Oltre un anno e mezzo per predisporre il bilancio consuntivo 2010 chiuso soltanto il 4 ottobre scorso con ben 523 giorni di ritardo rispetto ai tempi di legge. Un Bilancio peraltro chiuso “in rosso” di 14 milioni 607 mila euro ed è scattato l’interessamento della Corte dei Conti nei confronti dell’Asl della provincia di Alessandria.

Il Direttore Generale dell'Asl AL Paolo Marforio

Il Direttore Generale dell’Asl AL Paolo Marforio

La Corte, nei giorni scorsi, al termine dei controlli, ha emesso una delibera approvando il Bilancio ma con una serie di 12 prescrizioni a cui l’Asl dovrà attenersi.

Anche se risale a tre anni fa, si tratta, a quanto pare, dell’ultimo Bilancio consuntivo approvato dall’Asl che registra un peggioramento del 53,6% rispetto all’anno precedente.

Prima di pronunciarsi, la Corte dei Conti di Torino ha voluto sentire, al riguardo, l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Ugo Cavallera e il  funzionario del settore risorse finanziarie della direzione sanità Claudio Bianco.

La Corte dei Conti, nei confronti dell’Asl della provincia di Alessandria ha rilevato alcuni dati preoccupanti, tutti riassunti nelle prescrizioni finali che riportiamo integralmente al termine dell’articolo.

Di seguito, però segnaliamo, quelli, secondo noi, sono i passaggi più significativi: “L’Azienda – si legge nel documento – ha chiuso il bilancio con una perdita di 14 milioni 607 mila euro. La gestione a consuntivo ha inoltre comportato un peggioramento del risultato finale anche rispetto alla previsione, con uno scostamento, in valore assoluto, di 6.717 migliaia di euro. La gestione non risulta in equilibrio. Rispetto al 2009, a fronte di una diminuzione del costo per acquisti di servizi, il costo per acquisti di beni aumenta del 9% (ma del 17% rispetto al 2008). Il bilancio di previsione risulta redatto in contrasto con la legge regionale n. 8 del 18 gennaio 1995, in quanto non risulta adottato con un atto formale del direttore generale e non prevede un risultato d’esercizio in pareggio, bensì una perdita di 7.890 migliaia di euro. Questo denota scarsa attenzione all’importanza della programmazione e alla necessità di controllare la dinamica dei costi.  Pare eccessivamente oneroso il servizio di distribuzione diretta del farmaco, visti i discutibili risultati ottenuti con questa modalità di erogazione. Si sono verificate alcune lacune nelle procedure di tracciabilità dei beni mobili in dotazione ai vari servizi/strutture per quei cespiti di modico valore: notebook, telefoni cellulari, piccoli arredi.”

28 maggio 2013

AZIENDA SANITARIA LOCALE


ALESSANDRIA

Pronuncia ai sensi dell’art. 1, comma 170, della legge n. 266/2005 e dell’art. 1, comma 3, del D.L. n. 174/2012 convertito dalla legge n. 213/2012. La Sezione, sulla base delle notizie fornite dai collegi sindacali, ritiene utile segnalare all’Amministrazione regionale le gravi irregolarità contabili o comunque le criticità di seguito indicate, per l’adozione di misure correttive nell’ambito dei poteri di indirizzo e controllo alla stessa spettanti sulle aziende del sistema sanitario regionale.Fa parte integrante di questa pronuncia tutto quanto indicato nella relazione generale che interessi l’Azienda.
Analisi economicaL’Azienda ha chiuso il bilancio con una perdita di 14.607 migliaia di euro registrando un peggioramento sia rispetto al 2008 (+76,29%) che al 2009 (+53,61%). La gestione a consuntivo ha inoltre comportato un peggioramento del risultato finale anche rispetto alla previsione, con uno scostamento, in valore assoluto, di 6.717 migliaia di euro.Pur depurando il risultato economico dalle poste non monetarie, la gestione non risulta in equilibrio: il disavanzo finanziario è pari a 5.413 migliaia di euro.Il saldo della gestione operativa è negativo, per la prima volta nel triennio: questa inversione di segno rispetto al 2009 è dovuta tanto ad una lieve diminuzione del valore della produzione quanto ad un aumento, se pur anch’esso lieve, dei costi della produzione.Focalizzando l’attenzione sulle principali voci di costo si rileva:

  • Il costo degli acquisti di beni e servizi, in linea con quello del 2009 si incrementa del  2% rispetto al 2008, passando da un valore pari a 603.853 migliaia di euro del 2008, ad un valore pari a 617.340 migliaia di euro del 2009, e ad un valore pari a 618.058 migliaia di euro del 2010. Rispetto al 2009, a fronte di una diminuzione del costo per acquisti di servizi, il costo per acquisti di beni aumenta del 9% (ma del 17% rispetto al 2008). Tra questi sono gli acquisti di beni sanitari, parte dei quali sono per la farmaceutica, quindi più soggetti a scadenza, ad aumentare in maniera rilevante (passando da un valore di 62.205 migliaia di euro del 2008 ad un valore di 73.844 migliaia di euro del 2010). Al riguardo, se pur in lieve diminuzione rispetto al 2009, il valore delle rimanenze di magazzino assume un valore negativo (-1.080 migliaia di euro), dunque gli acquisti di beni sono stati superiori ai relativi consumi;
  • il costo per il personale si incrementa dell’1% rispetto al 2009 (e del 5% rispetto al 2008), imputabile per il 29% ai rinnovi contrattuali. Per quanto riguarda invece il costo per consulenze, in diminuzione rispetto agli anni precedenti, si evidenzia una prevalenza delle stesse attribuite a soggetti privati.
Analisi patrimoniale. Si rileva un peggioramento di tutte le voci che compongono il patrimonio netto che dunque si riduce, passando da un valore pari a 134.158 migliaia di euro del 2008 ad un valore di 119.573 migliaia di euro del 2010. In particolare, sono stati determinanti per questa riduzione il peggioramento del risultato d’esercizio, nonché il permanere di perdite pregresse non coperte. Il 69% delle perdite portate a nuovo risale a risultati d’esercizio registrati fino al 2007 e non ancora coperti dalla Regione. Peraltro, risulta ancora elevato il credito che l’Azienda vanta nei confronti della Regione permanendo la crisi di liquidità già rilevata nei precedenti anni e confermata in questa analisi. Rispetto ai dati del bilancio 2009 (come riportati nel relativo questionario), sia i crediti per spesa corrente che quelli per versamenti a patrimonio netto si sono ridotti del 25%. Sono diminuiti in particolare i crediti dell’ultimo triennio, facendo sorgere dubbi sull’esigibilità dei crediti degli esercizi precedenti.Se pur si rileva un miglioramento dei valori relativi agli interessi di mora e per anticipazione di tesoreria permane la crisi di liquidità. Aumenta il debito nei confronti dei fornitori che passa da 176.317 migliaia di euro del 2008 a 203.089 migliaia di euro del 2010, aumentano i giorni di ritardo nei pagamenti (da 90 a 140) mentre continua ad essere elevato il debito a fine anno verso l’istituto tesoriere, se pur in diminuzione rispetto al 2009.
Bilancio di previsione. Il bilancio di previsione risulta redatto in contrasto con la legge regionale n. 8 del 18 gennaio 1995, in quanto non risulta adottato con un atto formale del direttore generale e non prevede un risultato d’esercizio in pareggio, bensì una perdita di 7.890 migliaia di euro. Questo denota scarsa attenzione all’importanza della programmazione e alla necessità di controllare la dinamica dei costi. Anche il collegio sindacale segnala che gli obiettivi assegnati in sede di predisposizione del budget non paiono sfidanti
Ritardo nell’adozione del bilancio. Il bilancio d’esercizio 2010 è stato adottato in data 4 ottobre 2012, con un ritardo di 523 giorni rispetto ai termini di legge (30 aprile 2011), e 97 giorni rispetto al termine disposto dalla Regione (29 giugno 2012). L’azienda ha precisato che in data 25 giugno 2012 sono stati richiesti chiarimenti alla Regione in merito alla mancata notifica dei provvedimenti di approvazione del bilancio 2009 e di conseguenza la formale conferma dei saldi d’apertura dei conti e in merito alla mancata certezza dei dati da inserire in bilancio sulla produzione delle Case di Cura. Non essendo pervenuto alcun formale riscontro alle richieste a fine settembre l’Azienda ha provveduto ad adottare il bilancio con i dati disponibili secondo le indicazioni date per le vie brevi dalla Regione.
ALPI. Il collegio sindacale segnala un sistema di rilevazione dei costi e dei ricavi derivanti dall’ALPI piuttosto approssimativo e non sufficiente a definire analiticamente le componenti negative. Inoltre il collegio ha più volte sollecitato l’azienda a dare attuazione alla l. 120/2007 con particolare riferimento alle modalità di prenotazione incasso e al monitoraggio delle liste d’attesa.
Costo per prestazioni di lavoro. L’Azienda non è stata in grado di quantificare il costo del personale a tempo determinato e quello comandato in quanto nel piano dei conti non sono previsti sottoconti per tale rilevazione.
Autofinanziamento. Il collegio sindacale segnala il ricorso all’autofinanziamento per manutenzioni straordinarie resesi necessarie per adeguamento a norme di sicurezza.
Costo del personale. L’azienda non ha rispettato il limite previsto dall’art. 2 comma 71 della legge 191/2009 in materia di spesa del personale.
Fondo rischi ed oneri. A fronte di utilizzi di alcuni fondi rischi ed oneri per 2.728 migliaia di euro sono stati accantonati appena 251 migliaia di euro. Inoltre nel conto economico si rileva una notevole riduzione rispetto al 2009 della voce accantonamenti d’esercizio che passa da 3.829 migliaia di euro (di poco inferiore al 2008) a 431 migliaia di euro del 2010. Sorgono dubbi sulla congruità contabile di tali accantonamenti atteso che essendo poste non monetarie, non sono coperte dalla Regione e dunque destinate ad incidere sia sul risultato economico che su quello finanziario.
Piano di rientro. Il collegio sindacale segnala che “gli obiettivi troppo generici fissati dai piani di riqualificazione e riequilibrio economico in generale e quelli declinati dalla DGR 3-360/2010 in particolare non consentono di procedere alla realizzazione di un vero e proprio piano industriale di riassetto del SSR, ormai necessario ed imprescindibile al fine della tenuta economica del sistema e della ASL di riferimento. Nello specifico la DGR fissa solo il tetto complessivo di spesa commisurato al FSR assegnato (salvo un ulteriore tetto sul personale) ma non fa cenno a vincoli di spesa su specifici aggregati di costo. Di eguale tenore la DGR 10-75/2010 di assegnazione obiettivi ai Direttori per il riconoscimento del compenso incentivante, anche in questa sede l’attenzione è posta su indicatori di attività. E’ infine da osservare che la gestione 2010 pare “sospesa” in attesa della sottoscrizione del piano operativo di rientro di cui alla successiva DGR 44-1615 del 28 febbraio 2011 attualmente ancora pressochè tutta da realizzare”.
Segnalazioni del collegio sindacale. Il collegio sindacale ha evidenziato le seguenti criticità:

  • Vengono manifestate preoccupazioni sulla modalità di calcolo dell’equilibrio di gestione in quanto non si ha notizia di provvedimenti regionali di copertura dei differenziali tra il risultato economico e finanziario
  • pare eccessivamente oneroso il servizio di distribuzione diretta del farmaco, visti i discutibili risultati ottenuti con questa modalità di erogazione.
  • si sono verificate alcune lacune nelle procedure di tracciabilità dei beni mobili in dotazione ai vari servizi/strutture per quei cespiti di modico valore: notebook, telefoni cellulari, piccoli arredi
  • si sono espresse riserve in ordine alle indicazioni regionali sulla riserva di dare corso alla copertura di passività incerte. Tali indicazioni hanno portato l’Azienda a non effettuare nuovi accantonamenti al fondo rischi (ad eccezione del fondo rinnovo CNU)

Considerazioni finali

Sulla base di quanto sopra delineato si rileva la necessità di

  • adottare il bilancio preventivo nel rispetto delle disposizioni regionali;
  • adottare il bilancio d’esercizio nel rispetto dei termini di legge;
  • tenere una gestione delle spese correlata strettamente alle risorse esistenti, non affidando il ripiano delle perdite a successivi maggiori finanziamenti regionali e statali in un quadro di sostanziale deresponsabilizzazione dell’azienda;
  • non limitare il ripiano alle sole componenti monetarie della perdita, provvedendo ad un ripiano solo parziale che rischia di appesantire le gestioni successive, incidendo negativamente sul patrimonio netto dell’azienda;
  • tenere una gestione efficiente improntata alla riduzione dei costi e al miglioramento dei risultato d’esercizio;
  • garantire la copertura di tutti i costi connessi all’attività libero professionale a carico dell’Azienda e dare piena attuazione alle disposizioni nazionali e regionali in materia;
  • verificare l’esigibilità dei crediti con maggiore anzianità in particolare nei confronti della Regione, provvedendo ad effettuare congrui accantonamenti al fondo svalutazione;
  • valutare attentamente la congruità degli accantonamenti al fondo rischi ed oneri per evitare di influire positivamente o negativamente sul risultato dell’esercizio in corso e su quelli successivi;
  • dare attuazione alle disposizioni normative in materia di personale;
  • porre in essere a livello aziendale le misure necessarie in coerenza con il piano di rientro;
  • porre rimedio a quanto segnalato dal collegio sindacale;
  • adottare tutte le misure necessarie ad eliminare o quantomeno ridurre lo squilibrio finanziario determinato dalla mancata erogazione da parte della Regione delle somme contabilizzate quali crediti dalle aziende, nonché a porre rimedio alle conseguenti criticità relative alla liquidità dell’ente (il ricorso a finanziamenti che di fatto assorbono risorse da destinarsi all’assistenza sanitaria e i ritardi nei pagamenti delle forniture con i rischi di contenzioso e costi per interessi di mora).