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TORTONA: Duro attacco al Comune “Organizza spettacoli che violano il Regolamento comunale. Scriviamo email di protesta”

falconeria 2IIl Comune fa un Regolamento per tutelare gli animali, ma poi, però è il primo a violarlo. L’accusa arriva da Stefano Bovone della Lega Abolizione della Caccia (LAC) ed è sostenuta anche da Etico Etica  che attacca duramente il sindaco Massimo Berutti: “Lo spettacolo di falconeria in programma domenica – dice una nota della LAC  – viola l’articolo 14 del Regolamento comunale cioé, il divieto di spettacoli e intrattenimenti con l’utilizzo di animali.”

Bovone si riferisce a domenica 5 maggio quando durante la Festa e Fiera di Santa Croce ci sarà uno spettacolo di falconeria con tanto di laboratori “didattici” per i più piccoli.

“La pratica della falconeria – aggiunge la nota della Lega Anti Caccia – ammantata quasi sempre di un alone di sedicente “tradizione” e “storia”, in realtà non è altro che l’ennesima forma di sfruttamento di animali per fini economici. Qui stiamo parlando di animali, in questo caso uccelli protetti (rapaci), che vengono allevati, addestrati e fatti vivere in prigionia, ai quali viene del tutto negata la possibilità di decidere del proprio destino, che in definitiva vengono privati della libertà, ai quali viene permesso di volare e cacciare a comando, mentre la maggior parte del tempo restano incatenati e con gli occhi bendati.”

Un falco incappucciato: la modella ride, ma lui soffre al buio

Bovone ricorda a tutti che dietro la Falconeria c’è un grosso commercio di rapaci nati in cattività ma che derivano da uccelli predatori selvatici, considerati particolarmente protetti dalla legge italiana ed ancora prima inseriti in Allegato I della Direttiva “Uccelli” del Regolamento dell’Unione Europea.

“Anche se oggi paradossalmente l’offerta supera la richiesta e chiunque può acquistare un rapace – conclude la LAC – resta il fatto che il commercio che sta dietro la falconeria spesso spinge i falconieri a depredare i nidi dei rapaci, sottraendone le uova ed allevando poi in cattività i nascituri o perfino a catturare individui adulti in natura, come raccontano anche le cronache. I rapaci (diurni e notturni) necessitano di una particolare protezione, vale a dire di misure speciali di conservazione per garantirne la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione: il prelievo di esemplari catturati in natura e poi fatti riprodurre incrociandoli tra specie affini è una pratica inconcepibile in un’ottica protezionista di queste specie a rischio. Non è più concepibile – conclude vescovi – che ci sia un commercio di specie protette quali sono i rapaci a tal punto da consentire ai falconieri di incrociare tra loro specie affini, per poi vendere e scambiare individui la cui origine non è più facilmente identificabile neanche dagli Organi ed Enti di Vigilanza (Corpo Forestale dello Stato, etc.). Difficile risulta essere l’identificazione delle specie ormai ibride e quindi risulta difficile un serio controllo (al di là del registro di carico e scarico degli esemplari detenuti e ceduti).

I falconieri vogliono spesso far credere di fare didattica, poiché si illudono di fare un dono e un piacere alla comunità mostrando da vicino la bellezza di animali da sempre inarrivabili finalmente rinchiusi e sottomessi. In realtà nulla di quel che viene mostrato di questi animali è lontanamente simile alla loro vera natura (normalmente schivi, con un forte timore verso l’uomo, dal quale sono stati considerati nocivi e perciò cacciati e uccisi per secoli).”

Gli animalisti invitano a scrivere e mail di protesta ma per non appesantire troppo l’articolo pubblichiamo in altra parte del giornale il testo dell’email suggerita.

 3 maggio 2013

 

 

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