del giornale sono state così numerose che abbiamo deciso di informarci al riguardo su cosa effettivamente il Comune potrebbe fare.

Alcuni Comuni si sono attivati con misure concrete per disincentivare l’offerta di slot machine alla popolazione (nuovi vincoli urbanistici, regole restrittive nel piano commerciale, incentivi ai bar che non le utilizzano, richiesta esplicita alla Regione e Provincia di provvedimenti normativi, ecc. ), ma quasi tutte le ordinanze dei sindaci che vietavano l’apertura di nuove sale gioco, a quanto pare, sono state oggetto di ricorsi al Tar che in nome della libertà di Commercio, hanno visto i Comuni soccombere nella causa.

Teoricamente, quindi il Comune di Tortona potrebbe anche predisporre delle ordinanze, ma il rischio che vengano annullate è alto.

Eppure, il sindaco, in qualità di primo responsabile della salute dei cittadini dovrebbe avrebbe potere di tutelare la salute pubblica contro la ludopatia ad esempio e prendere provvedimenti in merito.

Sulla base di questo è nata un’iniziativa popolare.

 

160 COMUNI HANNO GIA’ SOTTOSCRITTO UN DOCUMENTO AL GOVERNO

Si chiama “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo” ed è già stato sottoscritto da 160 Comuni, fra cui quello di Milano Si tratta di un vero e proprio manifesto ideato e realizzato da Terre di mezzo e Legautonomie con cui gli amministratori chiedono di essere messi in condizione di agire a contrasto del fenomeno del Gioco d’azzardo e della ludopatia, allo scopo di limitarne le conseguenze negative sulle comunità che amministrano e che il Comune di Tortona e gli altri Comuni del circondario potrebbero sostenere perché solo con l’unione di tanti Comuni (l’Anci ha già dato la sua adesione a quanto apre, ma questo non basta) si può esercitare “pressione” verso il Governo affinché dia più autonomia ai Comuni riguardo a questo argomento.

Al Manifesto si associa la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare mirata alla riduzione dell’offerta e al contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura.

Attraverso la sottoscrizione del Manifesto, i Comuni chiedono che sia consentito il potere di ordinanza dei sindaci per definire l’orario di apertura delle sale gioco. Inoltre spetterebbe ai Comuni e alle autonomie locali il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo.

Tra i 160 Comuni che hanno già sottoscritto il Manifesto figurano Milano, Piacenza, Lecco, Crema, Carbonia, Monza, Villa San Giovanni e la Provincia di Siracusa, ma nessuno, al momento, in provincia di Alessandria.

Terre di mezzo e Legautonomie hanno affiancato al Manifesto anche la scrittura di una proposta di legge quadro di iniziativa popolare per definire gli aspetti più problematici del gioco d’azzardo: un reale divieto di accesso da parte dei minori, una tassazione più equa rispetto alle altre imprese, un controllo più rigoroso sia dei flussi di denaro anche dei concessionari, una moratoria per l’installazione di nuovi giochi, la limitazione dei messaggi pubblicitari (seguendo l’esempio di alcolici e tabacchi).

Si chiede ai sindaci la prerogativa e il parere vincolante sull’apertura di sale da gioco, proprio perché è compito primo del sindaco la salvaguardia e lo sviluppo del benessere dei propri cittadini. L’obiettivo della proposta di legge è tutelare il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione e riconosciuto a livello nazionale e regionale, ma di fatto messo a rischio dal dilagare di quelle strutture promotrici del gioco d’azzardo legale.

Sulla proposta di legge è già al lavoro un team di esperti tra cui un avvocato amministrativista, consulenti costituzionalisti, sindaci e assessori.

Un quadro sintetico del fenomeno, corredato di dati sul gioco d’azzardo, di un focus sulle dipendenze da gioco e sui costi sociali da esso generati, è presentato dal volume “Le regole del gioco – azzardo, dipendenza e criminalità: la campagna dei sindaci per contrastarli” (Terre di mezzo Editore): un libro nato dalla campagna dei sindaci contro il gioco d’azzardo, promossa dalla Scuola delle buone pratiche (a cura di Lega delle autonomie locali e Terre di mezzo), che fotografa la situazione in Italia, racconta la battaglia delle amministrazioni comunali contro un nemico più grande di loro, rivela le contraddizioni e le inadeguatezze delle attuali leggi in materia, e invita a  partecipare a questa battaglia con i mezzi della consapevolezza, della cultura, della condivisione.

 

I NUMERI DEL GIOCO D’AZZARDO

Circa 80 miliardi di fatturato, 4% del PIL nazionale, la 3° industria italiana, 8 miliardi di tasse.

12% della spesa delle famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot-machine, 6.181 locali e agenzie autorizzate.

15 milioni di giocatori abituali, 2 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici.

Inoltre 5-6 miliardi l’anno sono necessari per curare i dipendenti dal gioco patologico.

Sono i numeri del gioco d’azzardo lecito che sta distruggendo le persone, le famiglie, le comunità.

“Il gioco d’azzardo – recita il manifesto –  sottrae ore al lavoro, alla vita affettiva, al tempo libero, e produce sofferenza psicologica, di relazione, educativa, materiale, di aspettativa di futuro. Altera i presupposti morali e sociali degli Italiani sostituendo con l’azzardo i valori fondati sul lavoro, sulla fatica e sui talenti.   Sono a rischio la serenità, i legami e la sicurezza di tante famiglie e delle nostre comunità. Spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, ma anche la criminalità organizzata. ”

Il gioco d’azzardo lecito è materia statale, e i Sindaci non hanno alcun potere regolativo, ispettivo, autorizzativo.

Per questo motivo i sindaci che hanno sottoscritto il manifesto chiedono UNA NUOVA LEGGE NAZIONALE, fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono LEGGI REGIONALI in cui siano esplicitati i compiti e gli impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali.

Chiedono che SIA CONSENTITO IL POTERE DI ORDINANZA DEI SINDACI per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, e sia richiesto ai Comuni e alle Autonomie locali il PARERE PREVENTIVO e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo.

Questo il link dove trovare il manifesto dei sindaci:

http://www.terre.it/upload/documenti/8/85/857/8571.pdf

 

ALTRE INIZIATIVE

Altre iniziative che potrebbero essere organizzate da parte del Comune sono:  campagne di sensibilizzazione oppure interventi come quelli avviati a tutela dell’immagine della donna dove sono state avviate iniziative ed anche pubblicazione sul sito internet del Comune di appositi messaggi a difesa della dignità femminile.

Si potrebbe coinvolgere la Consulta Giovani, il Centro Giovani oppure anche la consulta delle associazioni e molti altri soggetti. Insomma, se il Comune volesse anche se non può limitare (per ora) il proliferare delle sale gioco potrebbe fare molto e praticamente senza spendere nulla. Sarebbe sufficiente un po’ di buona volontà e inventiva.

 17 giugno 2013

 

 

 

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