Il Presidio di Libera “Giuseppe Romita” di Tortona dà la sua piena solidarietà alla lotta dei braccianti di Castelnuovo Scrivia per il riconoscimento dei loro diritti come esseri umani e lavoratori. Le informazioni che dall’estate scorsa stanno continuando ad uscire sulla situazione del mondo agricolo del tortonese non può che destare preoccupazione: lavoro in nero e sfruttamento sono terreni fertili per la criminalità organizzata.
Pur non essendo ad oggi dimostrabile alcun collegamento, l’arresto del boss dell’ndrangheta Sebastiano Strangio proprio nella città di Castelnuovo Scrivia, da cui è partita la protesta, deve esserci di monito: dove non c’è cultura della legalità la criminalità organizzata mette radici (come dimenticare le drammatiche vicende di Rosarno, ad esempio?).
Le richieste dei braccianti sono le richieste di tutti noi: dignità nel Lavoro e Giustizia. Nei nostri momenti di formazione con le scuole diverse volte è emerso il tema della criminalità come “via di fuga” da un mondo di ristrettezze che non permettono più di sopravvivere, mentre il crimine organizzato consente spaventose disponibilità economiche di provenienza illecita, tra cui proprio il caporalato e la tratta degli esseri umani.
Le vertenze sindacali, le cause di lavoro e le indagini della Procura di Torino hanno tempi lunghi e alcuni lavoratori non vedono arretrati da mesi; inoltre terminati i mesi di ricollocazione previsti dall’ex-Assessore Provinciale al Lavoro, sono di nuovo senza occupazione, tranne 3 che lavorano nella logistica di Rivalta Scrivia. In questo contesto non facile, non possiamo che fare un plauso alle donne e agli uomini del presidio permanente per aver scelto di intraprendere comunque la strada della legalità e della denuncia alle Autorità e per questo siamo convintamente vicini a loro.
Barbara Santagostino, referente del presidio “Giuseppe Romita”