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LETTERE IN REDAZIONE: Le precarie rompono gli indugi contro Rita Rossa che conferma i licenziamenti


Dopo due settimane di presidio in camper fuori del palazzo senza ricevere nessun cenno di attenzione alle problematiche lavorative future, mancati pagamenti delle vertenze per irregolarità contratti, circa 100 mila €, le cuoche di Costruire Insieme con i rappresentanti sindacali USB hanno deciso di occupare nei giorni la sala del Consiglio Comunale di Palazzo “Rossa” mentre era in corso la seduta della commissione territorio.

Si sono poi trasferiti in sala giunta dove hanno srotolato dalle finestre alcuni striscioni e in un secondo tempo hanno avuto un incontro con il sindaco.

L’esito non ha avuto risvolti positivi anzi…si è tradotto in una discussione molto accesa che ha aperto gli occhi definitivamente alle lavoratrici: TUTTI I PRECARI LICENZIATI.

“Ho le mani legate dalle leggi e da Roma….” .

Pertanto, vista la manifesta incapacità da parte di chi ha avuto il mandato degli elettori, non lasciando alternative o proposte volte alla salvaguardia del posto di lavoro, anche riguardo le altre partecipate, non si è potuto fare a meno di consigliare le DIMISSIONI, pensiero ormai condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini.

Trascorsa la mezzanotte, dopo aver ottenuto risposte negative, esplicite da parte del sindaco e dal suo staff, che TUTTI I PRECARI SARANNO LICENZIATI, non ricevendo garanzie su crediti di circa 100 mila € per irregolarità contrattuali, le cuoche precarie degli asili nido e i rappresentanti dell’USB hanno deciso di abbandonare l’occupazione del palazzo “Rossa” per ritornare al presidio in camper e organizzare altre forme di lotta più incisive volte a rovesciare i tavoli interministeriali e locali.

Tavoli dai quali arriveranno solamente indicazioni, dettate da accordi comunitari e tra stati, che stanno comprimendo le economie di gran parte dei paesi europei facendo pagare le crisi alle fasce più deboli.

Tutto il resto sono chiacchiere e inutili imbellettamenti di una situazione che sta portando l’intero paese allo sfascio e milioni di donne e uomini alla povertà, in nome di un’Europa che è guidata esclusivamente dalla BCE e dalla finanza internazionale, in nome di un “dio mercato” che ha mutato culturalmente, prima ancora che economicamente, la testa e le abitudini di centinaia di milioni di abitanti di questo pianeta.

Bisogna essere chiari sino in fondo: o si sfondano quei parametri dettati da accordi comunitari e tra stati che stanno comprimendo le economie di gran parte dei paesi europei, si supera il vincolo del debito rivendicando l’autonomia e la sovranità dei singoli stati e si avvia una politica economica di sviluppo attraverso il ruolo prioritario e trainante dello stato, che dovrebbe intervenire direttamente nell’economia reale e non salvando banche e regalando soldi alle industrie che nella maggioranza dei casi non li investono ma li “trasformano” in rendite finanziarie, oppure qualsiasi “decreto del fare” si trasformerà in carta straccia.

E allora è necessario che siano le lavoratrici ed i lavoratori, i disoccupati, gli studenti e i pensionati a cominciare a praticare la “POLITICA DEL FARE”, del fare conflitto sociale tralasciando il sostegno a quegli apparati burocratici sindacali e partitici “destri e sinistri” che hanno sostenuto e sostengono le politiche distruttrici dei vari governi che si sono succeduti in questi anni, organizzandosi con USB a partire da Alessandria.

Giovanni Maccarino – Segretario Usb



 23 giugno 2013

 

 

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