Spettabile redazione,
negli ultimi due giorni, molti organi di informazione hanno riportato la notizia dello stop ai test sugli animali per i prodotti cosmetici in Europa a partire dall’11 Marzo 2013.
E’ una bella notizia ed è facile farsi prendere dall’entusiasmo tuttavia è bene tenere i piedi per terra, soprattutto davanti alla cattiva informazione che spaccia questa data come una sorta di liberazione per gli animali dal giogo della vivisezione.
Siamo certi che dopo ventitre anni di battaglie, manifestazioni, pressioni istituzionali, l’11 Marzo 2013 l’Europa sarà finalmente libera dai cosmetici testati su animali?
Il divieto di vendita di cosmetici con ingredienti testati su animali, in qualunque parte del mondo siano stati eseguiti, entra certamente in vigore. Un precedente divieto, già in vigore dal 2009, proibiva i test su animali, ma solo per i cosmetici finiti, grazie alla direttiva europea 2003/15/CE che poneva restrizioni sull’uso delle cavie per prodotti cosmetici, tuttavia ciò aveva lasciato la possibilità di effettuare ancora test sugli animali.
Questi test condotti a fini estetici sono considerati eticamente inaccettabili ormai in varie parti del mondo ma ovunque resta ben salda la vivisezione in campo farmaceutico dove questa pratica inutile e dannosa genera un gran numero di errori e di vittime di cui i media non si occupano quasi mai, come se fosse un argomento tabù.
Questo ci deve spronare a operare con la serietà e la costanza di sempre affinché la vivisezione cessi del tutto: il successo raggiunto in questo giorno è un punto di partenza, non di arrivo.
L’11 Marzo ci offre una boccata d’aria ma non è certo la fine di un incubo perché la sperimentazione su animali nel settore cosmetico, per quanto eticamente e scientificamente inaccettabile e raccapricciante, rappresenta una piccola percentuale rispetto a quella in campo farmaceutico.
Non si può gridare vittoria ma è giusto celebrare questo avvenimento anche per infondere energia alle associazioni e ai singoli che lottano quotidianamente contro questa vergogna.
Probabilmente la cosa potrà dirsi risolta solo quando verrà confermato un divieto esteso a tutti i settori produttivi, compreso quello farmacologico. Solo quando l’uomo avrà il coraggio e l’intelligenza di dire stop alla vivisezione senza se e senza ma, potrà concentrarsi sui progressi che la vera scienza basata su evidenze scientifiche può dare.
Vorrei segnalare l’importanza di sostenere l’iniziativa www.stopvivisection.eu e l’importanza di offrire collaborazione alle associazioni che si occupano della lotta contro vivisezione.
Credo che ognuno possa fare qualcosa, anche una sola cosa: leggere notizie sull’argomento, scrivere messaggi e lettere, firmare petizioni, essere attenti negli acquisti, essere altrettanto attenti alle associazioni a cui fare beneficenza, informandosi prima di donare se finanziano la vivisezione e avere il coraggio di dire no alla donazione proprio per quella ragione.
Non basta dire “Io sono contrario alla vivisezione”: l’idea deve concretizzarsi in qualcosa altrimenti non serve a nulla averla. Allora concretizziamola facendo scelte etiche che guardino agli animali come compagni di vita, non come cavie da laboratorio.
Cordiali saluti.
Paola Re
11 marzo 2013