Quattro mesi di prova e poi il taglio del nastro da parte del sindaco di Novi Ligure, Lorenzo Robbiano e Manuel Elleboro.
Così sinteticamente l’inaugurazione del biodigestore realizzato a Novi Ligure dalla Società di Trattamento dei Rifiuti (Srt) presieduta dallo stesso Manuel Elleboro.
Il nuovo impianto viene utilizzato per trasformare le sostanze organiche presenti nella parte umida dei rifiuti (scarti di cucine e mense) in un combustibile gassoso, il biogas: una miscela costituita principalmente da metano e anidride carbonica.
La capacità di trattamento dell’impianto è di 18mila tonnellate all’anno di cui 12mila di rifiuti organici e 6mila di ligneo-cellulosici (scarti di potature e sfalcio erba): la totalità dei rifiuti organici raccolti durante un intero anno in tutti i comuni del bacino.
Il bacino di utenza della società Srt, con sede a Novi, è costituito da 116 Comuni: tra questi, oltre a Novi, Acqui, Ovada e Tortona, per un totale di 211mila abitanti. L’obiettivo di Srt è il miglioramento delle proprie prestazione ambientali e la prevenzione dell’inquinamento attraverso l’incremento della raccolta differenziata, il recupero di materia ed energia dai rifiuti. Ed è in questa direzione che si colloca la realizzazione del nuovo impianto di digestione aerobica: l’utilizzo dei rifiuti come risorsa, utilizzati nella produzione di energia prodotta da fonti rinnovabili.
La stima per il nuovo impianto di Novi è di una produzione annua di circa 2milioni di metri cubi di biogas: il 58 per cento è gas metano, trasformati in 4milioni di chilowatt, pari circa all’energia consumata da mille abitazioni. Le emissioni di CO2 che derivano dalla combustione del metano prodotto sono molto contenute e sono ben 700 le tonnellate di petrolio equivalenti, risparmiate in un anno. L’energia prodotta dall’impianto godrà degli incentivi previsti dallo Stato: circa 1.100.000 euro all’anno per 15 anni. E la stessa energia sarà immessa direttamente nella rete di distribuzione elettrica.
Inoltre il Consorzio risparmierà del denaro: infatti, prima dell’entrata in funzione del biodigestore, tutti i rifiuti organici raccolto nel bacino venivano portati all’impianto di Castelceriolo con aggravio di costi.
20 maggio 2013