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LETTERE IN REDAZIONE: Fabbio ha una piccola una proposta per salvare l’Aspal


C’è ancora tempo per salvare Aspal?

La maggioranza ha ancora la voglia di pensarci? Se sì, ecco alcune modeste idee che hanno bisogno di un po’ di umiltà, ma anche sono realizzabili e scongiurerebbero una sessantina di licenziamenti.

Cosa che – dissesto o no – la politica non può eticamente permettersi.  Partiamo dalla delibera dell’agosto 2012 in cui si costituiva “Costruire insieme” e si liquidava Aspal.  Per noi è illegittima.

Se fosse così anche per la maggioranza, la delibera potrebbe essere annullata in sede di autotutela.

Così come, dunque, anche la liquidazione di Aspal che non andrebbe inserita nell’interpretazione ministeriale che le liquidazioni non possono essere interrotte. Gli asili nido andrebbero alle cooperative – come è successo in molte parti d’Italia – e le 88 educatrici ritornerebbero in Comune grazie allo spazio in dotazione organica previsto dalla delibera del 12 dicembre 2012.

Aspal a questo punto potrebbe, libera dalla liquidazione, tentare un percorso di ricostruzione. Non penso che sia impossibile al Sit rideterminare i suoi costi sui 585.000 euro + 140.000 una tantum per licenze SW che è il costo dell’offerta del CSI, un consorzio a cui partecipa il Comune di Alessandria, pronto a far concorrenza ad una partecipata del Comune di Alessandria.

Anche perché la recente delibera della Giunta-Rossa del 28 maggio 2013, espone la cifra complessiva del costo della gestione dei servizi informatici, ma non esplicita gli interventi che il CSI farà. (E peraltro Aspal è stata trattata assai meno bene del CSI che ha avuto 2 mesi per parametrare la sua offerta).

Mettiamo in relazione quello che intendiamo far fare al CSI con il lavoro svolto dal SIT di Aspal e vediamo se è solo una questione di prezzo o anche di funzioni.

Del resto fosse anche solo un problema di costi, i ragazzi dell’Aspal si sono già largamente dichiarati disposti a guadagnare meno per lavorare tutti.

E lo hanno detto mesi fa.Inoltre il surplus dei costi potrebbe essere recuperato con una politica di vendita di servizi informatici ad altri Comuni o soggetti privati, mentre rimane sempre aperta la questione di conferire ad AMAG la gestione reti informatiche, scaricando qualche unità tecnica all’azienda acqua, gas, energia di Alessandria.

Ma sarebbe un Aspal/Sit in piena attività, che avrebbe la possibilità di salvare il proprio futuro e non pesare eccessivamente sulle casse comunali, a cui necessita di rivedere verso il basso, e al più presto, i costi dei servizi.Una soluzione semplice e praticabile, che parte dal riconoscimento dell’illegittimità di una delibera. Certo, ma che salva tanti posti di lavoro e apre prospettive di sviluppo.

Piercarlo Fabbio – Capogruppo PDL Comune di Alessandria


4 giugno 2013

 

 

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